Il presidente egiziano presenzia a un sermone antisemita

Mentre il consulente di Hamas scrive: «Israele deve scomparire».

«Oh Allah, distruggi gli ebrei»

Lo scorso 19 ottobre il Canale Uno della tv egiziana ha trasmesso le immagini del presidente Mohamed Morsi mentre assisteva, ripetendo il consueto “amen”, a un sermone in una moschea nel governatorato di Matrouh durante la quale il predicatore Futouh Abd Al-Nabi Mansour esortava Allah a “distruggere gli ebrei e i loro sostenitori, disperderli e farli a pezzi”.

Queste le parole del predicatore Futouh Abd Al-Nabi Mansour: «Oh Allah, assolvici dai nostri peccati e fortificaci, e concedici la vittoria sugli infedeli. Oh Allah, distruggi gli ebrei e i loro sostenitori. Oh Allah, disperdili e falli a pezzi. Oh Allah, dimostra su di loro la tua potenza e la tua grandezza. Mostraci la tua onnipotenza, oh Signore.»
(Da: Memri, 19.10.12)

Il filmato (con sottotitoli in inglese):

 

«Israele è un’entità che deve scomparire»

Quelli che seguono sono brani tratti da un articolo pubblicato, lo scorso 8 ottobre, sul quotidiano di Hamas “Al-Risala” da Kana’an ‘Obeid, consulente del “governo” di Hamas sulla striscia di Gaza.

«Il deterioramento della causa palestinese è avvenuto in una serie di fasi. All’inizio c’erano slogan come “eliminare Israele” e “buon appetito, oh pesci del mare!”, e lo slogan dell’Olp “non cederemo mai un solo granello di terra”. Poi vennero il consenso alla risoluzione 242, il riconoscimento di Israele, il congelamento della “obsoleta” Carta dell’Olp. Infine Abu Mazen ha dichiarato che Israele è destinato a restare. […] L’arena in cui è stata trascinata l’Olp è molto chiara. Questo costringe Hamas e le fazioni della resistenza armata a tornare indietro e scongiurare ogni pragmatismo, così come la trappola di cercare di guadagnarsi l’opinione pubblica globale lasciando intendere la possibilità concordare uno Stato entro i confini del 1967 in cambio di una hudna (tregua) prolungata. Questa è quella che si credeva fosse la porta per accedere all’accettazione da parte dell’Occidente, invece era il primo passo giù per una nuova china, da giustificare più tardi con brillanti argomenti politici o persino con decreti religiosi pragmatici. Per rimediare a questo, Hamas deve astenersi dall’onorare ogni accordo firmato dall’Olp con Israele. L’Olp è una cosa morta che non può essere imbalsamata. L’incorporazione di Hamas all’interno dell’Olp dopo la sua imbalsamazione, o dopo una riforma nei suoi ranghi, costituirebbe un riconoscimento degli accordi che l’Olp ha firmato con Israele. In nessun caso riconciliazione nazionale significa accettare un piano politico che include il rispetto degli Accordi di Oslo, e la riconciliazione politica non significa riconciliarsi contro la patria. Dobbiamo lanciare una visione nazionale corretta in cui si distingua fra piani per la gestione della vita quotidiana in patria, e piani volti alla gestione del conflitto. Questi l’Olp li ha abbandonati e non li ha più ripresi, esattamente come si è ritirata dalla cerchia della resistenza armata e non vi ha più fatto ritorno. Hamas deve proclamare che è stata costituita per eliminare lo Stato di Israele e che Israele è un’entità che deve scomparire. Deve dichiarare che il suo progetto politico, militare e sociale è la liberazione di tutta la terra per mezzo della resistenza armata, e che l’Occidente porta la responsabilità di questa aberrante entità. Questo progetto è la porta d’accesso di Hamas al mondo arabo e islamico. Dobbiamo presentarlo all’Occidente affinché decida di smetterla di sostenere Israele e si renda conto che ha fatto un errore e che lo deve correggere.»

(Da: Memri, 11.10.12)