Hezbollah a un passo dalle armi chimiche siriane

L’ambasciatore d’Israele all’Onu: «Non ci vuole Sherlock Holmes per capire come stanno le cose»

image_3720Hezbollah è ormai prossimo a mettere le mani sul massiccio arsenale siriano di armi chimiche. Questo l’ammonimento lanciato al Consiglio di Sicurezza dall’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Ron Prosor.
Parlando il giorno dopo che un analista dell’intelligence militare israeliana aveva dichiarato che il presidente Bashar Assad è in possesso di più di mille tonnellate di armi chimiche e che ha già usato gas nervino tipo sarin contro civili, Prosor ha affermato: “In Libano Hezbollah sta costruendo un vero e proprio esercito dotato di 50mila missili: più di quanti ne abbiano molti paesi membri della Nato. Ed ora potrebbe avere accesso a una delle più grandi riserve di armi chimiche del mondo”.
Prosor ha accusato l’Unione Europea di ignorare le attività terroristiche di Hezbollah quando si rifiuta ostinatamente di classificare il gruppo come organizzazione terroristica. “Hezbollah non crede di dover limitare la sua firma terroristica esclusivamente al Medio Oriente – ha sottolineato l’ambasciatore israeliano – Il mese scorso un tribunale di Cipro ha condannato un membro di Hezbollah per aver progettato attentati terroristici contro civili. Ma anche questo pare non sia abbastanza affinché tutti i membri dell’Unione Europea indichino Hezbollah per quello che è: un’organizzazione terroristica. Hezbollah opera impunemente sul suolo europeo, eppure alcuni parlamentari europei insistono a sostenere che si tratta di un ente di assistenza sociale. Non ci vuole Sherlock Holmes per capire i fatti evidenti di questo caso”.
Al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che stava deliberando nuovi modi per far avanzare il processo di pace fra Israele e palestinesi, l’ambasciatore d’Israele ha elencato i “tre pilastri” indispensabili per un futuro accordo, ribadendo richieste già avanzate dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Quei pilastri – riconoscimento da parte palestinese di Israele come stato nazionale del popolo ebraico, cessazione dell’istigazione e dell’indottrinamento anti-israeliano nell’Autorità Palestinese, garanzie di sicurezza per i cittadini israeliani – “sono le fondamenta che devono restare solide nelle sabbie mobili del Medio Oriente”, ha detto Prosor. E ha ricordato che, invece, “dalle culle agli asili, dai campi estivi ai campi di calcio, la società palestinese è satura di messaggi di intolleranza e odio verso Israele: non ci vuole un urbanista per rendersi conto che ai palestinesi mancano i progetti di base per costruire un quartiere tranquillo”.
A proposito del perdurante sforzo della comunità internazionale verso l’Iran per contrastare il suo programma nucleare, Prosor ha avvertito che Teheran sta prendendo tempo per tenere a bada l’Occidente mentre continua a darsi da fare per conseguire capacità atomica. “Il regime iraniano – ha spiegato – fa circolare menzogne quasi alla stessa velocità con cui fa girare le sue centrifughe. Il programma nucleare iraniano continua ad avanzare come un treno ad alta velocità, mentre gli sforzi della comunità internazionale si muovono alla velocità di un treno locale, fermandosi ad ogni stazione per far scendere e salire alcune nazioni. All’inizio di questo mese il delegato iraniano è venuto a esporre all’Assemblea Generale le cosiddette preoccupazioni dell’Iran riguardo al Trattato sul Commercio delle Armi: è come se la mafia si lamentasse del tasso di criminalità troppo alto a New York”.
Prosor ha proseguito mettendo in guardia le Nazioni Unite: “Non facciamoci illusioni: l’aspirazione iraniana a dotarsi di armi nucleari costituisce la più grave minaccia singola per il Medio Oriente e il mondo intero”. Prosor ha fatto notare che, subito dopo i tentativi di negoziazione del mese scorso, “l’Iran ha annunciato la realizzazione di due progetti di infrastrutture chiave e – sorpresa! – entrambi hanno ampliato la sua capacità di processare l’uranio”.
Prosor ha anche criticato l’Iran per l’invio di miliziani Hezbollah in Siria ad aiutare il presidente siriano Bashar Assad nel massacrare il popolo siriano, e ha concluso esortando le Nazioni Unite ad aumentare il loro sostegno in Medio Oriente verso “sicurezza, tolleranza e riconoscimento reciproco”.

(Da: Times of Israel, Jerusalem Post, 24.4.13)

Nella foto in alto: l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Ron Prosor