“Il Monte del Tempio non sarà governato dalle regole in vigore alla Mecca”

Israele respinge i tentativi in corso di vietare agli ebrei l’accesso allo storico sito di Gerusalemme

Planimetria del Monte del Tempio con indicate, fra l’altro, la Cupola della Roccia (al centro) e la moschea al-Aqsa (in basso). Clicca per ingrandire

Israele non permetterà che sul Monte del Tempio di Gerusalemme vengano applicate le regole della Mecca e Medina. Lo ha detto lunedì il parlamentare israeliano Avi Dichter, presidente della Commissione esteri e difesa della Knesset, riferendosi alle città sante in Arabia Saudita nelle quali l’ingresso è vietato ai non musulmani. “L’idea – ha spiegato Dichter a Israel Radio – che venga fatto anche sul Monte del Tempio ciò che è stato fatto in Arabia Saudita, dove le due città sante dell’islam La Mecca e Medina sono luoghi in cui solo i musulmani hanno diritto di entrare, è un’idea totalmente sbagliata, e noi non permetteremo che si avveri. Continueremo a rispettare la santità della moschea di al-Aqsa Mosque – ha concluso Dichter – ed anche a difendere i nostri diritti sul Monte del Tempio”.

I non musulmani non sono ammessi all’interno dell’edificio della moschea di al-Aqsa di Gerusalemme, mentre l’accesso ai non-musulmani è sempre stato consentito sul resto della spianata che si trova sulla sommità del Monte del Tempio (in ebraico: Har haBayit). Al-Aqsa è la moschea con la cupola di piombo che sorge nella parte meridionale della spianata (spesso confusa con la dorata Cupola della Roccia, che non è una moschea ma un santuario, e sorge al centro della spianata del Monte del Tempio). In anni recenti, tuttavia, la propaganda religiosa e nazionalista palestinese ha cercato di allargare arbitrariamente il concetto di Al-Aqsa sino a comprendere tutto il complesso del Monte del Tempio (in arabo: al-Haram al-Sharif), compresi i contrafforti esterni e dunque persino il Muro Occidentale (impropriamente dello “del pianto”) nella parte sud-occidentale. Grazie a questa mistificazione, la propaganda anti-israeliana denuncia come “aggressioni” o “assalti” alla “al-Aqsa” il semplice ingresso di ebrei sulla spianata.

L’intervento di Dichter giunge in risposta alle dichiarazioni fatte dal Ministro giordano per il Waqf e gli affari islamici, Wael Arabiyat, citato lunedì dall’agenzia di stampa ufficiale giordana Petra, il quale aveva definito “aggressiva” la visita al Monte del Tempio fatta il giorno prima da un gruppo di israeliani in occasione di Tisha be’Av, la giornata in cui gli ebrei commemorano la distruzione del Tempio, che sorgeva appunto sulla sommità del Monte del Tempio. Secondo l’agenzia Petra, Arabiyat “ha espresso completo rifiuto dell’assalto al complesso moschea al-Aqsa/al-Haram al-Sharif [Monte del Tempio] da parte di centinaia di coloni estremisti sotto stretta protezione della polizia e delle forze speciali israeliane” in quella che il ministro giordano ha definito “una manifesta sfida ai sentimenti dei musulmani e una chiara violazione del diritto e delle norme internazionali”. Domenica scorsa, secondo la polizia israeliana, su circa 400 ebrei che hanno visitato la spianata (insieme ad altri circa 600 visitatori non-ebrei), sette sono stati fermati e allontanati dagli agenti per non aver osservato le rigidissime norme di comportamento previste dalla status quo che vietano agli ebrei nel sito qualunque atto di culto e qualsiasi movimento anche minimo che possa essere interpretato come una preghiera.

Foto aerea del Monte del Tempio con indicati il Muro Occidentale (“del pianto), la Cupola della Roccia e la moschea al-Aqsa (clicca per ingrandire)

Le accuse di Arabiyat sono state pubblicate lo stesso giorno in cui i giornali giordani pubblicavano un’intervista ad Abdullah II, nella quale anche il re di Giordania criticava presunti “tentativi di violare i diritti dei residenti arabi” di Gerusalemme e di “alterare i luoghi santi islamici e cristiani”. Re Abdullah affermava che la Giordania onorerà le proprie responsabilità “religiose e storiche” verso “al-Aqsa/al-Haram al-Sharif” a fronte delle “ripetute violazioni da parte di gruppi estremisti”. E aggiungeva: “Facciamo ricorso a tutte le nostre capacità per proteggere la moschea di al-Aqsa, che comprende l’intero e indivisibile al-Haram al-Sharif, e abbiamo guidato con successo gli sforzi per far adottare questa definizione all’Onu e all’Unesco”.

Nel suo intervento di lunedì, Dichter ha denunciato il tentativo in corso di fare confusione identificando la moschea di al-Aqsa con tutto il complesso del Monte del Tempio nell’evidente intento di arrivare a vietare l’accesso degli ebrei a tutta l’area. “Recentemente – ha detto Dichter – è invalsa sempre più la tendenza di invocare la ‘difesa’ di al-Aqsa: una ‘difesa’ che si è enormemente allargata dalla moschea nella parte meridionale del Monte del Tempio sino a comprendere tutta l’area del Monte del Tempio. Israele non permetterà che questo accada”.

(Da: Jerusalem Post, Times of Israel, 15.8.16)

Immagini scattate nell’area che gli ebrei considerano sacra e che ora la propaganda palestinese insiste a far coincidere con “la moschea al-Aqsa” per vietarne l’accesso agli ebrei in quanto “terzo luogo santo dell’islam”:

Sulla strada per La Mecca, il cartello che proibisce l’ingresso ai non musulmani: