Il mondo alla rovescia

Ora la comunità internazionale deve dare una cruciale dimostrazione di serietà

Da un articolo di Abraham H. Foxman

image_1354Non è una novità affermare che le cose nel modo vanno alla rovescia. Hezbollah, Hamas e Iran rappresentano una minaccia per tutti. Il terrorismo che diffondono, il loro estremismo islamista e forse presto le loro armi di distruzione di massa minacciano la sicurezza del Medio Oriente e del mondo intero. È interesse della comunità internazionale che queste minacce vengano affrontate in modo responsabile. Se lo fossero, anche Israele trarrebbe vantaggio da tale iniziativa.
Ma per o più accade esattamente il contrario. Il mondo non prende sufficiente iniziativa. Anche quando approva una risoluzione, come nel caso della risoluzione 1559 approvata due anni fa dal Consiglio di Sicurezza, sul terreno non cambia praticamente nulla. Come conseguenza di questa inerzia, Israele si trova costretto ad agire per difendere se stesso. E poi, gran parte del mondo lo critica per aver fatto ciò che il mondo avrebbe dovuto fare, e lo critica mentre in realtà trae vantaggio da ciò che fa Israele. In altri termini, le cose vanno alla rovescia.
Come si sa, è uno schema che si è visto all’opera altre volte. Negli anni ’30 l’Europa, in nome dei propri interessi, avrebbe dovuto agire prima contro Hitler quando poteva ancora fermarlo. Se l’avesse fato, il popolo ebraico si sarebbe trovato in una situazione ben diversa. Invece si lasciò che Hitler accumulasse un’enorme potenza militare mentre gli ebrei restavano indifesi, intrappolati, condannati.
Per fortuna oggi il popolo ebraico, nella forma dello Stato di Israele e con l’appoggio degli Stati Uniti, non è più indifeso nel momento in cui il mondo resta inerte. Pur nel mezzo delle critiche che oggi si levano all’interno di Israele, non bisogna perdere di vista questa differenza vitale.
È stato il fallimento del Libano e della comunità internazionale ciò che ha messo Israele in questa difficile situazione. Israele, è vero, ha esitato a mandare massicce forze di terra in Libano, ma non dimentichiamo i 1.200 ragazzi israeliani caduti su suolo libanese negli anni ’80 e ’90. In fondo, anche se Israele ha commesso degli errori e non è riuscito a conseguire tutti gli obiettivi della sua operazione militare, ha comunque messo in chiaro che è pronto a fare ciò che occorre per proteggere se stesso. Un punto, questo, ben illustrato dalle dichiarazioni dello stesso primo ministro libanese Sinora, secondo cui non dovranno più esserci mini-stati all’interno del Libano, e del ministro della difesa secondo cui qualunque partito che lanci razzi su Israele è da considerare “traditore” perché offre a Israele la “scusa” per attaccare. Questa io la chiamo deterrenza.
Tuttavia, le cose non dovrebbero andare in questo modo, e Israele ha dovuto pagare un prezzo molto alto per questo guaio.
Ora la comunità internazionale deve dare una dimostrazione di serietà ancora più cruciale. La risoluzione 1701 prevede una forza internazionale che, insieme all’esercito libanese, è autorizzata a prendere il controllo del Libano meridionale, a impedire che Hezbollah vi si reinstalli in armi, a bloccare il riarmo del gruppo terrorista da parte di Iran e Siria. Vedremo ancora una volta le Nazioni Unite venir meno al loro impegno? Alcune dichiarazioni e prese di posizione fanno già riflettere.
Sembra già di assistere alla replica del copione, con la comunità internazionale che sa benissimo dove sta il suo interesse – fermare Hezbollah per evitare una guerra ancora peggiore e frenare l’ingerenza delI’Iran in Libano – ma trova ottime scuse per assecondare il corso degli eventi.
Ciò si tradurrebbe un disastro per il Libano. E potrebbe tradursi in un disastro ancora peggiore, per il regione e per il resto del mondo, se tale inerzia fosse accompagnata da altrettanta inerzia di fronte alle ambizioni nucleari iraniane. La logica ci dice che il mondo agirà su entrambi i fronti, se non altro perché sa che se non lo farà, lo dovrà fare Israele. Ma la logica spesso non è ciò prevale in questo tipo di scenari.
In ogni caso, una cosa deve essere chiara e ben compresa: Israele deve avere il diritto di difendersi, rispetto a terroristi Hezbollah che si preparano a una nuova guerra dal Libano, e rispetto a un regime iraniano che minaccia l’esistenza stessa di Israele.

(Da: YnetNews 25.08.06)

Nella foto in alto: Soldati israeliani ascoltano il ministro della difesa Amir Peretz (non visibile) lunedì nella città frontaliera di Zarit (Israele nord)