Il Monte del Tempio fra il ’29 e oggi

I fatti raramente influenzano i comportamenti delle folle fanatizzate e delle persone malintenzionate

Di David Brog

David Brog, autore di questo articolo

David Brog, autore di questo articolo

Lo scorso 18 novembre due palestinesi hanno attaccato una sinagoga a Gerusalemme, durante le preghiere del mattino, trucidando quattro rabbini e un poliziotto. Gli aggressori si sono lasciati alle spalle Bibbie e scialli di preghiera ebraici impregnati di sangue.

Secondo i famigliari dei terroristi, la sinagoga è stata attaccata per protestare contro le recenti provocazioni di Israele sul Monte del Tempio. Ma l’accusa di aggressioni israeliane sul Monte del Tempio, così come tante altre accuse in questo conflitto, va in pezzi non appena si indaghi un po’ più da vicino. L’unica cosa che Israele sta facendo sul Monte del Tempio è esercitare una sorprendente moderazione.

Quando i musulmani conquistarono Gerusalemme, nel VII secolo e.v., come è loro abitudine costruirono una moschea esattamente sul luogo che gli sconfitti consideravano più sacro. Questo è il motivo per cui la spianata dove sorgevano il Primo e Secondo Tempio, il luogo più sacro del giudaismo, è ora il luogo in cui sorgono la Moschea di al-Aqsa e la Cupola della Roccia.

Quando, nel 1967, gli israeliani liberarono il Monte del Tempio, respinsero l’appello degli estremisti che suggerivano di distruggere le moschee. Anzi, in ossequio alla sensibilità dei musulmani Israele permise che l’autorità islamica, il Waqf, continuasse a governare il Monte del Tempio. E in ossequio alle pretese dei musulmani, tutti i successivi governi israeliani hanno proibito agli ebrei di pregare sul Monte del Tempio. Anche nelle scorse settimane il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito a più riprese che Israele non modificherà questo status quo nel luogo santo.

Ma i fatti raramente influenzano i comportamenti delle folle fanatizzate e delle persone malintenzionate. Gli estremisti hanno continuato a diffondere la diceria che il Monte del Tempio e le sue moschee sarebbero sotto minaccia. E i cosiddetti moderati  han dato loro manforte. Lo stesso presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha animatamente esortato i palestinesi a difendere il Monte del Tempio “con ogni mezzo” minacciando una “guerra santa” se venisse “contaminato” dagli ebrei.

Coloro che non riescono ad accettare questo totale scollamento tra la realtà e il movente omicida sono tentati di sostituire le proprie rimostranze a quelle dichiarate dagli assassini. E così insistono a dire che tutta questa violenza sarebbe il frutto della costruzione di appartamenti israeliani a Gerusalemme o delle operazioni anti-Hamas della scorsa estate nella striscia di Gaza. Tuttavia, a chi cerca di razionalizzare in questo modo l’assassinio di ebrei in preghiera in una sinagoga la storia offre ampie smentite.

1905 - ebrei in preghiera al "Muro del pianto" nell'angusto spazio concesso loro dalle autorità islamiche davanti al Muro del pianto

1905 – Fedeli ebrei in preghiera al “Muro del pianto”, nell’angusto spazio concesso loro dalle autorità islamiche

Nel corso dei secoli in cui hanno governato su Gerusalemme, i musulmani Ottomani non hanno mai permesso il culto ebraico sul Monte del Tempio. Anzi, hanno anche sempre limitato il culto ebraico davanti al Muro Occidentale, la piccola porzione del contrafforte di sostegno esterno del Monte del Tempio dove gli ebrei erano autorizzati a riunirsi e pregare. In particolare agli ebrei non era consentito operare il minimo cambiamento, nemmeno temporaneo, nella stretta area assegnata al loro culto sotto quel Muro. Quando gli inglesi nel 1918 conquistarono Gerusalemme, decisero di mantenere questo status quo discriminatorio. Ma, col crescere della maggioranza ebraica nella popolazione di Gerusalemme, aumentava l’insofferenza degli ebrei per queste vessatorie restrizioni. Il 23 settembre 1928, vigilia di Yom Kippur, un gruppo di ebrei si riunì per la preghiera al Muro del Pianto portandovi un pannello fatto di cornici di legno coperte con un panno da usare come separazione improvvisata tra fedeli maschi e femmine, in osservanza della legge e della tradizione ebraica. I funzionari musulmani chiesero immediatamente che il pannello venisse rimosso, cosa che la polizia britannica fece il giorno seguente. Tutto qui. La piccola sfida degli ebrei allo status quo discriminatorio era fallita. Ma il capo di allora degli arabi palestinesi, Haj Amin al Husseini, non era soddisfatto di questa vittoria. Accusò gli ebrei di “ambizioni senza limiti dettate da avidità” sui siti sacri dell’islam sostenendo che volevano distruggere le moschee sul Monte del Tempio e ricostruire il Tempio ebraico. Tragicamente, le uniche avide ambizioni in campo erano quelle dello stesso Husseini che voleva fare piazza pulita degli ebrei di Palestina.

Durante tutto l’anno seguente Husseini usò la minaccia immaginaria al Monte del Tempio per accrescere il suo profilo all’estero e il suo potere all’interno. Il 23 agosto 1929 la sua martellante campagna di istigazione sfociò infine nella violenza. Dopo le preghiere e le infuocate prediche del mattino, migliaia di arabi si riversarono fuori dalle moschee del Monte del Tempio e cominciarono ad aggredire gli ebrei nella Città Vecchia di Gerusalemme. I tumulti si diffusero rapidamente ad altri quartieri ebraici di Gerusalemme e oltre. Per una terribile settimana di sangue, folle di arabi attaccarono le antiche comunità ebraiche di Gerusalemme, Hebron, Safed e altrove. Quando il pogrom del 1929 ebbe fine, gli arabi palestinesi avevano ucciso 133 ebrei e ne avevano feriti o mutilati altri 339. Come avrebbe scritto più tardi la Commissione britannica Peel, “ci furono pochissime ritorsioni da parte degli ebrei”.

Ci sono aspetti del conflitto fra Israele e i suoi vicini arabi che sono dettati da autentici motivi di rimostranza. Vi sono moderati da entrambe le parti pronti a sacrificare terre amate e sacri sogni in nome della pace e della convivenza. Ma c’è anche un altro elemento importante, in questo conflitto, e c’è sempre stato sin dall’inizio: l’odio puro e semplice.

I cristiani che vengono crocifissi, decapitati e assassinati dagli estremisti islamisti in tutto il Medio Oriente subiscono oggi quella stessa malvagità che ha mietuto le vite ebraiche nel ’29 e quelle dei quattro rabbini in preghiera dieci giorni fa a Gerusalemme. Si può sognare di dare forza e potere ai moderati. Ma è bene ricordare che talvolta quegli stessi moderati danno il potere a chi coltiva sogni tutt’affatto diversi.

(Da: Times of Israel, 19.11.14)