Il governo Olmert

Il primo ministro ha ribadito gli impegni 'chiari e netti' presi in campagna elettorale.

image_1199Con 65 voti a favore, 49 contrari e sei assenti, la Knesset in sessione plenaria ha approvato giovedì la fiducia al 31esimo governo dello Stato di Israele, composto da 25 ministri.
Assente dalla votazione la parlamentare Marina Solodkin (Kadima) in segno di protesta per il fatto di non aver ricevuto incarichi nel governo in rappresentanza dei neo immigrati russi. Majalli Whbee, che aveva minacciato di astenersi per una analoga protesta relativa ai cittadini drusi, si è invece presentato e ha votato a favore.
Gli altri parlamentari assenti, ma non per motivi politici, sono stati: Colette Avital (Laburisti), Michael Eitan (Likud), Azmi Bishara (Balad), Estherina Tartman (Israel Beiteinu) e Avraham Ravitz (Ebraismo unito della Torah).
Subito dopo il voto, i nuovi ministri sono stati chiamati al podio per il giuramento, a cominciare dal primo ministro Ehud Olmert che ha cercato di firmare il documento, ma ha potuto farlo solo dopo la sostituzione di tre penne non funzionanti.

Il nuovo governo è formato dai partiti Kadima, Laburista, Shas e Pensionati. Olmert ha espresso l’auspicio che Ebraismo Unito della Torah e Meretz entrino nel prossimo futuro a far parte della coalizione di maggioranza.

In dettaglio, i ministri Kadima sono: Ehud Olmert (pm, welfare), Shimon Peres (vice pm, sviluppo Negev e Galilea), Tzipi Livni (esteri), Avraham Hirchson (finanze), Roni Bar-On (interni), Avi Dichter (pubblica sicurezza), Haim Ramon (giustizia), Shaul Mofaz (vice pm, trasporti), Meir Shitreet (edilizia), Ze’ev Boim (assorbimento immigrati), Gideon Ezra (ambiente), Ya’acov Edri (senza portafoglio con delega ai rapporti col parlamento).
I ministri Laburisti sono: Amir Peretz (vice pm, difesa), Yuli Tamir (istruzione, cultura e sport), Shalom Simhon (agricoltura), Binyamin Ben-Eliezer (infrastrutture), Yitzhak Herzog (turismo), Ophir Paz-Pines (scienza e tecnologia), Eitan Cabel (senza portafoglio con delega su Israel Broadcasting Authority).
I ministri Shas sono: Eli Yishai (vice pm, industria, lavoro e commercio), Ariel Atias (comunicazioni), Yitzhak Cohen (senza portafoglio con delega su consigli religiosi) e Meshulam Nahari (senza portafoglio).
I ministri del Partito Pensionati sono: Ya’acov Ben-Yizri (sanità) e Rafi Eitan (senza portafoglio con delega su pensionati).

Aprendo la riunione, Olmert ha tenuto il discorso programmatico sulla base del quale ha chiesto la fiducia dei parlamentari. “Ci siamo affrontati in un lungo confronto elettorale – ha detto Olmert – forse troppo lungo. Nessun politico ama il compito di mettere insieme un gabinetto. In più di trent’anni di vita parlamentare ho partecipato al varo di molti governi. Non ricordo una sola volta in cui non vi siano state critiche e polemiche sugli sprechi e sui vice ministri. Nulla di nuovo. Ma questo governo ha meno cariche di tutti i governi degli ultimi dieci anni: prevede solo 25 posti di ministro, e non 25 più dieci o quindici vice ministri. Si tratta dell’accordo di coalizione più contenuto da decenni a questa parte. Tutti gli analisti finanziari che hanno esaminato l’accordo concordano che nel definirlo il più parco che sia stato firmato da molti anni in qua. È un punto chiarissimo, frutto di uno sforzo probabilmente senza precedenti”.
Olmert ha colto l’occasione per ribadire che il suo governo si atterrà all’impegno preso in campagna elettorale di attuare un ritiro da gran parte della Cisgiordania, nel quadro del cosiddetto piano di convergenza (volto a concentrare gli israeliani di Cisgiordania in pochi grandi blocchi di insediamenti a ridosso della ex Linea Verde). “Non abbiamo mai cercato di nascondere alla nazione quella che sarà l’agenda centrale del governo – ha detto il primo ministro – Alla vigilia e subito dopo le elezioni abbiamo posto pubblicamente sul tavolo della dibattito pubblico un processo politico chiaro e netto, che non si presta ad essere eluso né frainteso. Tutto il governo agirà in coerenza con gli impegni che ho illustrato. E lo stesso vale in campo sociale. Non si può ignorare che nel nostro paese, che vede uno sviluppo di successo e un’economia fiorente, esiste una larga fetta di popolazione che soffre per gravi problemi economici. Noi affronteremo questi problemi.”
Olmert ha anche ribadito che il governo cercherà il dialogo con i palestinesi sul piano di convergenza. “La continuata presenza di insediamenti disseminati in Cisgiordania – ha avvertito – costituisce un pericolo. E se l’Autorità Palestinese non coopererà con noi, allora ci daremo da fare da soli per dare forma a confini difendibili per Israele. Anch’io avevo sognato, in passato, che non venisse mai il giorno in cui avremo dovuto cedere parte della Terra d’Israele. Tuttavia dobbiamo salvaguardare il principio, dobbiamo preservare una solida e stabile maggioranza ebraica nel nostro stato”.
“Nel governo uscente – ha poi ricordato Olmert – ho assolto la funzione di primo ministro provvisorio per conto del primo ministro Ariel Sharon. Sono stato al suo fianco nei difficili giorni di valutazioni e decisioni cruciali. Ho fatto tesoro del suo coraggio, della sua calma, della sua solida leadership. Anche quando tutto intorno a lui era in tempesta, Arik stava nell’occhio del ciclone, calmo e sicuro, con la mano ferma sul timone. Da qui, in questo parlamento, a nome del governo di Israele e di tutti i cittadini del paese, esprimo la speranza e la preghiera che Ariel Sharon possa vedere la realizzazione della sua visione politica”.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, 4.05.06)

Nella foto in alto: Ehud Olmert e, alle sue spalle, i minsitri Amir Peretz, Tzipi Livni e Shimon Peres.