Israele e la guerra civile siriana

Israele può attuare un doppio contenimento nei confronti di Assad e degli altri gruppi armati, tenendosi il più possibile fuori dalla guerra interna siriana

Di Ehud Eilam

Ehud Eilam, autore di questo articolo

Ehud Eilam, autore di questo articolo

La Siria è da cinque anni in guerra civile. Fin dall’inizio c’è stata incertezza se l’eventuale caduta del presidente siriano Bashar al-Assad sarebbe stata vantaggiosa per Israele. Da una parte pesano gli stretti legami di Assad con nemici giurati d’Israele come Iran e Hezbollah. Dall’altra c’è la totale imprevedibilità di un’era post-Assad. Ufficiosamente in Israele è prevalso l’approccio che diceva di lasciare che le varie parti armate si danneggiassero reciprocamente il più a lungo possibile.

Israele sicuramente non è alla ricerca di uno scontro con Assad, nonostante la debolezza del suo vecchio avversario. Dal 2013 Israele ha lanciato solo pochi attacchi aerei all’interno della Siria mirati ad impedire a Hezbollah di ottenere armi avanzate, come sofisticati missili anti-aerei. Assad avrebbe potuto lanciare azioni di ritorsione, ma non l’ha fatto.

In passato Israele è intervenuto in alcune guerre civili arabe. Nel 1970 dissuase la Siria dal proseguire con la sua invasione della Giordania, il che permise al regno Hashemita di sopraffare l’insurrezione interna, vale a dire l’Olp. Nella guerra civile in Siria, Israele ha evitato di offrire qualunque sostegno ad Assad contro gli insorti. Israele non ha nemmeno cercato di impedire ai nemici di Assad di penetrare in Siria, anche se in questo campo non è che Israele avrebbe potuto fare molto in ogni caso. Inoltre, Israele non ha collaborato in alcun modo con i membri della élite siriana, certamente non come aveva fatto con la leadership cristiana in Libano tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ‘80 durante la guerra civile in quel paese. Israele ha ancora tristi memorie del suo intervento in Libano, dove le truppe israeliane si sono ritrovate impantanate per 18 anni soffrendo talvolta perdite pesanti. Israele non ha nessuna voglia di sprofondare in un altro pantano arabo.

Soldati israeliani al confine con la Siria

Soldati israeliani al confine con la Siria

Il cambiamento più positivo dal punto di vista di Israele è che la potenza militare siriana si è drasticamente ridotta a partire dal 2011, in seguito alla guerra civile. Le forze armate siriane contavano su centinaia di migliaia di soldati, ma oggi sono molto meno. Le unità di Assad disponeva di una massiccia potenza di fuoco, compresi centinaia di missili terra-terra a lungo raggio che avrebbero potuto colpire le principali città di Israele. Quei missili sono stati sparati, ma contro i nemici di Assad all’interno della Siria. Assad ha dovuto anche rinunciare a gran parte della sua riserva di armi chimiche. Non c’è più confronto fra le forze armate di Assad e la loro controparte israeliana. Nonostante tutta l’esperienza di combattimento acquisita negli ultimi anni dall’esercito di Assad, una guerra contro le Forze di Difesa israeliane sarebbe molto diversa. Anziché ribelli con armi leggere, l’esercito siriano si troverebbe a fare i conti con la potente aviazione d’Israele e con le sue migliaia di carri armati e pezzi d’artiglieria efficientemente manovrati. Assad sa bene come andrebbe a finire un tale scontro. Israele potrebbe schiacciare le forze di Assad con una tale rapidità e ad un tale livello da lasciarlo estremamente vulnerabile e, di fatto, alla mercé dei suoi nemici.

Dalla fine del 2014 quasi tutta la frontiera tra Siria e Israele, sulle alture del Golan, è nelle mani di vari gruppi armati, col risultato di diminuire ancora di più l’attrito tra Israele e Assad. Tuttavia, un nuovo incidente alla frontiera o ulteriori attacchi israeliani all’interno della Siria per bloccare le forniture di armi avanzate a Hezbollah potrebbero far degenerare la situazione e portare ad uno scontro tra Israele e Assad o i suoi alleati, a cominciare da Hezbollah.

Scontri della guerra civile siriana fotografati dal versante israeliano del confine

Scontri della guerra civile siriana fotografati dal versante israeliano del confine

Alcuni dei gruppi armati che si trovano nei pressi del confine sulle alture del Golan sono affiliati ad al-Qaeda o allo “Stato Islamico” (ISIS). Vi è anche la possibilità di uno scontro tra loro e Israele. Bande armate in territorio siriano potrebbero tentare di infiltrarsi e/o di sparare razzi e colpi di mortaio contro Israele. Le alture del Golan, teatro negli ultimi anni di alcuni incidenti di questo genere, potrebbero diventare sempre più pericolose per i 20mila israeliani che ci vivono. Ma non sarebbe rischioso come una guerra su vasta scala tra Israele e Siria sul genere di quella del 1973, che da allora fortunatamente non si è più verificata. Israele non vuole farsi trovare impreparato, per cui è stata costruita una nuova recinzione al confine con la Siria alta cinque e in alcuni punti sette metri. Vicino al confine le Forze di Difesa israeliane hanno aggiunto trincee, mine antiuomo, posti d’osservazione ecc.

A partire dall’ottobre 2015, a seguito del coinvolgimento militare della Russia in Siria, Israele deve fare attenzione a non entrare in collisione con le forze di Mosca. Israele è inoltre preoccupato dal fatto che la Russia possa fornire ad Assad armi sofisticate, come i missili anti-aerei S-300: armi che poi Assad potrebbe usare contro Israele o consegnarle a Hezbollah.

Tutto considerato Israele può attuare un doppio contenimento sia nei confronti di Assad che dei gruppi armati siriani, tenendosi il più possibile fuori dalla guerra interna siriana. Anche gli stati occidentali non sembrano desiderare un intervento d’Israele nel conflitto siriano, men che meno un intervento militare. Resta tuttavia la possibilità che Israele venga trascinato in questa guerra contro la sua volontà, in particolare se si verificasse un’ondata di attacchi sanguinosi sulle alture del Golan.

(Da: Jerusalem Post, 19.3.16)

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