“Hamas ha voluto e causato l’escalation”

Olmert: "Colpire Hamas equivale a rafforzare le possibilità di un accordo di pace"

image_2019Mentre i leader di Hamas e Autorità Palestinese chiedono alla comunità internazionale di intervenire per fermare l’escalation nella striscia di Gaza, il primo ministro israeliano Ehud Olmert domenica ha ribadito che le operazioni militari nell’area continueranno per porre un freno agli attacchi di razzi e missili contro Israele.
“Agiremo senza posa contro le organizzazioni terroristiche Hamas, Jihad islamica e altre – ha detto Olnert alla riunione di gabinetto – in base a quanto deciderà il governo, con gli strumenti che decideremo e nei tempi che decideremo, e contro i loro capi, i loro mandanti, coloro che le riforniscono, e coloro che permettono loro di agire. Se qualcuno crede di poter limitare le nostre operazioni contro i gruppi terroristici aumentando la gittata dei razzi lanciati sulle nostre città, ebbene costui si sbaglia di grosso. Che sia ben chiaro che lo stato di Israele non ha alcuna intenzione di smettere di combattere i terroristi anche per un solo momento”.
A proposito delle condanne palestinesi e internazionali per la morte di civili a Gaza, Olmert ha detto: “Ce ne rammarichiamo e non è quello che vogliamo. Ma non ricordo di aver sentito molti di questi critici dire, nel corso degli anni, che la situazione nel sud di Israele era insopportabile quando venivano colpiti civili israeliani e che bisognava prendere provvedimenti. Si deve tenere presente che lo stato di Israele non sta facendo altro che difendere i propri civili nel sud del paese. Nessuno ha il diritto di fare la predica a Israele, che ha il dovere di prendere le misure essenziali necessarie per difendere i propri cittadini dai lanci di razzi e missili”.
A proposito dei negoziati che il presidente del Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) avrebbe deciso di congelare, Olmert ha detto: “Naturalmente siamo interessati a continuare i colloqui diplomatici. Quando i negoziati iniziarono, mettemmo bene in chiaro che essi non sarebbero stati in alcun modo condotti a spese del nostro diritto di autodifesa contro intollerabili aggressioni da parte delle organizzazioni terroristiche. Nessuno al mondo potrebbe negare che colpire Hamas equivale a rafforzare le possibilità di pace. Più si colpisce Hamas, maggiori sono le possibilità di arrivare a un accordo diplomatico per la pace. Sappiamo bene che, al di queste ed altre dichiarazioni, la dirigenza palestinese con cui stiamo cercando di fare la pace ha ben chiaro questo concetto”.
“Israele – ha concluso il primo ministro israeliano – continuerà a difendere i suoi cittadini e a sforzarsi di tenere negoziati per arrivare a un dialogo e a un’intesa con la dirigenza palestinese che condivide questo obiettivo”.

Due soldati israeliani (Doron Asulin, 20 anni, di Beersheba, ed Eran Dan-Gur, 20 anni, di Gerusalemme) sono rimasti uccisi e altri cinque sono rimasti feriti nel corso dei violenti scontri che hanno contrapposto sabato truppe israeliane e gruppi terroristi nella striscia di Gaza.
L’operazione, che mira a contrastare i lanci quotidiani di razzi e missili da parte di Hamas sui civili israeliani nel Negev occidentale, è iniziata mercoledì 27 febbraio dopo che un ennesimo Qassam palestinese si era abbattuto sul college universitario di Sapir, a Sderot, uccidendo una persona.
Continuano nel frattempo incessanti i lanci palestinesi: anche nelle ultime ore decine di razzi Grad, missili Qassam e granate di mortaio sono state lanciate su Sderot, Ashkelon e sulle altre cittadine e villaggi attorno alla striscia di Gaza causando feriti, anche bambini, e ingenti danni. Lo stesso ospedale Barzilai di Ashkelon è stato raggiunto nei giorni scorsi da razzi palestinesi. Sabato pomeriggio missili palestinesi hanno provocato tre feriti sulla spiaggia di Ashkelon, che dista 15 chilometri dalla striscia di Gaza.
Per spiegare la posizione di Israele e il dovere di Gerusalemme di proteggere i propri cittadini dalle aggressioni del terrorismo, il vice primo ministro e ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni ha parlato sabato con il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, col segretario di stato Usa State Condoleezza Rice, con il segretario generale del Consiglio dell’Unione Europea Javier Solana e col ministro degli steri sloveno Dmitrij Rupel attuale rappresentante della presidenza Ue. Tzipi Livni ha anche chiarito che il congelamento dei negoziati di pace da parte dell’Autorità Palestinese non influenzerà minimamente le decisioni e le azioni che Israele ritiene di assumere a Gaza e in altre aree allo scopo di difendere i propri cittadini, il tutto in conformità ai termini di base del dialogo avviato fra Israele e gli interlocutori pragmatici dell’Autorità Palestinese, sostenuti dalla comunità internazionale.
Al Consiglio di Sicurezza convocato in seduta d’emergenza sulla situazione, Israele ha ribadito d’aver esercitato il massimo autocontrollo possibile per molti mesi, nonostante i costanti attacchi quotidiani sulle sue città e i suoi villaggi, e nonostante i continui tentativi da parte di Hamas di realizzare attentati terroristici, spesso sventati all’ultimo momento, dovunque potessero prendere di mira civili israeliani. Mentre Israele esercitava il massimo autocontrollo, Hamas ostentava la volontà di continuare coi suoi attacchi. Da mercoledì scorso, sono stati lanciati su Israele più di 150 missili, decine solo nelle ultime 24 ore. Più di 250.000 cittadini israeliani vivono oggi sotto la minaccia di lanci letali da parte di Hamas e dei suoi sostenitori, i veri responsabili della drammatica situazione odierna.

(Da: YnetNews, MFA, 2.03.08)

Nella foto in alto: Un’abitazione di Ashkelon centrata sabato da un razzo Grad palestinese