“Impudente e inaccettabile che gruppi terroristi vogliano portare i soldati israeliani davanti alla Corte Internazionale”

Lo ha detto il presidente d’Israele Rivlin al Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon

Il Presidente d’Israele Reuven Rivlin, a sinistra, con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon

Il Presidente d’Israele Reuven Rivlin ha esortato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, a prendere posizione contro il tentativo palestinese di portare davanti alla Corte Penale Internazionale i soldati delle Forze di Difesa israeliane e i leader del paese. Lo ha detto lo stesso Rivlin martedì in un’intervista a YnetNews.

“Ho detto al Segretario Generale dell’Onu – ha spiegato Rivlin – che l’appello alla Corte Internazionale da parte del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) è come un’arma non convenzionale puntata contro Israele. Le Forze di Difesa israeliane sono uno degli eserciti più etici del mondo. Non ho il minimo dubbio sul fatto che in Israele sappiamo come indagare ogni evento che ha luogo nel corso di conflitti che ci vengono imposti, e sappiamo trarre ogni necessaria conclusione: non vi è alcuna forza in Israele più forte della legge. Vengono a dire che i nostri fratelli, i nostri figli e i nostri nipoti che servono nelle Forze di Difesa israeliane sono criminali di guerra? – ha continuato Rivlin – E chi lo dice? Lo dicono Hamas e Hezbollah, organizzazioni terroristiche che non esitano a massacrare la loro stessa gente”.

Rivlin ha aggiunto: “Ban Ki-moon mi ha ascoltato con attenzione ed è rimasto in silenzio. Che Israele e i suoi soldati vengano accusati di crimini di guerra da organizzazioni terroristiche, gli ho detto, è più che paradossale e impudente: è intollerabile. Sappiamo che in casi come questo il Segretario Generale ha solo un ruolo tecnico, ma gli ho detto che lui è uno dei leader del mondo e le sue parole hanno un peso. Quando le organizzazioni terroristiche sparano razzi contro di noi e li sparano dalle scuole, dagli ospedali e dai luoghi di culto, il Segretario Generale delle Nazioni Unite deve dirlo con le parole più chiare e nette”.

Il Presidente israeliano Reuven Rivlin porta caffè caldo ai soldati in servizio, durante l’ondata di maltempo di quest’inverno.

Il Presidente israeliano Reuven Rivlin porta caffè caldo ai soldati in servizio, durante l’ondata di maltempo di quest’inverno.

Rivlin si trova a New York per parlare all’Assemblea Generale dell’Onu in occasione della Giornata della Memoria di martedì, ma il suo intervento è stato rinviato di un giorno per via delle condizioni atmosferiche nel nord-est degli Stati Uniti. “La discussione sull’antisemitismo sotto l’egida del Segretario Generale è importante – dice Rivlin – Comprendere le lezioni del passato è estremamente importante per la nostra capacità di affrontare le sfide di oggi, in Medio Oriente e in tutto il mondo. L’odio religioso è in aumento, i veleni del fondamentalismo e del terrorismo non risparmiano nessun angolo del globo, e la necessità di combattere queste minacce è un interesse internazionale prioritario. Ho detto molto chiaramente al Segretario Generale che le parole mai più non devono diventare una frase vuota. Mai più significa che non deve accadere né in Bosnia, né in Nigeria, né in Sudan, nè in qualsiasi altra parte del mondo”.

La sua prima sera a New York, il presidente Rivlin ha chiesto di ordinare una pizza nella sua camera d’albergo anziché cenare in uno dei tanti ristoranti della città, spiegando che non voleva creare fastidi ai newyorchesi. Il perché è apparso chiaro alla fine dell’intervista con YnetNews, che si è svolta nella sede delle Nazioni Unite, quando il presidente è stato riportato in albergo con un convoglio di una decina di veicoli che hanno percorso la Seconda Avenue a sirene spiegate. “Spostarsi per le strade di New York da presidente è davvero una cosa che complica la vita alla gente – ha spiegato Rivlin – So cosa vuol dire entrare in un ristorante accompagnato dagli addetti alla sicurezza e dalle forze di polizia di New York e dell’FBI, che addirittura bloccano la strada. Ho 75 anni e per me non è poi così terribile restare una sera in albergo”.

(Da: YnetNews, 27.1.15)