Hamas canta vittoria

E i fratelli musulmani in Egitto smentiscono: Mai garantito il rispetto del trattato di pace con Israele.

image_3329La causa palestinese sta trionfando, mentre Israele si trova ad affrontare la situazione peggiore di tutta la sua storia in seguito alla cosiddetta “primavera araba”. È quanto ha dichiarato sabato il capo del “governo” di Hamas nella striscia di Gaza, Ismail Haniyeh, al quotidiano britannico The Independent.
“La causa palestinese sta vincendo” ha detto Haniyeh, aggiungendo che l’Egitto, con i Fratelli Musulmani al governo, non parteciperà più all’assedio della striscia di Gaza né supporterà Israele in un’altra guerra nell’area. “Non daranno copertura a Israele nel lanciare una guerra – a detto Haniyeh facendo riferimento ai nuovi probabili governanti al Cairo – Anzi, Gaza è stata una delle principali ragioni della primavera araba: e cioè la rabbia del popolo verso regimi che cooperavano con Israele e non riconoscevano il governo [di Hamas] sulla striscia di Gaza. Israele è preoccupato per questo – ha continuato l’esponente di Hamas – Sa che il contesto strategico sta cambiando. L’Iran è un nemico, i rapporti con la Turchia si vanno deteriorando, con l’Egitto sono decisamente freddi. Sul piano della sicurezza, Israele si trova in una situazione in cui non si è mai trovato prima. I palestinesi stanno guadagnando più di chiunque altro da ciò che sta accadendo nei paesi arabi. Cosa che emergerà con chiarezza in futuro”.
Nell’intervista, Haniyeh ha anche attaccato l’occidente per non aver riconosciuto il governo di Hamas. “Questa gente ci ha chiesto di indire elezioni e di rispettarne il risultato, e noi l’abbiamo fatto. Abbiamo fatto ciò che ci è stato chiesto”. In realtà, dopo le elezioni palestinesi del gennaio 2006 vinte da Hamas e la caduta del governo di unità nazionale con Fatah, nel giugno 2007 Hamas prese il potere nella striscia di Gaza con un sanguinoso colpo di stato.
Haniyeh ha espresso inoltre la sua ira per il fatto che il suo movimento islamista (che propugna attentati contro civili e l’annientamento dello stato d’Israele) figura ancora nelle liste dei gruppi terroristi stilate da Stati Uniti e Unione Europea, nonostante – sostiene Haniyeh – da qualche tempo non abbia più organizzato quelle che lui definisce “operazioni di martirio”, cioè attentati suicidi.

Intanto, i Fratelli Musulmani egiziani sabato hanno smentito d’aver mai garantito a Washington che rispetteranno il Trattato di Pace fra Israele ed Egitto del 1979.
Giovedì scorso la portavoce del Dipartimento di stato Usa, Victoria Nuland, aveva detto ai giornalisti che il movimento islamista egiziano, trionfatore nelle recenti elezioni parlamentari, si era impegnato ad onorare i vari trattati firmati dai precedenti governi del Cairo, compresso l’accordo di pace con Israele. Nuland aveva sottolineato che i diversi partiti politici egiziani avevano offerto agli Stati Uniti “buone garanzie” che il trattato di pace sarebbe stato rispettato, e aveva aggiunto che Washington si aspetta che tutte le formazioni politiche egiziane onorino pienamente gli accordi internazionali del precedente regime.
Invece, secondo Essam al-Erian, vice capo del partito Libertà e Giustizia, espressione dei Fratelli Musulmani, gli accordi “ricadono sono sotto la responsabilità del popolo e delle istituzioni statali, e nessuno titolo per parlare a nome del popolo egiziano”. Intervistato dal quotidiano arabo edito a Londra Al-Hayat, al-Erian ha dichiarato: “Non siamo in grado di dare garanzie”.
Già all’inizio della scorsa settimana, il numero due della Fratellanza Musulmana, Rashad al-Bayoumi, aveva dichiarato ad Al-Hayat che “la Fratellanza Musulmana non riconoscerà Israele in nessuna circostanza, e potrebbe anzi sottoporre a referendum il trattato di pace con lo stato ebraico”. La Fratellanza, aveva aggiunto al-Bayoumi, “non ha firmato nessun accordo di pace” e aveva spiegato: “Abbiamo il diritto di chiedere al popolo e al parlamento eletto di esprimere la loro opinione sul trattato e verificare che il trattato non comprometta la libertà e la sovranità del popolo egiziano. Adotteremo le misure legali adeguate in relazione all’accordo di pace [con Israele]. Per me, non è affatto vincolante. Il popolo esprimerà il suo parere sulla questione”.
Banditi sotto il presidente Hosni Mubarak, i Fratelli Musulmani sono emersi come i principali vincitori della rivolta che l’ha deposto e si avviano a dominare la legislatura. Nella terza e ultima fase delle elezioni parlamentari, il partito che fa capo alla Fratellanza Musulmana avrebbe ottenuto il 37,5% dei voti, mentre gli estremisti islamisti del partito Nour (salafiti), ripetendo l’andamento già visto nelle due fasi precedenti, si sono posizionati al secondo posto nella maggior parte delle circoscrizioni, stando ai dati pubblicati sul sito web del partito.

(Da: YnetNews, 7.1.12)

Nella foto in alto: il capo del “governo” di Hamas nella striscia di Gaza, Ismail Haniyeh bacia sulla fronte la Guida dei Fratelli Musulmani egiziani, Mohammed Badie, lo scorso 26 dicembre al Cairo