Gesù primo martire palestinese?

L’Accademia Internazionale dell’Impudenza ha assegnato i premi ''Faccia Tosta 2010''.

Di Douglas Bloomfield

image_3024L’Accademia Internazionale dell’Impudenza ha assegnato i premi “Faccia Tosta 2010″.

Primo premio agli “studiosi” palestinesi. Non solo – hanno dichiarato questi “studiosi” palestinesi – non è mai esistito alcun Tempio ebraico sul Monte del Tempio di Gerusalemme, ma il Muro Occidentale (detto “del pianto”) è una struttura islamica. Non basta. Gesù non era ebreo, bensì un palestinese (certamente arabo e musulmano…). Anzi, il primo “shahid” (martire) palestinese, stando a quanto sostenuto in un programma religioso televisivo dell’Autorità Palestinese. Mentre i cristiani un po’ in tutto il mondo si affrettano a riscrivere le loro Bibbie e i loro Canti di Natale, non si può non ripensare a ciò che l’allora primo ministro israeliano Ehud Barak disse a Yasser Arafat quando questi, al summit di Camp David del luglio 2000, fece queste stesse esplosive affermazioni. “E dove pensi che Gesù abbia pregato e da dove abbia cacciato i mercanti – gli chiese Barak – da una moschea?”

Secondo premio ai rabbini in odore di razzismo. Parecchie decine di rabbini israeliani hanno sottoscritto una sorta di “fatwa” contro il fatto che ebrei vendano o affittino beni immobili a non ebrei. Forse questi “ayatollah” ebrei in sedicesimo sono solo affetti da senescenza e si sono scordati delle famigerate leggi di Norimberga. O più semplicemente delle leggi che in diversi paesi arabi e nella Cisgiordania sotto Autorità Palestinese fanno della vendita di proprietà ad ebrei un reato passibile di pena capitale. Giacché molti di quei rabbini percepiscono uno stipendio statale e arrecano a Israele più danno dei suoi nemici, il fatto che il governo non li abbia immediatamente licenziati suona come una forma di acquiescenza.

Terzo premio a Henry Kissinger. Che si prenda per buono o meno quello che era il suo approccio da “diplomazia silenziosa” al dramma degli ebrei sotto l’Unione Sovietica, e le sue tardive giustificazioni e la sua insistenza sul fatto che il suo riferimento alle camere a gas sarebbe stato “citato fuori contesto”, non esiste alcuna giustificazione decente per l’assenza non autorizzata della sua bussola morale. Ciò che non è venuto fuori dai nastri di Nixon (e probabilmente non verrà mai fuori perché non venne mai pronunciata) è una solo parola di protesta da parte di Kissinger, mentre sedeva nello studio ovale della Casa Bianca ad ascoltare un notorio antisemita sputare fiele contro ebrei, neri e altri. Il signor Kissinger, ponendo “uber alles” il suo accesso al potere, non disse mai una sola volta a Richard Nixon che il suoi intolleranti pregiudizi erano offensivi.

Quarto premio ai leader arabi e a WikiLeaks. La valanga di dispacci confidenziali ha svelato l’ipocrisia di leader arabi che pubblicamente proclamano che Israele costituisce la peggiore minaccia alla stabilità del Medio Oriente e del mondo intero, mentre in privato ammettono che in realtà lo è l’Iran, e che vorrebbero che gli Stati Uniti e Israele – sì, proprio Israele – “tagliassero la testa al serpente”, per dirla con le parole del re saudita. Il premio viene assegnato pari merito al leader di WikiLeaks, Julian Assange, che da buon bacchettone esalta la pubblicazione dei segreti di tutti, ma fuma di rabbia quando qualcuno prova a svelare i segreti suoi.

(Da: Jerusalem Post, 29.12.10)

Nelle immagini in alto: la propaganda anti-israeliana ricorre spesso all’immagine della crocifissione di Gesù, rinnovando la storica accusa antisemita di “deicidio”

DALL’ARCHIVIO “NEWS” DI ISRAELE.NET:

12/12/2010 – Henry Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale Usa ai tempi del presidente Richard Nixon (1968-1974), nel corso di una conversazione col presidente respinse gli appelli che chiedevano a Washington di fare pressione sulle autorità sovietiche per consentire agli ebrei sovietici di emigrare per sfuggire alle persecuzioni. In base alle registrazioni audio della Casa Bianca anticipate sabato dal New York Times, Kissinger affermò: “L’emigrazione degli ebrei sovietici non è un obiettivo della politica estera degli Stati Uniti. Se in Unione Sovietica mettono gli ebrei nelle camere a gas, non è affare dell’amministrazione americana. Al massimo è una questione umanitaria”. “Lo so – rispose Nixon – Non si può far saltare in aria il mondo per questo”.

12/12/2010 – Durante una conversazione con un consulente nel 1973, contenuta nelle 265 ore di registrazioni pubblicate dalla Richard Nixon Presidential Library di California, il presidente Usa Richard Nixon (1968-1974) disse che “gli ebrei hanno una personalità molto aggressiva, sprezzante e odiosa”. Il presidente Nixon fece affermazioni offensive anche su neri, irlandesi e italiani. (Eletto nel 1968 e rieletto nel 1972, Nixon fu costretto alle dimissioni nel 1974 a causa dello scandalo di spionaggio politico Watergate. Morì nel 1994.)

10/12/2010 – Lo Yad Vashem di Gerusalemme ha condannato l’appello di un gruppo di rabbini a non vendere né affittare immobili a non ebrei. “Si tratta di una violazione dei nostri fondamentali valori ebraici e democratici – afferma l’ente di Gerusalemme per la memoria della Shoà – L’esperienza del passato ci insegna quanto sia fragile la convivenza nel reciproco rispetto”. L’appello è stato già condannato, fra gli altri, dal ministro delle minoranze Avishai Braverman, dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal presidente Shimon Peres.

09/12/2010 – Dopo il ministro per le minoranze Avishai Braverman e il primo ministro Benjamin Netanyahu, anche il presidente israeliano Shimon Peres ha condannato, mercoledì, l’appello di un gruppo di rabbini a non vendere né affittare immobili a non ebrei. “Questa dichiarazione crea una crisi morale e mina il carattere ebraico e democratico del nostro stato”, ha detto Peres.

08/12/2010 – Un gruppo di rabbini israeliani ha sottoscritto una lettera aperta che invita a non vendere né affittare immobili e campi in Terra d’Israele a “estranei” non ebrei: una posizione che aveva già suscitato forti polemiche nel paese dopo un appello analogo fatto dal rabbino di Safed. Il ministro israeliano per le minoranze, Avishai Braverman, ha definito “razzista e pericoloso” l’appello del gruppo di rabbini fatto “in nome della religione”. “Questi rabbini non fanno onore alla loro missione – ha aggiunto il ministro – Essi non sono pagati per fare commenti che vanno contro tutti i principi della funzione pubblica. Stiamo valutando un’azione legale contro i firmatari di questo appello”. Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha denunciato martedì la presa di posizione del gruppo di rabbini.

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