Hanno ragione: l’America è il loro nemico

Obama cerca inutilmente di convincere gli islamisti del Medio Oriente che l’America non è il loro nemico.

di Barry Rubin

Uno dei temi principali del Presidente Obama è quello di convincere gli islamisti del Medio Oriente che l’America non è il loro nemico. Ma la ragione per cui questa strategia non funziona mai è che i radicali sanno che non è vero. Gli Stati Uniti sono il loro nemico.
Nessuna dimostrazione di solidarietà, empatia, aiuti economici, scuse o diplomazia cambierà questo fatto. Né ebbero successo gli sforzi di rendere Obama o gli Stati Uniti popolari in tali circoli e tra le decine di milioni di gente da loro influenzati. L’unica cosa sorprendente di tutto questo è che così pochi “esperti” e politici sembrino comprenderlo.
Ci sono varie ragioni per cui questo è vero, anche se molte persone erroneamente pensano di dover trovare un unico fattore che spieghi questa realtà. Le cause di questa inimicizia comprendono:
• Le politiche americane. E’ vero, gli Stati Uniti hanno appoggiato Israele ed anche molti regimi arabi nel corso degli anni – tra cui paesi come Marocco, Tunisia, Libia post-Gheddafi , Egitto, Libano pre-Hezbollah , Giordania, Arabia Saudita, Bahrain, Kuwait, Qatar, Oman, Irak post-Saddam e gli Emirati Arabi Uniti. Gli islamisti sono altrettanto scontenti del supporto americano all’Autorità Palestinese.
In breve, il supporto Americano per qualunque regime non radicale irrita i radicali e sempre lo farà.
E allora se gli Stati Uniti fossero gentili con i regimi radicali o islamisti? Questo aiuterebbe? No. I radicali continueranno a mantenere i loro scopi – che comprendono cacciare l’influenza americana dalla regione e rovesciare i suoi alleati – qualunque cosa Washington cerchi di fare per soddisfarli. Nel contesto della loro ideologia, interpretano le concessioni americane come segni di debolezza che così li spingono a diventare sempre più militanti ed aggressivi.
In Libia ed Irak, i governi sono stati praticamente installati direttamente dall’America. Così, chiunque voglia rovesciare questi governi ha un forte interesse ad odiare ed attaccare gli americani: l’assassinio dell’ambasciatore in Libia non è stato un caso o il risultato di un video ma l’inevitabile e logico risultato della situazione politica laggiù.
Per quel che riguarda Israele, dare meno aiuti a quel paese non servirebbe a cambiare la visione radicale. Solo se gli Stati Uniti avessero la stessa politica di Hamas, Hezbollah e della Fratellanza Musulmana potrebbero essere perdonati. Semplicemente mettere più spazio tra gli Stati Uniti e Israele, per parafrasare l’intenzione dichiarata di Obama, non basterà. Perfino mediare un accordo di pace completo tra Israele e l’Autorità Palestinese, il che naturalmente non avverrà, non basterebbe.
Al contrario, i radicali – specialmente Hamas, i suoi sostenitori egiziani e l’ Iran – si butterebbero in una frenesia di denunce e tentativi di vanificare gli accordi, del cui fallimento sarebbe allora incolpata l’ America. Nel Medio Oriente, i pacificatori non sono benedetti, sono assassinati.
Infine, per eliminare questi problemi , la politica americana dovrebbe effettivamente aiutare i regimi islamisti, dar loro denaro e imbiancare il loro estremismo.
Ci ricorda qualcosa, non è vero? E tutti possiamo vedere che i risultati non sono stati buoni, né in termini di interessi americani e nemmeno in termini di popolarità americana.
• Valori e cultura americani. Mentre il semplice fatto che uno stile di vita profondamente laico, molto edonistico e generalmente libero sia praticato negli Stati Uniti provoca l’ira degli islamisti, ci sono molti altri fattori che agiscono.
Gli Stati Uniti sono i principali esportatori di cultura al mondo, dalle T-shirt ai film e alle idee democratiche. Come tali, inevitabilmente sovvertono la società islamica tradizionale e pongono un’alternativa rivale al tipo di sistema che gli islamisti vogliono imporre. Non c’è soluzione a questo conflitto. Non è immaginario e perdura, quale che sia la politica che un governo americano segue.
• L’America come esempio per la sua stessa società. Se gli Stati Uniti hanno successo con una posizione “Satanica” , come possono gli islamisti convincere il loro popolo che Allah è dalla loro parte? L’America deve essere vista fallire, o con la propaganda o con il suo effettivo crollo, almeno in termini del Medio Oriente. Altrimenti, gli Stati Uniti rimarranno un modello attraente per molti, attirando di tutto, dall’immigrazione alla filosofia politica.
Ovviamente si può fare una distinzione tra, da una parte, convincere i radicali ed i loro sostenitori, e convincere gli altri arabi . Il problema è che la maggior parte di quelli del secondo gruppo prendono la loro visione del mondo, le notizie e gli impulsi da fonti radicali, siano queste islamiste, arabi militanti nazionalisti o ecclesiastici tradizionalisti.
In altre parole, qualunque cosa facciano gli Stati Uniti non sarà interpretata-specialmente dalle masse – sulla base delle dichiarazioni o delle intenzioni del governo americano ma attraverso il filtro di una cultura e visione del mondo molto diversa che ha un bel po’ di ostilità ed è incline alla xenofobia ed alle teorie di cospirazione.
Allo stesso modo, per essere odiati gli Stati Uniti non devono necessariamente fare qualcosa di sbagliato. Devono solo essere se stessi e perseguire i propri interessi legittimi. Questo è un punto che molti americani – compresi “esperti” e leader – sembrano avere grande difficoltà ad afferrare. Quello che dici non è quello che gli altri sentono; quello che fai non è quello che gli altri vedono.
Infine i radicali – il che comprende una larga porzione di governi, movimenti politici, insegnanti, ecclesiastici e giornalisti – faranno deliberatamente tutto il possibile per screditare gli Stati Uniti e fomentare l’odio popolare contro di essi. Questo comprende l’uso di qualunque cosa, sia un video, l’uccisione di Osama bin-Laden, le accuse di atrocità e così via, sia che le accuse specifiche siano vere o false, coscientemente mal interpretate o mal comprese sulla base ideologica.
Non esauriranno mai le ragioni per odiare l’ America o le munizioni per I loro sforzi di convincere altri a farlo. Una conclusione che si può trarre da questa valutazione è che il tradizionale arsenale di diplomazia – credibilità, deterrenza, potere – è quello che è importante, non la popolarità. Lo stesso principio si applica agli alleati, naturalmente, che devono sentire che il loro amico o protettore è forte e affidabile.
Questo approccio non è stato perseguito negli ultimi quattro anni. Per quanto riguarda i prossimi quattro, il conto dei voti non c’è ancora.

(Da: Jerusalem Post, 21.10.12)