In un video, la proposta di costruire un’isola artificiale al largo di Gaza

Idee fuori dagli schemi per promuovere convivenza e sviluppo nella sicurezza

Il ministro israeliano Yisrael Katz illustra la proposta di isola artificiale al largo di Gaza durante una conferenza stampa al Ministero dei trasporti, lo scorso aprile

Il ministro israeliano per trasporti e intelligence Yisrael Katz (del Likud) ha diffuso un video per promuovere la sua proposta di costruire un’isola artificiale al largo della costa della striscia di Gaza che risponda alle esigenze di sviluppo dell’economia dell’enclave palestinese pur preservando la sicurezza di Israele.

L’isola proposta, di circa 534 ettari per un investimento di 5 miliardi di dollari nell’arco di 5 anni, includerebbe infrastrutture e servizi che attualmente a Gaza mancano o sono carenti, come impianti per la desalinizzazione dell’acqua e per la produzione di energia elettrica, uno scalo merci marittimo con area per lo stoccaggio dei container ecc. Strutture che, secondo il ministro Katz, contribuirebbero ad aprire l’economia di Gaza al mondo esterno. Un ponte stradale, di cui una parte mobile, collegherebbe l’isola artificiale alla costa di Gaza. In una fase successiva, sull’isola potrebbe trovare posto anche un aeroporto. E’ da alcuni anni che Katz va ventilando quest’idea, che di recente ha guadagnato nuovo impulso dopo aver suscitato, lo scorso aprile, reazioni positive da parte di esponenti dell’amministrazione americana.

Il nuovo video presentato mercoledì, completo di animazione grafica e spiegazioni sia in ebraico che in inglese, illustra i particolari della proposta di Katz. “L’iniziativa dell’isola artificiale mira a fornire una risposta a una realtà che è negativa per i palestinesi e non positiva per Israele” esordisce la voce di commento, facendo riferimento alle condizioni in cui versa la striscia di Gaza dopo un decennio di dominazione del gruppo terroristico Hamas, che nel 2007 strappò il controllo alla rivale Fatah con un sanguinoso colpo di stato. Da allora Gaza è sottoposto a controlli e limitazioni anti-terrorismo da parte sia di Israele che dell’Egitto. Dal 2008 in poi, i gruppi terroristici che fanno base a Gaza, capitanati da Hamas, hanno scatenato contro Israele tre guerre e innumerevoli scontri minori. “Oggi – continua il commento del video – Israele continua a essere percepito come responsabile per la striscia di Gaza e in larga misura ne costituisce l’unica àncora di salvezza sebbene si sia ritirato dalla striscia più di un decennio fa”.

L’isola che viene proposta, “finanziata, costruita e posseduta a livello internazionale”, verrebbe edificata a circa tre miglia dalla costa di Gaza e fornirebbe ai palestinesi “una porta d’accesso al mondo sotto l’aspetto umanitario, economico e dei trasporti senza compromettere la sicurezza di Israele”. Un punto fondamentale della proposta di Katz, infatti, è che Israele controllerebbe la sicurezza attorno all’isola e nel porto per impedire l’ingresso di materiali che potrebbero essere utilizzati per attacchi contro i civili israeliani e per minacce come i razzi e i tunnel d’infiltrazione, che rappresentano un grande motivo di preoccupazione. “Al fine di garantire che le minacce alla sicurezza trovino adeguata risposta, Israele manterrebbe il controllo della sicurezza nel mare attorno all’isola e sulle ispezioni di sicurezza nel porto”. Sull’isola stessa, Katz prevede una forza di polizia internazionale “che sarà responsabile della sicurezza e dell’ordine pubblico nell’isola e ad un posto di controllo sul ponte che collega l’isola alla costa”. “In caso di necessità – dice il commento del video – l’isola potrebbe essere scollegata dalla striscia di Gaza”.

“Oltre alla sua importanza umanitaria ed economica e ai chiari vantaggi per la sicurezza – spiega il video – l’iniziativa dell’isola artificiale rafforzerebbe la cooperazione e i rapporti fra Israele e i paesi della regione e del resto del mondo” promuovendo “profondi cambiamenti positivi nella striscia di Gaza e un futuro migliore in Medio Oriente”. Sebbene l’idea possa apparire utopistica, Katz la propone come oggetto di discussione a livello internazionale. Questo mese ha mostrato il video al governo Netanyahu riscontrando reazioni generalmente abbastanza positive. La speranza di Katz è di ottenere il pieno appoggio del suo governo, per poi presentare l’idea a partner internazionali come un progetto da finanziare fattibile, seppure ambizioso.

(Da: Times of Israel, Jerusalem Post. 29.6.17)