Impianto di coralli su supporti artificiali a Eilat

Per salvare la barriera corallina dall’eccesso di visite subacquee

image_1864Gli esperti dell’università Ben-Gurion hanno incominciato ad “impiantare” coralli su barriere coralline artificiali al largo delle coste di Eilat (Mar Rosso) per attirare i sub e allontanarli dalle fragili barriere naturali che sono state danneggiate dalle troppe visite sott’acqua.
Il progetto, in corso da settembre, è guidato dal dott. Nadav Shashar, del Programma di biologia marina e biotecnologia dell’Università Ben Gurion, con la collaborazione del prof. Zvi Abramsky del Dipartimento scientifico, del dott. Arik Diamant del Centro nazionale per l’agricoltura marina, e dallo studente Omer Pollack. Alcuni adolescenti, dopo l’orario scolastico, aiutano la squadra a piantare i coralli.
Dicono che le barriere artificiali – placche sagomate composte di cemento e metallo dalle forme attraenti – serviranno come terreno di riproduzione per una grande varietà di specie di coralli. Chiamata “Tamar Reef”, la barriera sarà visitata da molti sub in cerca della variopinta vita animale.
“La ricerca necessaria a costruire una barriera artificiale è molto stimolante e occupa scienziati di università in Israele e in tutto il mondo – dice Shashar – E’ una sfida ecologica in cui il ricercatore deve pianificare in anticipo gli elementi del sistema ecologico della barriera e poi assicurarsi che una ‘società’ di coralli indipendente possa sopravvivervi e prosperare. Questo fa parte del concetto innovativo di conservare la natura basato sullo sforzo attivo compiuto in aree in cui il corallo è stato danneggiato”.
Inoltre, ha aggiunto Shashar, l’impianto di barriere artificiali e i modi per conservarle attivamente costituisce anche un importante strumento educativo per comprendere l’ecologia delle barriere coralline.
Le placche sono state poste sul fondo del Mar Rosso l’aprile scorso dalla National Nature and Parks Authority. Da allora, la zona è stata popolata da pesci e invertebrati e ha cominciato ad attirare i sub. Ha anche suscitato l’interesse della stampa mondiale e dei ricercatori stranieri.
Poiché ci vogliono anni perché i coralli si stabiliscano sulle barriere naturali, i ricercatori dell’Università Ben Gurion hanno costituito un ‘vivaio’ di coralli in cui i coralli giovani vengono allevati in condizioni ottimali, in modo da accelerarne la crescita. Questi coralli vengono ora piantati secondo un piano preciso per trasformare le strutture di cemento e metallo in barriere attive e vitali. Shashar ha detto che la sua équipe ha imparato molto dagli esperti di riforestazione del Fondo Nazionale Ebraico (KKL) su come avviare e promuovere la crescita dei coralli.
Il progetto, attuato congiuntamente da accademici e conservazionisti, è finanziato dall’USAID-MERC del Dipartimanto di stato americano e dalla Whitely Foundation in Gran Bretagna come parte di uno sforzo di cooperazione israelo-giordano.

(Da: Jerusalem Post, 17.09.07)