Il primo ministro palestinese non vuol sentir parlare di ”due popoli”

Ecco perché Salam Fayyad se n’è andato da un incontro col vice ministro degli esteri israeliano.

image_2941Il primo ministro dell’Autorità Palestinese Salam Fayyad ha abbandonato furibondo un incontro del Comitato di Collegamento Ad Hoc delle Nazioni Unite in corso martedì a New York, ed ha annullato la prevista conferenza stampa con il vice ministro degli esteri israeliano Daniel Ayalon che avrebbe dovuto fare seguito all’incontro, dopo che Ayalon si era rifiutato di approvare una sintesi della riunione che parlava di “due stati” ma non comprendeva le parole “due stati per due popoli”.
“Quello che ho detto – ha spiegato Ayalon al Jerusalem Post in un’intervista telefonica – è che, se i palestinesi non sono disposti a parlare di due stati per due popoli, per non dire poi di Israele come di uno stato ebraico, allora non c’è nulla di cui parlare. Ho anche detto che se i palestinesi, alla fine del processo, puntano ad avere uno stato palestinese e uno stato bi-nazionale, sappiano che questo non avverrà”.
Alla domanda se fosse rimasto sorpreso per la brusca uscita di Fayyad, Ayalon ha risposto: “Sì, molto”. Ed ha aggiunto: “Sono rimasto molto sorpreso nel vedere che evidentemente non viene accettata l’idea di due stati per due popoli. E inoltre ho detto che non mi occorre che i palestinesi dicano a me, in ebraico, che Israele è lo stato nazionale del popolo ebraico. Ho bisogno che lo dicano in arabo alla loro gente. Se pensano di poter creare uno stato palestinese e uno stato a doppia nazionalità, si sbagliano”.
“Vedremo cosa viene fuori dai negoziati che sono in corso in questo momento – ha poi detto Ayalon – Ma in ogni caso Israele non accetterà un approccio tutto-o-nulla, né ultimatum o pre-condizioni”.
Il Jerusalem Post ha intervistato Ayalon in seguito a un evento della Clinton Global Iniziative, che ha visto il presidente d’Israele Shimon Peres e il primo ministro palestinese Fayyad partecipare a un panel presieduto dall’ex presidente Usa Bill Clinton, dedicato al tema delle potenzialità economiche della regione in caso di raggiungimento della pace. Benché Bill Clinton si sia volonterosamente adoperato per evitare che la discussione del panel deviasse verso i temi politici degli attuali negoziati israelo-palestinesi, non è sfuggito il fatto che Peres e Fayyad, sebbene seduti uno accanto all’altro, alla fine della riunione non si sono scambiati una parola di saluto. “Con tutto il dovuto rispetto per l’economia palestinese – ha commentato Ayalon – rimane il fatto che essa dipende dalla situazione della sicurezza, e che Israele non giocherà alla roulette russa con la vita dei suoi cittadini. Siamo decisamente favorevoli al miglioramento dell’economia palestinese, e per quanto mi riguarda ho elencato tutte le cose che stiamo facendo in questo senso. Ma li ho anche esortati a combattere il terrorismo e ad adoperarsi al meglio per eliminarlo”.

(Da: Jerusalem Post, 22.9.10)

Nella foto in alto: il primo ministro dell’Autorità Palestinese Salam Fayyad, a New York, con presidente d’Israele Shimon Peres