Irragionevole ultra-puritanesimo

Gli stessi ortodossi preferirebbero il rispetto delle leggi in fatto di uguaglianza fra uomini e donne.

Se ne discute in Israele: recenti commenti sulla stampa israeliana

image_3321A proposito dei tentativi di esclusione e discriminazione delle donne nello spazio pubblico in certi quartieri di alcune città israeliane ad opera di ambienti ultra-ortodossi particolarmente estremisti, ILAN OSTFELD scrive su Yisrael Hayom: «E’ giunta l’ora di usare mano ferma contro coloro che violano la legge (che tutela la parità di diritti fra donne e uomini). La maggioranza degli ultra-ortodossi – sì, degli stessi ultra-ortodossi – sosterrebbe questa scelta.» L’editorialista esorta il governo israeliano a sospendere qualunque forma di finanziamento a favore di chi viene colto nell’atto, documentato, di usare violenza, fisica o verbale, contro le donne.»
(Da: Yisrael Hayom, 25.12.11)

Scrive l’editoriale del JERUSALEM POST: «Gli atti di discriminazione e violenza contro le donne, presumibilmente motivati da sensibilità religiosa, hanno superato il limite. La recente ondata di incidenti è così grave che ha portato al centro del dibattito pubblico la questione della discriminazione di genere. Significativamente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che domenica ha aperto i lavori della riunione settimanale del governo denunciando ogni forma di discriminazione ai danni delle donne, ha fatto appello ai parlamentari dei partiti ultra-ortodossi perché prendano pubblicamente posizione contro il fenomeno e chiedano ai loro leader spirituali di fare altrettanto. Tanto più che questa visione del mondo ultra-puritana sta influenzando anche ambienti al di fuori della cerchia strettamente ultra-ortodossa. Almeno due fondi per la sanità, finanziati dallo stato, hanno pubblicato opuscoli speciali nei quali, in ossequio a questa “sensibilità” ultra-ortodossa, non viene mai nominato esplicitamente il “cancro al seno”. Analogamente alcune compagnie di trasporti pubblici, per interesse economico, hanno acconsentito che attivisti ultra-ortodossi imponessero una segregazione per genere dei posti a sedere su alcuni tratti del percorso di alcune linee urbane. Cedendo di fronte a queste pretese irragionevoli, le compagnie di autobus e i fondi per la sanità pubblica non fanno che legittimarle. Con l’inevitabile effetto collaterale di ingenerare la sensazione di averne titolo e diritto, il che incoraggia alcuni maschi ultra-ortodossi particolarmente estremisti ad affrontare in modo aggressivo le donne, vuoi su un autobus, vuoi in una strada di Beit Shemesh o altrove.»
(Da: Jerusalem Post, 26.12.11)

Scrive AVIAD KLINEBERG, su Yediot Aharonot, che «gli ultra-ortodossi estremisti sono solo l’avanguardia: la storia insegna che il resto della comunità ultra-ortodossa finisce per allinearsi a coloro che si mostrano più rigorosi. Gli “eccessi” di oggi rischiano di diventare la norma di domani, su cui non potranno più scendere a compromessi e che la società laica sarà chiamata ad accettare.» L’editorialista chiede che vengano fatte rigorosamente rispettare le leggi vigenti e aggiunge: «È arrivato il momento di smetterla di chiudere gli occhi.»
(Da: Yediot Aharonot, 27.12.11)

Secondo YESHAYAHU HOROWITZ, su Yisrael Hayom, la comunità ultra-ortodossa è un bersaglio fin troppo popolare per la stampa laica israeliana, e scrive: «Ogni giorno in Israele si contano più di 170 querele per omicidio, violenza grave, droga, rapina, estorsione, minacce e molestie verso le donne. Ma un solo uomo ultra-ortodosso particolarmente maleducato finisce sulla prima pagina di tutti i giornali.»
(Da: Yisrael Hayom, 27.12.11)

BEN-DROR YEMINI, su Ma’ariv, ridimensiona il valore di manifestazioni di protesta come quella indetta martedì a Beit Shemesh finché il quadro politico rimane quello che è, e ricorda ai lettori che «per ogni coalizione di governo che è stata varata negli ultimi decenni in Israele, sarebbe stata possibile una coalizione alternativa nazionale e sionista [senza il coinvolgimento di piccoli partiti ultra-ortodossi]. Ma coloro che hanno avuto l’incarico di formare le coalizioni di governo hanno tradizionalmente fatto prevalere i loro angusti interessi a breve termine rispetto agli interessi nazionali a lungo termine. Pertanto non vi è ragione di manifestare contro le pretese degli ultra-ortodossi più estremisti: la manifestazione non farà loro alcuna impressione quand’anche vi partecipasse un milione di donne, giacché la loro forza nasce dal controllo che esercitano sulla coalizione di governo.» L’editorialista ritiene che «per avere un vero cambiamento è necessario cambiare il sistema elettorale», e propugna «un sistema che permetta di governare senza dover cedere a questi gruppi i pressione.»
(Da: Ma’ariv, 27.12.11)

Nella foto in alto: La manifestazione di martedì sera a Beit Shemesh contro i tentativi esclusione delle donne nella sfera pubblica