Il presidente da un solo appartamento

Reuven Rivlin succede a Shimon Peres nella massima carica dello Stato d’Israele

Con un articolo di Yedidya Julian Sinclair

Reuven Rivlin, decimo presidente d'Israele

Reuven Rivlin, decimo presidente d’Israele

Reuven Rivlin (del partito Likud), 74 anni, è stato eletto martedì decimo presidente d’Israele, con il voto di 63 parlamentari su 120 durante il ballottaggio contro Meir Sheetrit (del partito HaTnuah). Rivlin presterà giuramento il 24 luglio, e succederà al presidente uscente Shimon Peres.

Nato a Gerusalemme nel 1939, Rivlin è sposato e ha quattro figli. Di formazione avvocato con laurea in legge all’Università di Gerusalemme, è stato direttore e presidente del Beitar Jerusalem Sport, membro del Consiglio comunale di Gerusalemme per un decennio e presidente dell’Istituto per l’igiene e la sicurezza sul lavoro. È stato ministro delle Comunicazioni nel governo presieduto da Ariel Sharon dal 2001 al 2003 e presidente della Knesset.

Al ballottaggio Rivlin ha ricevuto 63 su 116 voti validi, contro i 53 ottenuti da Sheetrit. Al primo turno, su 119 voti espressi (il parlamentare Meir Porush era all’estero), Rivlin aveva ottenuto la maggioranza dei voti (44), seguito da Sheetrit con 31. Gli altri candidati al primo turno erano la parlamentare di Kadima Dalia Itzik (28 voti), l’ex giudice della Corte Suprema Dalia Dorner (13 voti) e il premio Nobel Dan Shechtman (1 voto). Due voti erano risultati nulli. (Da: Ha’aretz, israele.net, 10.6.14)

 

Yedidya Julian Sinclair, autore di questo articolo

Yedidya Julian Sinclair, autore di questo articolo

Ha scritto Yedidya Julian Sinclair, su Times of Israel, alla vigilia della votazione: «Le informazioni finanziarie divulgate dalla maggior parte dei candidati alla presidenza d’Israele sono una lettura avvincente. Assumendo che siano attendibili, quelle cifre raccontano la storia forse più importante di questa competizione. Soprattutto, illustrano un divario generazionale.

Da un lato vi sono i candidati di 75 anni e oltre, Ruby Rivlin e Dalia Dorner. Entrambi possiedono un solo appartamento di quattro stanze a Gerusalemme, acquistato quarant’anni fa. Entrambi hanno raggiunto i vertici del servizio pubblico, in politica o in magistratura, ma evidentemente nessuno dei due era interessato a tradurre tale successo in forme di sfarzoso benessere materiale.

Dall’altro lato vi sono i candidati di 65 anni o meno, Dalia Itzik e Meir Shitreet. Itzik (e va a suo merito) ha dichiarato i tre appartamenti che possiede, due a Gerusalemme e uno in un grattacielo di lusso a Tel Aviv. Meir Shitreet, che si ritiene sia uno dei membri più ricchi della Knesset, si è inizialmente rifiutato di svelare i suoi beni. È chiaro che Itzik e Shitreet sono persone per bene.

Dalia Dorner

Qui non si vuole in alcun modo insinuare che abbiano fatto alcunché di improprio o illegale o che le loro proprietà siano state guadagnate in modo men che onesto. Entrambi hanno dato un grande contributo alla vita pubblica del paese e non vedo alcun motivo per cui non si debba accordare loro gratitudine e rispetto.

Ma non dimenticherò mai la mia prima volta al Begin Center Museum. A un certo punto della visita vi ritrovate seduti nella ricostruzione di salotto, su logori divani anni ‘50. La guida vi informa che siete seduti sul divano-letto su cui Menachem e Aliza Begin hanno dormito, nel loro appartamento a Tel Aviv da una stanza e mezza, durante i 29 anni in cui Begin era leader dell’opposizione. In quel momento, così come quando si visita il capanno tappezzato di libri in cui viveva Ben Gurion nel kibbutz di Sde Boker, o quando si legge il resoconto di Oriana Fallaci dell’intervista al primo ministro Golda Meir che lavava i piatti da sé, ci si rende conto del divario in termini di etica del servizio pubblico che separa la sobrietà dei fondatori dello Stato della ostentazione dei vari Olmert e simili.

Nella casa di David Ben Gurion, a Sde Boker

Rivlin e Dorner sono cresciuti all’ombra dell’esempio di Begin e Ben Gurion, la generazione che disdegnava la ricchezza materiale e disprezzava coloro che la perseguivano come “carrieristi” poco seri, disposti a svendere i loro principi per una bella macchina e una posizione conveniente; mentre la generazione più giovane è entrata nella vita pubblica negli anni ’80 e ’90, quando la pasticciata privatizzazione delle industrie di proprietà pubblica ci ha lasciato in eredità molti dei nostri guai politici ed economici. L’idea di liberare l’economia era giusta, ma troppo spesso i monopoli statali sono stati semplicemente trasferiti in mani private. Il nesso nocivo così creato fra denaro e politica ci ha dato la doppia piaga degli ultimi vent’anni: magnati dell’economia che devono la loro ricchezza all’influenza politica, e politici che devono la loro carriera all’amicizia con i ricchi.

Non c’è niente di male nella ricchezza, a mio modo di vedere, se vi si arriva in modo onesto e se ne fa un uso generoso e responsabile. Ma le vicende degli ultimi due decenni devono indurci a diffidare dei politici un po’ troppo ricchi. Ecco perché desidero un presidente da un solo appartamento. Dorner o Rivlin, per me è lo stesso. Rivlin è di destra, Dorner è sostenuta a sinistra dal Meretz, ma per me questa differenza è irrilevante. Per me conta di più ciò che dicono le cifre: entrambi hanno vissuto vite dedicate al servizio pubblico, entrambi avrebbero potuto ingigantire le loro abitazioni negli ultimi quarant’anni, se avessero voluto, ma non l’hanno fatto: nessuno dei due è interessato alla presidenza per potersi trasferire nella prestigiosa residenza ufficiale di Bet Hanassi. Entrambi hanno dimostrato che possono portare nella Casa del Presidente i valori di sobrietà, schiettezza e spirito di servizio che hanno costruito lo Stato di Israele, e che incarnano il meglio di questo paese». (Da: Times of Israel, 9.6.14)