«Il suo scopo è salvare vite umane, a prescindere»

Una sergente di 20 anni in prima linea per soccorrere i siriani feriti nella guerra civile

Di Yoav Zitun

Il sergente Mayan Yogev all’opera sul campo

Il sergente Mayan Yogev all’opera sul campo

Il sergente Maya Yogev è probabilmente il più indaffarato paramedico delle Forze di Difesa israeliane. Nel quadro dei suoi compiti come paramedico degli esploratori della Brigata Nahal, che pattugliano le alture del Golan israeliano sul confine con la Siria, è diventata il pronto soccorso delle forze israeliane lungo quello che si è recentemente trasformato nel più pressante confine d’Israele.

Dopo un certo numero di durissimi mesi durante i quali si è presa cura di centinaia di siriani feriti, lei e i suoi compagni d’armi stanno per essere mandati a sud per un periodo di addestramento. “Nel corso degli ultimi mesi – dice un alto comandante della Nahal – la giovane ha visto coi propri occhi cose che un normale paramedico vede solo in dieci anni. Il sergente Maya non si tira mai indietro. Ci sono state situazioni tremende in cui ha dovuto prestare soccorso sul campo a una vittima colpita in pieno alla testa, o eseguire una tracheotomia d’urgenza su una ragazzina di 12 anni in condizioni critiche”.

Soldati israeliani sul Golan, al confine con la Siria

Soldati israeliani sul Golan, al confine con la Siria

L’esercito israeliano non fornisce il numero esatto, ma secondo le stime degli osservatori Israele ha già prestato soccorso e cure mediche (gratuite) a più di 800 siriani feriti. Quelli in condizioni più gravi vengono ricoverati in vari ospedali della regione, mentre gli altri vengono curati in un ospedale da campo appositamente allestito nel marzo scorso dalle Forze di Difesa israeliane presso uno dei loro avamposti di frontiera. Il transito di feriti siriani al confine con Israele è talmente cresciuto che Israele ha inviato un’unità medica della riserva a fare formazione sul Golan, per affiancare l’ospedale di fortuna nel suo carico di lavoro.

Il sergente Yogev, una ventenne originaria del kibbutz Tzova, presso Gerusalemme, non si limita a offrire assistenza ai siriani feriti. Come paramedico di prima linea, ha anche preso parte a operazioni delle Forze di Difesa lungo il precario confine siriano, imboscate comprese, combattendo a fianco dei soldati maschi delle unità d’élite della Nahal. “Non ci siamo affatto sorpresi – dice Yitach, il fratello di Yogev – Maya ha un carattere forte che le permette non solo di reggere la vista di scene dolorose, ma anche di affrontare sfide difficili senza remore o paure. Quando torna a casa, esce a distrarsi e ci parla di quanto crede in quello che sta facendo, senza che facciamo domande. Ci racconta di quando incontra queste persone in disperato bisogno di aiuto, senza arricchire le storie di nessun eroismo. Già quand’era alle scuole superiori sapeva che avrebbe voluto dare un intenso significato al suo periodo di leva, offrendo aiuto e contribuendo a salvare vite umane”. Aggiunge il padre, David Yogev: “Per lei è sempre stato importante dare un contributo per aiutare altre persone. Il suo lavoro in questi ultimi mesi mi riempie di orgoglio”.

Anche i suoi commilitoni la coprono di elogi. “Non esita mai a unirsi alle forze che si portano nelle aree più delicate della frontiera, offrendo assistenza medica a ogni siriano che arriva al confine: senza pensarci due volte, come se si trattasse di soldati israeliani. Il suo scopo è salvare vite umane, a prescindere”.

(Da: YnetNews, 27.10.13)