I capi terroristi uccisi dalle Forze di Difesa israeliane

Il padre di una vittima di Hamas: “Non c’è gioia né odio: era quello che le Forze di Difesa israeliane dovevano fare e va bene così”

Abu Shmallah (a sinistra) e al-Attar

Abu Shmallah (a sinistra) e al-Attar

Mentre la sorte del capo dell’ala militare di Hamas Mohammed Deif resta incerta, le Forze di Difesa israeliane e le Brigate Izz ad-Din al-Qassam (ala militare di Hamas) hanno entrambe separatamente confermato la morte di tre importanti capi terroristi, mercoledì notte, in un raid aereo israeliano contro un edificio nel campo di Tel al-Sultan, a ovest di Rafah (nel sud della striscia di Gaza). Si tratta di Raed al-Attar, Mohammed Abu Shmallah e Mohammed Barhoum.

Sia Al-Attar che Abu Shmallah erano fra l’altro implicati nella pianificazione e nel comando dell’operazione terroristica che portò al sequestro nel 2006 del soldato israeliano Gilad Shalit (poi tenuto in ostaggio per più di cinque anni). Abu Shmallah, 41 anni, e al-Attar, 40 anni, erano due dei massimi comandanti delle Brigate al-Qassam.

Al-Attar capo della Divisione di Hamas nella striscia di Gaza meridionale, è stato uno degli architetti della strategia dei tunnel per infiltrare terroristi all’interno di Israele. Era stato anche uno dei fondatori della unità d’élite di Hamas Nukhba, era responsabile del traffico di armi dalla penisola del Sinai e aveva organizzato e partecipato a una serie di attacchi in Israele a partire dalla striscia di Gaza. Fra l’altro aveva progettato e comandato l’attacco a Kerem Shalom del giugno 2006 durante il quale due soldati israeliani erano stati uccisi ed era stato rapito il soldato Gilad Shalit. Al-Attar era una delle persone più vicine al secondo in comando di Hamas, Ahmed Jabari, ucciso dalle forze di sicurezza israeliane nel novembre del 2012 all’inizio dell’operazione anti-Hamas “Colonna di nube difensiva”. Era anche responsabile di molti commando terroristici di Hamas mandati a compiere attentati nel Sinai contro obiettivi egiziani. Era considerato il naturale successore di Mohammed Deif a capo dell’ala armata di Hamas.

Abu Shmallah (a sinistra) con al-Attar (a destra) e il capo politico di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh.

Abu Shmallah (a sinistra) con al-Attar (a destra) e il capo politico di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh.

Secondo i servizi di sicurezza israeliani, ad al-Atar faceva capo la Brigata di Rafah che durante l’operazione “Margine protettivo” ha rapito e ucciso Hadar Goldin, il cui corpo non è mai stato restituito. “Non provo nessuna felicità per questo, noi stiamo solo soffrendo” ha dichiarato Simcha Goldin, padre del tenente ucciso, intervistato dalla tv Canale 2. Ed ha aggiunto: “Sapevo che le Forze di Difesa israeliane avrebbero fatto il loro dovere e va bene così, ma tutto questo non ha nulla a che fare con sentimenti di gioia o di odio o qualcosa del genere”.

Anche Noam Shalit, padre del soldato israeliano Gilad Shalit, non ha voluto commentare la notizia dell’uccisione dei rapitori di suo figlio. “L’unica cosa che vogliamo – ha detto al sito Walla – è che venga ripristinata la tranquillità per le comunità del sud d’Israele e che tutti i soldati tornino a casa sani e salvi”.

Abu Shmallah, il più veterano dei comandanti nel sud di Gaza, era responsabile della zona di Rafah e Khan Younis. Aveva iniziato la sua attività terroristica con al-Attar e Mohammed Deif nei primi anni ‘90. Da allora era stato direttamente coinvolto nell’esecuzione di decine di sanguinosi attentati in territorio israeliano, compreso quello che ha portato al rapimento di Gilad Shalit. Durante l’operazione “Margine protettivo”, Abu Shmallah aveva organizzato l’infiltrazione in Israele di 13 terroristi di Hamas attraverso un tunnel.

Il terzo capo ucciso, Mohammed Barhoum, aveva trascorso molti anni in Siria e in Libia, ed era responsabile del traffico di armi dall’Egitto e del trasferimento di fondi raccolti in Siria e in Libia a favore di Hamas nella striscia di Gaza.

In un video propagandistico risalente a più di dieci anni fa, al-Attar illustrava come “una nuova arma” l’idea delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam di scavare tunnel transfrontalieri per infiltrare terroristi e compiere attacchi all’interno di Israele. Nel video appariva anche Abu Shamaleh che diceva: “Gaza ci è molto cara ed è vicina ai nostri cuori, ma la terra di tutta la Palestina è occupata: sono ancora occupate la Cisgiordania, Gerusalemme, Haifa, Acri e Giaffa” (città israeliane). nel video Shamaleh parlava anche dei detenuti scarcerati da Israele e tornati “grazie ad Allah” ad organizzare attività terroristiche. (Da: Times of Israel, YnetNews, Jerusalem Post, 21.8.14)

Il certificato di morte dell'ospedale di Gaza con il nome di Mohammed Deif

Il certificato di morte dell’ospedale di Gaza con il nome di Mohammed Deif

Il certificato di morte dell’ospedale di Gaza senza il nome di Mohammed Deif

Benché non sia ancora possibile affermare con certezza se il capo militare di Hamas Muhammad Deif sia ancora vivo dopo il raid che ha colpito la casa dove si trovava la sua famiglia, tuttavia secondo fonti della sicurezza israeliana citate da Ehud Ya’ari sulla tv Canale 2, Israele sa con certezza che Deif si trovava nell’edificio al momento del raid per cui Israele considera che Deif in ogni in questo momento non sia più effettivamente al comando delle Brigate al-Qassam. Nel frattempo il sito di news palestinese Saham ha scritto che Muhammad Deif è stato ucciso e che Hamas ha cercato di nasconderne la morte manipolando documenti ospedalieri. Il sito ha anche pubblicato per poche ore la foto di un corpo che afferma essere di Deif (cosa impossibile da verificare) e l’immagine di un certificato ospedaliero che riporta la morte di Deif con l’ora del decesso. Lo screenshot dell’articolo è stato salvato dal giornale Globes prima che venisse rimosso. “I corpi – diceva l’articolo – sono arrivati all’ospedale Shifa di Gaza dopo che aerei dell’occupazione [Israele] avevano attaccato la notte scorsa casa al-Dalo, nel quartiere Rimal, nel nord della città di Gaza. Il documento [ospedaliero] che abbiamo ottenuto è stato confiscato da una squadra armata delle Brigate Al-Qassam dall’archivio di Shifa e hanno cambiato le informazioni dell’accettazione per cancellare il nome di Deif dalla lista”. In una versione del documento dell’ospedale compare il nome di Muhammad Deif insieme a quelli della moglie e del figlio con l’indicazione del momento della morte fissato intorno alle 6.30 di mercoledì mattina. L’altra versione è identica in tutto, salvo che manca il nome di Muhammad Deif. La domanda è: quale dei due documenti è falso? (Da: Times of Israel, 21.8.14)

Raed al-Attar (nel cerchio rosso) il giorno del rilascio dell’ostaggio Gilad Shalit (18 ottobre 2011) in cambio della scarcerazione di 1.027 detenuti palestinesi che scontavano condanne per reati contro la sicurezza: