Giro di vite dell’Autorità Palestinese contro giornalisti palestinesi

Mentre Fatah dà del “mercante di sangue arabo” a un gruppo filo-siriano che minaccerebbe Abu Mazen.

Di Khaled Abu Toameh

image_3400Il governo dell’Autorità Palestinese in Cisgiordania ha intensificato la repressione verso i giornalisti palestinesi, in particolare con l’arresto di una giornalista “colpevole” per un commento postato su Facebook.
Mercoledì scorso, forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese hanno incarcerato la giornalista e blogger Ismat Abdel Khaleq per aver criticato la dirigenza dell’Autorità Palestinese e sollecitato lo smantellamento dell’Autorità Palestinese stessa. Come hanno confermato al Jersualem Post i colleghi della giornalista, nei giorni scorsi l’arresto della giornalista, che è detenuta in isolamento, è stato confermato per altri quindici giorni. Dicono i colleghi che Khaleq è stata incarcerata dalle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese in Cisgiordania perché la accusano di “calunnia e diffamazione”.
Khaleq è il quarto giornalista palestinese arrestato negli ultimi due anni per aver postato commenti critici su Facebook. Molti altri giornalisti palestinesi sono stati convocati per un interrogatorio dopo che avevano criticato la dirigenza dell’Autorità Palestinese sulle loro pagine internet.
Gli altri tre giornalisti detenuti a causa dei loro commenti su Facebook sono: Rami Samara, che lavora per l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese Wafa; Mamdouh Hamamreh, dell’emittente tv Al-Quds; e George Canawati, direttore di Radio Betlemme 2000.
Il giro di vite contro gli utenti di Facebook in Cisgiordania coincide con l’arresto la scorsa settimana del giornalista palestinese Youssef Al-Shayeb che lavora per il quotidiano giordano Al-Ghad. Shayeb è stato arrestato per aver denunciato la corruzione presente nella missione diplomatica palestinese in Francia. Giovedì scorso Shayeb ha avviato uno sciopero della fame per protestare contro la sua incarcerazione. Il suo arresto ha suscitato proteste fra i giornalisti palestinesi e alcuni gruppi per i diritti umani, che accusano il governo dell’Autorità Palestinese di violazione della libertà di stampa ed espressione, peraltro con scarsissima o nulla eco sui mass-media internazionali.
(Da: Jerusalem Post, 1.4.12)

Il capo di un gruppo estremista palestinese con base in Siria starebbe progettano di assassinare il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Lo ha affermato sabato il movimento Fatah, che fa capo ad Abu Mazen.
L’affermazione fa seguito alle dichiarazioni con cui Ahmed Jibril, capo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale, aveva attaccato con forza Abu Mazen e il suo predecessore, Yasser Arafat, per aver firmato gli Accordi di Oslo con Israele.
“Ahmed Jibril e un agente venduto – si legge in una dichiarazione di Fatah diffusa da Ramallah – Opera su ordine dei suoi capi mediorientali, che cercano di eliminare il presidente Abu Mazen”. Il comunicato non specifica i nomi dei “capi mediorientali”. Tuttavia un esponente di Fatah a Ramallah ha detto al Jerusalem Post che il comunicato si riferiva chiaramente a Siria e Iran.
Secondo Fatah, gli attacchi di Jibril contro la dirigenza dell’Autorità Palestinese arrivano dopo che questa “non ha saputo sfruttare la Giornata della Terra per ottenere vantaggi politici”. Fatah accusa Jibril d’aver progettato di mandare gruppi di palestinesi contro le frontiere d’Israele nel quadro della Marcia su Gerusalemme, un evento organizzato venerdì scorso da una coalizione di organizzazioni anti-israeliane locali e internazionali. “Ahmed Jibril è un mercante di sangue arabo e palestinese – accusa Fatah – che sta disperatamente cercando di blandire soggetti esterni nel tentativo di distruggere le conquiste politiche del nostro popolo e la sua saggia dirigenza”.
Jibril appartiene a un gruppo di organizzazioni terroriste che fanno base in Siria fortemente contrarie a qualunque pace con Israele. I suoi stretti legami con le autorità al potere in Siria gli hanno guadagnato parecchi nemici fra i palestinesi, soprattutto all’interno della dirigenza dell’Autorità Palestinese. L’Autorità Palestinese ha di recente accusato i sostenitori di Jibril d’aver ucciso quattordici palestinesi in un “campo profughi” presso Damasco, capitale della Siria.
(Da: Jerusalem Post, 31.3.12)

Nella foto in alto: il capo terrorista Ahmed Jibril (a destra) durante un incontro col capo del politburo di Hamas, Khaled Meshaal