Hamas: “Fine della tregua”

Gerusalemme: “Hamas sarà responsabile di una eventuale escalation”

image_2349Il gruppo islamista palestinese Hamas ha ufficialmente annunciato giovedì sera che il cessate-il-fuoco con Israele a Gaza è finito. Di conseguenza i responsabili della difesa israeliani hanno avvertito che Gerusalemme riterrà Hamas responsabile di una eventuale escalation della violenza nella striscia di Gaza.
L’annuncio di Hamas è arrivato con 24 ore di anticipo sulla scadenza della “tregua” di sei mesi concordata il 19 giugno scorso grazie ai buoni uffici dell’Egitto.
“La calma è finita”, ha annunciato giovedì sera il rappresentante di Hamas Ayman Taha attribuendone la colpa “al nemico”.
Dallo scorso giungo si era registrata in effetti una netta diminuzione del numero di missili e razzi lanciati dalla striscia di Gaza verso il territorio israeliano. A partire dall’inizio di novembre, tuttavia, i lanci sono ripresi e solo negli ultimi tre giorni i palestinesi hanno lanciato una cinquantina di Qassam, avvalorando le dichiarazioni di vari esponenti di Hamas, a cominciare dal capo del politburo a Damasco Khaled Meshaal, che davano la tregua per finita.
Esponenti del governo israeliano avevano ripetutamente dichiarato di sperare che la tregua potesse continuare, dicendo che un rinnovato scontro non può che provocare pesanti perdite da entrambe le parti.
“Israele non ha alcun interesse a fare la guerra”, aveva dichiarato giovedì il ministro della difesa Ehud Barak spiegando che le Forze di Difesa israeliane si sono mosse solo quando la calma è stata interrotta dall’altra parte. “Noi continuiamo sulla linea che fu di Ben Gurion – ha spiegato Barak – Se la calma continua, vi sarà calma. Se la calma verrà interrotta, agiremo”.
Anche il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si era detto contrario alla fine della tregua a Gaza, sottolineando che sarebbe stata la gente comune a pagarne le conseguenze.
“Siamo convinti che la calma sia nell’interesse di entrambe le parti – ha dichiarato giovedì sera Yigal Palmor, portavoce del ministero degli esteri israeliano, dopo l’annuncio di Hamas – e vorremmo che continuasse. Se Hamas opta per la violenza rispetto al cessate-il-fuoco, per i lanci di Qassam rispetto alla possibilità di migliorare le condizioni di vita a Gaza, allora bisogna chiedersi se Hamas ha a cuore il bene della sua gente o se non vi siano piuttosto in gioco interessi e strategie straniere”. Palmor non ha detto esplicitamente a quali influenze straniere facesse riferimento, ma è noto che Hamas riceve sostegno dall’Iran e che alcuni dei suoi massimi leader vivono e operano in Siria.
“Israele – ha affermato Mark Regev, portavoce del primo ministro israeliano Ehud Olmert – vuole rispettare i termini della tregua, ma ogni razzo lanciato sul nostro territorio è una diretta e flagrante violazione delle intese raggiunte, e non può essere tollerato”.

(Da: Ha’aretz, israele.net, 18.12.08)