«Intollerabili quei manifestanti non-palestinesi contro l’Autorità Palestinese»

Se improvvisamente danno molto fastidio i “pacifisti” occidentali (votati all’anti-israelismo viscerale).

Di Khaled Abu Toameh

image_3482Cittadini stranieri anti-israeliani che fanno base in Cisgiordania hanno partecipato di recente a varie proteste contro l’Autorità Palestinese e questo, ha dichiarato martedì un alto rappresentante dell’Autorità Palestinese a Ramallah, “è totalmente intollerabile”.
Il funzionario palestinese ha detto al Jerusalem Post che almeno dieci attivisti “pacifisti” occidentali convenuti in Cisgiordania per partecipare a proteste anti-israeliane hanno preso parte a manifestazioni contro l’Autorità Palestinese che si sono svolte a Ramallah nelle scorse settimane. “Il coinvolgimento di cittadini occidentali in manifestazioni di protesta contro l’Autorità Palestinese è totalmente intollerabile – ha detto l’esponente palestinese – Saremo costretti a troncare tutti i legami con i non-palestinesi che istigano contro la dirigenza palestinese”. I cittadini occidentali che hanno preso parte alle proteste contro l’Autorità Palestinese sono affiliati a una serie di ONG anti-israeliane, ha spiegato la fonte palestinese.
Nelle scorse due settimane centinaia di manifestanti palestinesi hanno inscenato a Ramallah diverse dimostrazioni che hanno visto il coinvolgimento di cittadini occidentali.
La prima protesta, indetta da un gruppo chiamato “Palestinesi per la Dignità”, è stata organizzata per reclamare la cancellazione della prevista visita a Ramallah del vice primo ministro israeliano Shaul Mofaz (visita che effettivamente è stata poi annullata). In quell’occasione, agenti della polizia e dei sevizi di sicurezza palestinesi avevano fatto ricorso alla forza per impedire ai manifestanti di raggiungere l’edificio presidenziale di Mahmoud Abbas (Abu Mazen): negli scontri erano rimasti feriti almeno sette dimostranti e cinque giornalisti.
La seconda manifestazione è stata indetta pochi giorni dopo per protestare contro quella che veniva denunciata come la brutalità della polizia palestinese.
Infine la settimana scorsa, sempre a Ramallah, si è tenuta una terza dimostrazione durante la quale i manifestanti hanno invocato l’abrogazione degli Accordi di Oslo (grazie ai quali è nato il primo autogoverno palestinese della storia, e che avrebbero dovuto aprire la strada alla pace definitiva a fianco di Israele) e il “ritorno” di tutti i profughi palestinesi (e loro discendenti) alle case e ai villaggi originari all’interno di Israele. Parafrasando lo slogan delle rivolte arabe degli ultimi diciotto mesi (“il popolo vuole la caduta del regime”), i manifestanti palestinesi gridavano: “Il popolo vuole la caduta di Oslo”.
Le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese a Ramallah hanno detto che a tutte e tre le manifestazioni hanno preso parte cittadini “attivisti” occidentali. Secondo la fonte palestinese sentita dal Jerusalem Post, una speciale commissione d’inchiesta istituita da Abu Mazen per indagare sulle violenze a Ramallah contro manifestanti e giornalisti ha scoperto che svariati “non palestinesi” avevano svolto un ruolo importante nell’organizzare e guidare le proteste: ruolo definito per l’appunto “intollerabile”.
Sono centinaia gli attivisti occidentali che vivono più o meno in pianta stabile a Ramallah e nei villaggi circostanti e che prendono parte ogni settimana a manifestazioni di protesta contro gli insediamenti, Israele e le sue misure di sicurezza.

(Da: Jerusalem Post, 11.7.12)

Nella foto in alto: Luisa Morgantini, già europarlamentare italiana, durante una delle manifestazioni contro la barriera anti-terrorismo israeliana che da anni si tengono ogni settimana a Bil’in, con folta partecipazione di “attivisti” occidentali

Si veda anche:

Pro-palestinesi? No, anti-israeliani (viscerali). Quando l’intransigenza degli estremisti si ritorce contro di loro

https://www.israele.net/articolo,3431.htm

Il razzismo degli attivisti ben poco “filo-arabi” (e molto anti-israeliani). Per loro, i paesi arabi appartengono a un universo culturale dove i codici morali non si applicano

https://www.israele.net/articolo,3412.htm

Giro di vite dell’Autorità Palestinese contro giornalisti palestinesi. Mentre Fatah dà del “mercante di sangue arabo” a un gruppo filo-siriano che minaccerebbe Abu Mazen

https://www.israele.net/articolo,3400.htm

Donne oppresse a Gaza, e donne che sostengono i loro oppressori. Che razza di “Gaza libera” vogliono le donne di “Free Gaza”, che appoggiano il regime di Hamas?

https://www.israele.net/articolo,2879.htm

Quegli intellettuali un po’ stolti, e molto ipocriti. Sono i rampolli spirituali di quelli che si entusiasmavano per Stalin

https://www.israele.net/articolo,2766.htm

Quando un Nobel per la pace è in malafede. Aiutare Hamas non significa esprimere un’opinione pacifista, ma armare chi uccide civili israeliani

https://www.israele.net/articolo,2952.htm

Il circo umanitario. Probabilmente Turchia, Libano e Iran avrebbero più bisogno di Gaza di flottiglie umanitarie

https://www.israele.net/articolo,2893.htm

“Diciamolo, la cosa che li eccita davvero è Israele”. Apertamente ammesso il pregiudizio anti-Israele di enti come Human Rights Watch

https://www.israele.net/articolo,2830.htm

“Pacifisti” con un’unica ossessione. Quando un Nobel per la pace si riduce a una macchietta senza dignità

https://www.israele.net/articolo,2545.htm