Hamas in difficoltà, ma non fuori gioco

"Praticamente non cè nessuno al comando nellAutorità Palestinese"

image_1248La crescente anarchia e gli spargimenti di sangue nella striscia di Gaza e in Cisgiordania hanno indebolito la leadership di Hamas, dicono fonti delle Forze di Difesa israeliane, ma non fino al punto da far collassate il governo dell’Autorità Palestinese.
“Quello che vediamo è una Hamas isolata che tende a indebolirsi” conferma un ufficiale dell’intelligence militare, aggiungendo tuttavia di prevedere che l’attuale situazione arriverà a risolversi senza una escalation in una vera e propria guerra civile fra palestinesi capace di provocare la caduta del governo Hamas.
Comunque l’intelligence militare israeliana segue con grande preoccupazione gli eventi di questi ultimi giorni nella striscia di Gaza, temendo che il prolungarsi dello scontro tra Fatah e Hamas possa far straripare le violenze in Israele sotto forma di attacchi terroristici.
Secondo un ufficiale israeliano, la mancanza di esperienza politica di Hamas è uno dei fattori che hanno contribuito a creare le attuali difficoltà. Hamas ha commesso quasi tutti gli errori possibili nel cercare di consolidare la propria base di potere nei corridoi del potere politico dell’Autorità Palestinese. “Il primo ministro palestinese Ismail Haniyeh ha fatto un grosso errore quando ha attaccato pubblicamente il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen): semplicemente non sono ancora abituati a ricoprire quelle cariche”.
Tuttavia, benché il declino di Hamas abbia creato un vuoto di potere, secondo le fonti militari israeliane Fatah non è in grado di approfittarne e riprendere in mano le redini a causa della sua stessa instabilità e delle lotte di potere al suo interno. “Fatah non occupa lo spazio di potere che Hamas sta lasciando scoperto, e così quello che succede è che praticamente non c’è nessuno al comando” nell’Autorità Palestinese.
Anche il rifiuto di Hamas dell’ultimatum di Abu Mazen per un referendum sul cosiddetto “documento dei detenuti” probabilmente non porterà a una vera guerra civile, secondo la valutazione dell’intelligence: “Hanno già problemi a pagare gli stipendi: una guerra civile non farebbe che peggiorare le cose”.
Le Forze di Difesa israeliane hanno visto con favore l’ultimatum posto da Abu Mazen, al di là delle valutazioni di merito sul contenuto del documento, perché la mossa indica che il presidente dell’Autorità Palestinese sta cercando finalmente di agire come un vero leader, cosa che potrebbe aprire la strada al rilancio dei negoziati con Israele.

(Da: Jerusalem Post, 6.06.06)

Nella foto in alto: un bambino palestinese con armi e uniforme, durante una manifestazione pro-Abu Mazen martedì a Ramallah (Cisgiordania)