I veri crimini di guerra: quelli di Hamas

Documentato e fotografato il sistematico uso di civili come scudi umani

image_2392I veri crimini di guerra sono quelli di Hamas. Questo il concetto centrale di un memorandum preparato dalle Forze di Difesa israeliane per il ministero della giustizia, nel quadro degli sforzi congiunti per controbattere le accuse contro le operazioni israeliane durante la controffensiva anti-Hamas nella striscia di Gaza.
Infatti, oltre a sottolineare il ruolo svolto dalle considerazioni umanitarie e legali nei processi decisionali delle Forze di Difesa israeliane, il documento punta soprattutto a ribaltare le accuse su Hamas, sottolineando le estese violazioni del diritto di guerra e delle norme umanitarie da parte dell’organizzazione jihadista palestinese che domina la striscia di Gaza.
Una serie di immagini allegate al documento evidenziano l’uso militare sistematicamente fatto da Hamas di strutture civili teoricamente coperte da uno status di particolare protezione, come moschee e presidi sanitari. L’utilizzo di tali strutture, dice il memorandum, “fa di questi edifici dei legittimi obiettivi militari” in conformità alle convenzioni internazionali, mentre il “modus operandi” di Hamas, che cerca di usarli come scudi, costituisce una violazione del diritto internazionale che configura un “crimine di guerra”.
Il memorandum accusa Hamas “d’aver messo sistematicamente e intenzionalmente in pericolo i civili infiltrando i propri combattenti nel mezzo della popolazione civile” e condanna gli “spregevoli metodi di combattimento” di Hamas che “hanno costretto le forze israeliane a combattere all’interno di aree densamente abitate”.
“E’ importante ricordare – continua il documento – che l’alternativa a questo modo di combattere non era quella di portare le ostilità in campi di battaglia aperti, giacché questa opzione non esisteva affatto: l’unica alternativa sarebbe stata quella di non rispondere del tutto agli attacchi di Hamas. Ma questa non è un’opzione accettabile per un paese democratico i cui cittadini si trovano sistematicamente e costantemente sotto attacco terroristico”.
Hamas, proseguono gli autori, si è impadronita del carico di “molti convogli umanitari” per i suoi affiliati o “per venderlo ai civili palestinesi sul mercato nero”.
Altri paragrafi si occupano delle accuse relative alla proporzionalità, all’uso di armi incendiarie comprese quelle al fosforo, e al trattamento dei detenuti. Su quest’ultimo punto viene sottolineato come, a differenza di altri paesi dove quello di “combattenti illegali” è uno status piuttosto vago che permette detenzioni indefinite con pochi limiti e controlli, in Israele “lo status di combattente illegale è regolato per legge con procedure precise e controlli rigorosi”.
Concetti analoghi sono contenuti in un documento edito dall’Intelligence and Terrorism Information Center dell’Israel Intelligence Heritage and Commemoration Center, una ONG israeliana in stretto contatto con i servizi di intelligence. Anche questo secondo documento, intitolato “Uso della popolazione civile come scudi umani nella striscia di Gaza”, presenta foto aeree dove viene indicato l’uso militare fatto da Hamas di strutture civili protette dalle convenzioni internazionali. Le didascalie indicano ad esempio postazioni fortificate, trappole esplosive, imboccature di tunnel piazzate sopra, dentro o a ridosso di edifici residenziali, moschee ecc.
“La controffensiva israeliana nella striscia di Gaza – si legge nel rapporto – ha rivelato fino a che punto Hamas e altre organizzazioni terroristiche si sono spinte nello sfruttare la loro stessa popolazione civile come scudi umani”.

(Da: Jerusalem Post, 27.01.09)

Nella foto in alto: un’immagine aerea che mostra (in rosso) la posizione di una rampa di lancio a ridosso di una moschea (in giallo), nel campo palestinese di Sha’ati (striscia di Gaza settentrionale)

Per il documento “Uso della popolazione civile come scudi umani nella striscia di Gaza” (pdf – in inglese):

http://www.policypointers.org/Page/View/8743