Ieri sinagoghe, oggi rampe di lancio dei Qassam

Terroristi palestinesi fieri di usare luoghi di culto ebraici per la lotta contro lentità sionista

image_1618Le rovine di due grandi sinagoghe a Gush Katif, gruppo di villaggi israeliani sgomberati dalla striscia di Gaza, sono state trasformate in basi paramilitari usate da gruppi palestinesi per lanciare missili verso le città israeliane e addestrarsi ad attacchi contro Israele. Lo afferma un alto esponente di un gruppo terrorista con base a Gaza.
Quando Israele ritirò civili e militari dalla striscia di Gaza nell’agosto 2005, si lasciò alle spalle venti sinagoghe intatte dei villaggi di Gush Katif, in seguito a una decisione del governo contraria alla loro demolizione. Immediatamente dopo lo sgombero israeliano, davanti alle telecamere di tutto il mondo folle di palestinesi assaltarono e distrussero la maggior parte delle sinagoghe della striscia di Gaza, comprese le due maggiori che sorgevano al centro di Neve Dekalim, il villaggio più grande di Gush Katif. Poi issarono bandiere palestinesi e di Hamas sul tetto delle sinagoghe devastate, prima di darle alle fiamme.
Abu Abir, portavoce dei Comitati di Resistenza Popolare, spiega a WorldNetDaily che oggi le aree dove un tempo sorgevano le sinagoghe vengono usate per lanciare razzi contro Israele. “Siamo fieri – dice Abu Abir – d’aver trasformato queste terre, soprattutto quelle delle sinagoghe che per lungo tempo hanno simboleggiato occupazione e ingiustizia, in basi militari e sorgente di fuoco contro i sionisti e l’entità sionista. Le terre liberate dall’orrendo insediamento nazista – continua l’esponente palestinese – sono di nostra proprietà e abbiamo il diritto di farne ciò che riteniamo più utile per la lotta contro l’occupazione e per gli interessi generali del popolo palestinese”.
I Comitati di Resistenza Popolare costituiscono una coalizione di gruppi terroristici operativi nella striscia di Gaza e in Cisgiordania responsabili del lancio di centinaia di razzi e missili da Gaza contro le vicine cittadine israeliane. Sono ritenuti responsabili, tra l’altro, di un attentato contro un convoglio diplomatico americano nel 2003 che causò la morte di tre cittadini statunitensi.
Naturalmente Abu Abir getta su Israele la colpa della profanazione e devastazione delle sinagoghe di Gaza, sostenendo che la decisione di lasciarle integre al momento del ritiro faceva parte di un complotto. “I sionisti hanno lasciato intatte le cosiddette sinagoghe – dice – per far sì che un giorno mezzi d’informazione come WorldNetDaily potessero imbastire una campagna patetica e insultante su quello che abbiamo fatto ai luoghi santi dei poveri sionisti. Israele ha lasciato apposta le sinagoghe intere perché tutto il mondo vedesse i palestinesi che le distruggevano”. Secondo Abu Abir, la folla che distrusse le sinagoghe non era organizzata, e si trattò piuttosto di una “spontanea esplosione di felicità”.
Alla vigilia del ritiro da Gaza la Corte Suprema israeliana aveva decretato che le sinagoghe venissero abbattute dai bulldozer dell’esercito, citando il precedente di altre distruzioni palestinesi di luoghi santi ebraici (dal quartiere ebraico di Gerusalemme Vecchia nel 1948, alla sinagoga Shalom al Yisrael di Gerico e la Tomba di Giuseppe a Nablus nell’ottobre 2000). Ma l’allora primo ministro israeliano Ariel Sharon, che era contrario, sottopose la questione al voto del governo e il voto fu sfavorevole alla demolizione. Il Rabbinato d’Israele aveva fatto appello alla Corte Suprema perché fermasse la demolizione delle sinagoghe dicendo che contravveniva alla legge ebraica.
Informato della situazione attuale, Dror Venunu, ex residente di Gush Katif e attuale coordinatore di una delle maggiori organizzazioni di beneficenza per gli israeliani sgomberati da Gaza, ha detto: “E’ un dolore che ferisce al cuore. In qualunque altra parte del mondo una cosa del genere sarebbe considerata intollerabile. Ma dove sono i mass-media internazionali? Dov’è la protesta internazionale, dov’è la condanna da parte del resto del mondo per l’uso di luoghi di culto come base terroristica?”.

(Da: YnetNews, 27.02.07)

Nella foto in alto: Una sinagoga di Neve Dekalim, dopo il ritiro israeliano