Israele denuncia la faziosità dellOnu

Il Consiglio di Sicurezza non si è pronunciato quando una madre incinta e le sue quattro bambine sono state assassinate a sangue freddo

image_209Reagendo al voto del Consiglio di Sicurezza dell’Onu – che giovedì ha approvato (con l’astensione degli Stati Uniti) una risoluzione che esprime preoccupazione per la situazione umanitaria a Rafah, condanna l’uccisione di civili e chiede a Israele di cessare la demolizione di case – l’ambasciatore d’Israele all’Onu Dan Gillerman ha dichiarato che degli otto palestinesi uccisi mercoledì a Rafah, almeno cinque erano dimostranti armati.
Gillerman ha anche ricordato l’intenso traffico di armi ed esplosivi attraverso i tunnel scavati sotto abitazioni civili da terroristi palestinesi sostenuti dagli Hezbollah filo-iraniani. Il traffico d’armi dei terroristi è stato ricordato anche dal rappresentante americano, che ha motivato l’astensione dicendo che notoriamente l’Autorità Palestinese non ha mai fatto nulla per contrastare le attività terroristiche.
“Tutta la striscia di Gaza – ha detto Gillerman – e in particolare Rafah sono sul punto di diventare una base di lancio per missili contro città e popolazione israeliane. La comunità internazionale cosa vorrebbe che facesse Israele? Che se ne stesse fermo ad aspettare il realizzarsi di questo scenario di terrore? Il Consiglio di Sicurezza – ha continuato il rappresentante israeliano – non si è mai occupato dei pericoli alla pace e alla sicurezza posti dal traffico di armi ed esplosivi, anche di alta qualità, attraverso i tunnel fra Rafath e l’Egitto. Non si è riunito per condannare l’orrendo scempio dei corpi dei soldati israeliani, giovani caduti mentre difendevano il loro paese smantellando quei tunnel. Non ha ritenuto di esprimersi quando le ambulanze dell’UNRWA sono state usate da palestinesi armati, la scorsa settimana a Gaza. Non ha levato la sua voce quando una madre incinta e le sue quattro bambine sono state assassinate a sangue freddo con colpi sparati alla testa a bruciapelo, né di fronte alla continua azione di istigazione all’odio e alla distruzione fatto dalla dirigenza palestinese”.

(Da: Jerusalem Post, 20.05.04)