Il disgusto di Hanin Zoabi per lo Stato ebraico

Se la parlamentare insulta lo Stato che garantisce i suoi diritti (e il suo stipendio).

Di Zvi Gabay

image_3667L’uscita precipitosa dall’aula della Knesset della parlamentare arabo-israeliana Hanin Zoabi (rieletta nella lista Balad), subito dopo che aveva prestato il giuramento di rito, mi ha lasciato di stucco. Lì per lì avevo pensato che fosse pressata da qualche impellente urgenza. Ma il giorno successivo alla cerimonia di giuramento, Zoabi ha spiegato d’aver abbandonato l’aula del parlamento perché non voleva ascoltare in piedi l’esecuzione dell’inno nazionale israeliano. Ha aggiunto che le parole dell’inno non parlano per lei – il che è comprensibile – e che non riflettono le sue aspirazioni nazionali, che non sono israeliane bensì palestinesi.
Al di là della elementare mancanza di educazione, c’è da chiedersi: perché Zoabi ha giurato lealtà alla Knesset israeliana se è così che la pensa? Forse perché è la Knesset che paga il suo lauto stipendio? O perché vuole sfruttare la democrazia dello Stato d’Israele, e godere della libertà d’espressione e di movimento per dileggiarne l’autorità e fare colpo sui suoi sostenitori?
Alla luce del suo comportamento provocatorio, ho considerato come si comportavano i parlamentari ebrei durante i primi anni d’indipendenza dell’Iraq. Sebbene gli antenati di quei parlamentari ebrei si fossero stabiliti in Iraq moltissimo tempo prima che il paese venisse conquistato dagli arabi, essi rispettavano le leggi irachene, il protocollo e le regole del cerimoniale, compresa quella di ascoltare in piedi l’esecuzione dell’inno nazionale. Io stesso mi sono comportato nello stesso modo, quando ero rappresentante diplomatico d’Israele in Egitto, tutte le volte che veniva suonato l’inno egiziano. È così che si comportano gli ebrei nei vari paesi in cui vivono, ed è così che si comporta la gente civile in tutto il mondo indipendentemente dal fatto che le parole dei vari inni nazionali parlino o meno per loro.
Se la parlamentare Zoabi è disgustata da Israele perché Israele è lo stato nazionale del popolo ebraico, lei – a differenza degli ebrei che vivevano nei paesi arabi – è libera di andarsene a vivere in Palestina, in Siria, in Iraq, in Libia o in qualunque altro paese arabo. Dove verosimilmente godrà della massima libertà e di tutti i diritti cui anela il suo cuore. Si può anche sperare che le sue condizioni di vita saranno migliori di quelle che sono in Israele, e che non sarà discriminata come invece dice di essere in Israele.
Non c’è nulla di casuale nel comportamento provocatorio di Zoabi. Che sia col sostegno ai terroristi della Mavi Marmara o col rifiuto di rispettare i simboli dello Stato, ella sprona gli estremisti ad imitarla.
La maggior parte degli arabi israeliani vive bene in confronto ai loro fratelli nei paesi arabi. Le loro condizioni di vita possono e devono migliorare. Ma, per correggere carenze storiche, non occorre dare spazio a comportamenti insultanti come quelli di Zoabi.

(Da: Ha’aretz, 18.2.13)

Nella foto in alto: la parlamentare arabo-israeliana Hanin Zoabi

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