I risultati delle elezioni nelle mani di un solo uomo

Prime analisi delle possibili coalizioni di governo, alla luce degli exit poll di martedì sera

Di Gil Hoffman

Il presidente d'Israele Reuven Rivlin

Il presidente d’Israele Reuven Rivlin

Ora che l’elettorato ha parlato, il risultato delle elezioni è nelle mani di un uomo: il presidente israeliano Reuven Rivlin.

Dai sondaggi risulta che la popolazione israeliana non vuole un governo di unità nazionale. In occasioni passate lo voleva, ma queste sono state le elezioni del “O noi o loro”. Forse, ora che il voto è alle spalle, la gente cambierà idea e sarà di nuovo favorevole a una “grande coalizione”. Ma il momento dell’elettorato è passato. Ora è il turno di Rivlin, e si sa che Rivlin predilige un governo di unità nazionale. Lo ha dichiarato esplicitamente.

Il suo compito è quello di dare al paese il governo più rappresentativo, forte e stabile possibile, e lui ritiene che tale sarebbe un governo che vedesse riuniti nella coalizione di maggioranza il Likud e l’Unione Sionista.

I leader del Likud e dell’Unione Sionista – rispettivamente, il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader dell’opposizione Isaac Herzog – premeranno su Rivlin perché dia a ciascuno di loro la possibilità di formare una coalizione senza l’altro. Ma Rivlin farà pressione per l’unità. I suoi collaboratori dicono che non “forzerà” un governo di unità nazionale, ma lo “incoraggerà caldamente”.

Ciò rende probabile una coalizione di unità nazionale che dovrebbe includere (stando agli exit poll) i 27-28 seggi del Likud e quelli dell’Unione Sionista, i 9-10 seggi di Kulanu, i 7 seggi dello Shas e quelli di Ebraismo Unito della Torà per un totale di 76-78 parlamentari.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu (Likud) e il leader dell'opposizione Isaac Herzog (Unione Sionista)

Il primo ministro Benjamin Netanyahu (Likud) e il leader dell’opposizione Isaac Herzog (Unione Sionista)

Se invece Netanyahu riuscirà a farsi dare l’incarico di formare un governo di destra, la sua coalizione potrebbe comprendere, oltre ai 27-28 seggi del Likud, gli 8-9 seggi di Bayit Yehudi, i 9-10 seggi di Kulanu, i 7 seggi dello Shas e quelli di Ebraismo Unito della Torà, e i 5 seggi di Yisrael Beytenu per un totale di 62-66 parlamentari.

Se sarà Herzog a ottenere l’incarico di formare un suo governo, le cose si faranno più complicate. I partiti ultra-ortodossi dicono che non siederanno mai in una coalizione con il laicista Yesh Atid; la Lista Araba Comune dice che non entrerà in nessuna coalizione; il leader di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, dice che non entrerà mai in una coalizione con il Meretz (estrema sinistra sionista). Il meglio che Herzog potrebbe fare è mettere insieme i suoi 27 seggi, i 10 di Kulanu, i 7 dello Shas, i 6 di Ebraismo Unito della Torà e i 5 del Meretz. Ma il totale è solo di 55 parlamentari.

Il che ci riporta al governo di unità nazionale, e alle decisioni del presidente Rivlin.

(Da: Jerusalem Post, 17.3.15)