Il silenzio dell’Onu sulla minaccia Hezbollah genererà nuove violenze

La comunità internazionale sta a guardare mentre la illegale milizia libanese filo-Iran schiera il suo arsenale al confine nord di Israele

Di Grace Meng e Mark Meadows

Grace Meng, membro democratico del Congresso Usa, New York, coautrice di questo articolo

Grace Meng, membro democratico del Congresso Usa, New York, coautrice di questo articolo

Ancora una volta, l’Iran sta alimentando instabilità e violenza in Medio Oriente. Sebbene siano trascorsi nove anni dalla guerra tra Israele e Hezbollah, i recenti scontri tra Israele e la milizia libanese asservita all’Iran dimostrano che la tensione potrebbe degenerare in qualsiasi momento. Il recente spudorato attacco di Hezbollah contro un convoglio militare israeliano ha causato la morte di due soldati israeliani e, nel successivo scambio di colpi, di un casco blu delle Nazioni Unite. Si tratta del più grave incidente dal 2006 e potrebbe essere la premessa di una conflagrazione assai più ampia.

Il Dipartimento di stato americano ha condannato con forza l’azione di Hezbollah definendola “una palese violazione del cessate il fuoco tra Libano e Israele e della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu numero 1701”. Il Consiglio di Sicurezza approvò la risoluzione 1701 dopo la guerra in Libano dell’estate 2006 con lo scopo di garantire un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah e porre fine agli scontri armati. Israele si ritirò dal Libano grazie espressamente alle garanzie contenute nella 1701, che proibisce “la vendita e fornitura in Libano di armi e materiali connessi, ad eccezione di quanto autorizzato dal suo Governo” e prevede “l’istituzione tra la Linea Blu [confine internazionale] e il fiume Litani di una zona senza personale armato, dotazioni o armamenti che non siano quelli del governo del Libano e delle truppe UNIFIL”.

Mark Meadows membro repubblicano del Congresso Usa, North Carolina, coautore di questo articolo

Mark Meadows membro repubblicano del Congresso Usa, North Carolina, coautore di questo articolo

Purtroppo la 1701 è stata regolarmente violata sin da quando venne approvata l’11 agosto 2006, senza che siano state prese misure né sanzioni contro i trasgressori, che anzi hanno goduto di scarsa attenzione nelle sedi internazionali. Già da molto tempo Nazioni Unite e Libano avrebbero dovuto far rispettare questa risoluzione di fondamentale importanza, prima che le violenza peggiori drammaticamente.

In base alla 1701, le Forze interinali Onu in Libano (UNIFIL) sono state incaricate di impegnare i miliziani Hezbollah al fine di garantire che l’area di competenza dell’UNIFIL non venisse utilizzata per attività ostili, e di assistere il governo del Libano per assicurare che tutte le milizie fossero disarmate.

Nonostante le prove costanti delle massicce violazioni della risoluzione da parte di Hezbollah e della mancanza di cooperazione da parte delle forze armate libanesi, le Nazioni Unite, purtroppo, non hanno agito per più di otto anni e non stanno assolvendo agli impegni che si sono assunte con la 1701. Durante questo periodo di otto anni, Hezbollah – una milizia armata chiaramente illecita – ha consolidato il suo controllo sul Libano meridionale e ha accumulato un arsenale di razzi e missili stimato in quasi 100.000 ordigni, tutti puntati contro Israele. Secondo recenti rapporti, l’Iran ha fornito a Hezbollah nuovi missili avanzati tipo “Fateh”, con una gittata di 250-350 chilometri, capaci di trasportare testate da 500 kg. Oltre all’arsenale di razzi, Hezbollah avrebbe acquisito anche avanzati sistemi di difesa anti-aerea e anti-navale dalla e/o attraverso la Siria, e avrebbe accresciuto i suoi armamenti anti-carro e anti-blindati. Sia la quantità che la qualità di questi missili dell’arsenale Hezbollah minacciano di sopraffare il sistema di difesa anti-missilistico israeliano, il che potrebbe innescare una rapida reazione tesa ad annullare la minaccia missilistica, causando sostanziali perdite su entrambi i lati.

Missile Fateh-110 durante una parata in Iran

Missile Fateh-110 durante una parata in Iran

A differenza di Iran e Hezbollah, Israele ha pienamente rispettato la risoluzione 1701: non solo ha rispettato i propri impegni nell’ambito della risoluzione ritirandosi completamente dal Libano, ma ha anche reagito con grande moderazione alle attività militari di Hezbollah in Libano e Siria. Inoltre, Israele ha collaborato con l’Ufficio Onu per il Coordinamento degli affari umanitari offrendo supporto umanitario in Libano, e ha curato a proprie spese una grande quantità di siriani feriti nella guerra civile del loro paese.

Tuttavia, dopo essersi ritirato dal sud del Libano nel 2006, oggi Israele si trova a fronteggiare un confine settentrionale estremamente più instabile, mutevole e minaccioso perché il governo di Beirut e le Nazioni Unite non hanno mantenuto i loro impegni. Di conseguenza, tutti i principali centri abitati israeliani sono sotto la minaccia di missili e razzi Hezbollah come non era mai accaduto prima d’ora.

Un’altra guerra tra Israele e Hezbollah avrebbe conseguenze devastanti per tutte le parti coinvolte. Le Nazioni Unite, un’organizzazione creata per aiutare a mantenere la pace e la stabilità, purtroppo finora non sono riuscite a farlo nel sud del Libano nonostante il chiaro mandato della risoluzione 1701. Il mondo ha temporeggiato sui propri impegni mentre Hezbollah accumulava un arsenale di 100.000 razzi e missili, compresi i sofisticati missili “Fateh” forniti dall’Iran, schierati a sud del fiume Litani lungo il confine con Israele. La mancanza di iniziativa dell’Onu e della comunità internazionale su questo scacchiere finirà col generare nuove violenze, con grave danno per Israele, per il Libano e per la causa della pace e della stabilità in Medio Oriente.

(Da: Times of Israel, 1.3.15)