Il video di un giovane arabo di Galilea svela assurdità e ipocrisie del movimento BDS

Vi sono milioni di benintenzionati occidentali, ansiosi di militare per una nobile causa, che non hanno la minima idea dei termini reali del conflitto israelo-palestinese

Editoriale del Jerusalem Post

Nuseir Yassin

Nella migliore delle ipotesi, il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele) è composto da attivisti totalmente ignoranti, animati da una visione semplicistica e tragicamente inadeguata della realtà. Nella peggiore, è espressione di un rozzo antisemitismo che prende di mira guarda caso l’unico paese al mondo a maggioranza ebraica attaccandolo in modo esclusivo. Per avere qualche successo, il movimento BDS ha bisogno di entrambi.

Vi sono milioni di benintenzionati europei e americani alla ricerca di una nobile causa per cui militare, che sono tuttavia all’oscuro delle più elementari conoscenze circa il conflitto: dalle dimensioni delle popolazioni coinvolte alle terre in discussione, dalle varie tappe della storia del contenzioso alla realtà politica contemporanea israeliana e palestinese. Insomma, non ne sanno praticamente niente.

Vi sono poi, e spesso nelle posizioni direttive del movimento, degli autentici odiatori di ebrei (compresi alcuni che sono ebrei loro stessi), che ingannano le masse inconsapevoli descrivendo gli israeliani come rapaci imperialisti bianchi e i palestinesi come innocenti nativi giustamente furibondi per essere stati ingiustamente privati della loro terra.

Fosca ignoranza e travisamento della realtà favoriscono il movimento BDS. Ma per fortuna, capitano anche dei rari momenti di luce e chiarezza. Un singolo video della durata di un minuto, postato da un giovane arabo israeliano della Bassa Galilea e diffuso in modo virale sui social network nei giorni scorsi, offre al mondo uno sguardo assai più veritiero sulla complessità del conflitto israelo-palestinese e sulle assurdità del BDS in quanto movimento globale.

Clicca l’immagine per vedere il video sul Jerusalem Post

Da un anno e mezzo Nuseir Yassin viaggia in giro per il mondo registrando ogni giorno un video di un minuto con l’obiettivo di abbattere pregiudizi e stereotipi. Lo scorso primo ottobre ha concentrato la sua attenzione sugli effetti del movimento BDS postando un video in cui parla dell’esperienza che gli è capitata quando gli è stato impedito di volare con la Kuwait Airlines perché è cittadino israeliano. Yassin stava trasferendosi da New York all’India, ma quando ha mostrato del suo passaporto israeliano è stato cancellato dalla lista di bordo. La Kuwait Airlines adotta infatti la politica del boicottaggio anti-israeliano. “Siccome sono israeliano – spiega incredulo Yassin nel suo video – un’intera compagnia aerea non è autorizzata a farmi a bordo dei suoi aerei, anche se non sto andando nel Kuwait”. Questo comportamento, aggiunge, è discriminatorio e “dovrebbe essere illegale”.

Ecco dunque, condensate in un breve ed efficace video, molte delle complessità che caratterizzano il conflitto israelo-palestinese e delle contraddizioni intrinseche del movimento BDS. I sostenitori del movimento BDS che si definiscono “preoccupati amici” di Israele sostengono che è possibile utilizzare il boicottaggio in modo mirato solo contro gli insediamenti, che essi considerano l’unico vero ostacolo alla pace. Ma la realtà è che il movimento per il boicottaggio non può e non vuole fare nessuna distinzione e attacca tutto ciò che appare in qualunque modo “israeliano”, fino al punto di danneggiare spesso arabi e palestinesi quanto e più degli ebrei israeliani, per non dire dei coloni. Per dirla con le parole di Yassin, “se volete boicottare Israele per via della Palestina, non credo che vi importi veramente, perché state boicottando anche due milioni di israeliani palestinesi musulmani, come me”.

Il movimento BDS dipinge Israele come l’oppressore dei diritti palestinesi, opportunamente ignorando il fatto che un quinto della popolazione israeliana è costituito da israeliani arabi come Yassin, che godono di un’istruzione statale molto migliore e di diritti ben più ampi rispetto agli arabi in molti, se non tutti, gli altri paesi del Medio Oriente.

“Un esclusivo sistema di sicurezza israeliano che avrebbe potuto prevenire gli attentati a Parigi era stato rifiutato nel 2016 dalle autorità francesi a causa delle pressioni del movimento per il boicottaggio di Israele” (clicca l’immagine per la notizia)

Non basta. Sostenitori del boicottaggio contro Israele come il Kuwait evitano accuratamente di considerare quanto sono selettivi: sono pronti a negare l’accesso degli israeliani ai loro paesi e anche sugli aerei delle loro compagnie. Ma quanti di questi arcigni boicottatori sono disposti ad affrontare i veri sacrifici che sarebbero necessari se volessero attuare un vero boicottaggio di tutto ciò che Israele ha dato al mondo? Quanti di loro sono disposti a privarsi delle tante innovazioni arrivati da Israele nel corso degli anni? Come afferma lucidamente Yassin nel suo video, “caro Kuwait, se vuoi boicottare Israele fai pure: rifiutarmi il servizio aereo. Però dammi anche le tue chiavette USB, i tuoi telefonini, le tue vetture con dispositivi di sicurezza, il tuo Viber per la messaggistica on-line, il tuo navigatore gps Waze e il tuo anti-virus: anche tutto questo è Israele”.

Milioni di ignari sostenitori del BDS non sanno che i palestinesi hanno scelto di sostenere una dirigenza politica intransigente che ha ripetutamente respinto le proposte israeliane per risolvere il conflitto in modo equo, e che le barriere difensive e i posti di controllo israeliani non sono stati costruiti per impedire ai palestinesi di guadagnarsi da vivere in Israele, cosa che continuano a fare, ma per fermare i terroristi. E non si rendono conto che il boicottaggio danneggia gli arabi quanto gli ebrei, e che tra i sostenitori del movimento BDS vi sono molti autentici ipocriti. Guardare il video di Yassin può aiutare a gettare un po’ di luce sulle tante assurdità e contraddizioni delle campagne BDS.

(Da: Jerusalem Post, 4.10.17)

Vedi su Jerusalem Post il video di Nuseir Yassin (in inglese)