Israele all’11esima Biennale di Architettura di Venezia (settembre-novembre 2008)

10 opere di 15 architetti sul tema “Aggiunte: l’architettura in continuum”

image_2244Il Padiglione israeliano è lieto di presentare l’esposizione sperimentale “Additions – Architecture along a Continuum”. La mostra intende suscitare domande interessanti e aperte sulla natura dell’architettura ai nostri tempi, cominciando con un tentativo di caratterizzare le nuove costruzioni in Israele, secondo parametri sia mondiali che locali, per poi proseguire con suggerimenti pratici e teorici per vedere gli elementi architettonici integrativi come strumenti nella pianificazione.
Esaminando la crescita della popolazione urbana e la diminuzione del terreno disponibile su scala mondiale, è ormai opinione comune che le città dovrebbero crescere verso l’interno, in altezza e densità, anziché continuare a espandersi verso l’esterno. Essendo uno degli strumenti principali per condensare e comprimere le procedure, le integrazioni architettoniche sono diventate sempre più presenti e inevitabili per quanto riguarda gli habitat umani. Se si cerca di immaginare il profilo della città del futuro proiettando questi processi attuali di crescita e cambiamento, la prima immagine che viene in mente è quella di una “città fatta di aggiunte”: le integrazioni si impadroniscono della città, finendo col diventare la maggioranza del volume della costruzione, dove non è più chiaro quali fossero le caratteristiche delle strutture originali.
L’esposizione “Additions” comprende 10 opere di 15 architetti, pianificatori urbani e artisti di varie discipline, unite dall’idea che una discussione vivace e contemporanea sull’architettura e l’urbanistica debba adottare un atteggiamento multidisciplinare.
Curatori: Michal Cederbaum e Nitzan Kalush Chechick
Co-Curatore: Liran Chechick
Design della mostra: architetti Kalush Chechick
I curatori lavorano in collaborazione dal 2005 e hanno vinto numerosi premi. Il loro lavoro è caratterizzato da un ampio dialogo tra varie discipline, che vanno dall’architettura al design sostenibile alla ricerca teorica. Il loro recente lavoro teorico richiede una comprensione generale di problemi contemporanei pressanti come l’ambiente, la responsabilità sociale e la sensibilità al contesto storico, la domanda di un’architettura lungo un alinea di continuità che permetta una continuum storico e culturale in ogni luogo.
Michal Cederbaum è laureata alla Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme. Il suo lavoro spazia dall’arte grafica all’arte urbana alla scrittura teorica.
Nitzan Kalush Chechick è un architetto israeliano. Laureata all’università di Tel Aviv, cofondatrice di Kalush Chechick Architects e professore all’università di Tel Aviv , il suo lavoro comprende design architettonico e ricerca teorica.
Liran Chechick è un architetto israeliano, laureato all’università di Tel Aviv. Cofondatore di Kalush Chechick Architects, è impegnato in vari progetti tra cui concorsi internazionali, ricerca urbana, edifici pubblici e abitazioni.
I partecipanti sono:
Romy Achituv (n.1958) presenta Sediment, un’installazione “generative new media”. L’installazione impiega video aerei di Gerusalemme e dintorni in tempo reale elaborati digitalmente, usando il movimento della videocamera per decostruire e rimodellare il paesaggio, simbolicamente reificando lo sguardo soggettivo posato su questa terra tanto tormentata.
Yoram Amir (n.1963) presenta una fotografia a lungo campo di Gerusalemme segnata con i progetti di costruzione destinati a sorgere nel centro città, dove si confondono i confini tra i concetti di sviluppo, distruzione e cancellazione.
Asif Berman (n.1965) e Oded Kutok (n. 1976) presentano Elastic Lines and Fields for Desire, un progetto basato su un’analisi generale della politica di pianificazione israeliana, offrendo una nuova lettura del meccanismo dell’integrazione su scala nazionale.
Yonatan Cohen (n.1977), Dan Handel (n.1978), Alma Tzur (n.1977) e Jonathan Rokem (n.1977) presentano Affordable City, un progetto che usa lo strumento dell’integrazione come mezzo per consentire la costruzione di alloggi abbordabili a Tel Aviv. Basato su un’analisi delle tendenze dello sviluppo residenziale della città, il lavoro esamina il potenziale di densità della città e mira ad ampliarne i confini.
Joseph Cory (n.1971) e Tzahi Vazana (n.1972) presentano Additional Hope, un progetto di integrazioni estese ai complessi residenziali modernisti degli anni ’50 nella città di Haifa, mentre i valori estetici e il patrimonio sociale dei complessi sono contenuti nelle integrazioni. Le componenti integrative sono fornite di sistemi ecologici, che fanno da valore aggiunto ai complessi.
Anat Even (n.1958) presenta Side Window, una documentazione dei processi di distruzione e sviluppo come li vede dalla sua finestra. Il film è stato girato in un periodo di parecchi anni e alla mostra ne sarà proiettata una versione abbreviata di 15 minuti.
Jan Tichy (n.1974) presenta Installation No.3, un’installazione costruita da un modello di carta in 3d e un lavoro su video. L’installazione offre una nuova visione della dinamica della crescita e dell’importanza di luci e ombre in questa dinamica. Installazione prestata da Rivka Saker.
Tom Tlalim (n.1975) e Liran Chechick (n.1975) presentano Concerning Time We Remain, Divided, un’installazione audiovisiva basata su dati estratti dall’analisi spaziale GIS di parti scelte di Gerusalemme. Il lavoro presenterà diversi modelli di espansione e stratificazione, in un tentativo di comprendere l’antico rompicapo: come può un vaso continuare a riempirsi quando niente ne esce, o se ne esce, come e dove lo fa?
Yanai Toister (n.1977) presenterà una serie di fotografie, discutendo varie caratteristiche locali di componenti integrative, il loro significato culturale e il contesto politico.
Shachaf Zait (n.1975) presenta Re-Grounding, un progetto che mostra un uso profondo e sensibile dello strumento delle integrazioni in un ambiente di rovine.
La Naggar School of Photography, Media and New Music presenta una serie di fotografie, un’osservazione soggettiva sulle aggiunte agli edifici nelle principali città di Israele, indicando le assurdità e le manifestazioni surrealistiche delle aggiunte.
IOn occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo con articoli e altri lavori di Shmuel Groag, Shlomo Hasson, Ronen Eidelman, Gilad Ophir, Hillel Schocken, Tema Architects, The Naggar School of Photography, Media and New Music, Musrara, Jerusalem.

La mostra è accompagnata da un sito inglese-ebraico:

http://www.labiennale-israeli-pavilion.org

(Da: MFA, 04.09.08)