Israele nella Croce Rossa Internazionale dopo 60 anni di anticamera?

Se non prevarrà il rifiuto di paesi musulmani

image_1268Il Magen David Adom, la Stella Rossa di Davide (equivalente israeliano della Croce Rossa), dovrebbe entrare a far parte ufficialmente dell’organizzazione della Croce Rossa Internazionale dopo quasi sessant’anni di esclusione, nonostante il tentativo da parte di paesi musulmani di far naufragare una complicata iniziativa diplomatic,a basata sull’adozione di un nuovo emblema.
La Conferenza Internazionale di due giorni della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa che si apre martedì sarà chiamata ad approvare dei cambiamenti studiati apposta per accogliere la pluri-decennale domanda di Israele di godere dello status di membro a pieno titolo mantenendo il proprio simbolo (il Magen David Adom o stella rossa di Davide), senza essere costretto ad usare la croce rossa o la mezzaluna rossa.
La soluzione escogitata si basa sull’adozione di un nuovo simbolo “neutrale”: un quadrato vuoto, appoggiato su uno degli angoli, atto ad incorniciare la stella rossa di Davide, simbolo della società di soccorso israeliana. Il nuovo emblema, soprannominato il “cristallo” o il “diamante” rosso, è stato approvato nel corso di un’agitata conferenza diplomatica lo scorso dicembre nonostante forti opposizioni da parte islamica. Tuttavia quella conferenza, che vedeva la partecipazione delle 192 nazioni firmatarie della Convenzione di Ginevra – costituiva solo il primo passo della procedura. Ora è necessaria l’approvazione da parte di tutto il movimento, che comprende anche altri organismi internazionali della Croce Rossa e le 183 società nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Una volta superato questo passaggio, la conferenza dovrà approvare l’ingresso ufficiale di Israele come membro. Contemporaneamente le verrà chiesto di ammettere anche la Mezzaluna Rossa Palestinese, sebbene questo ente non operi ancora come società all’interno di un proprio stato sovrano.
I dirigenti della Croce Rossa Internazionale preferirebbero vedere approvati i cambiamenti per consenso. Se invece si dovrà andare al voto, spiegano, sarà necessaria la maggioranza di due terzi dei presenti e votanti.
L’approvazione non è garantita. Infatti non si può escludere l’eventualità che la conferenza possa dare ascolto alle obiezioni sollevate lo scorso dicembre dai rappresentanti siriani e di altri paesi musulmani.
Come parte del pacchetto approvato a dicembre, il Magen David Adom e l’ente omologo palestinese hanno concordato di permettere al rispettivo personale paramedico di operare indisturbato, ma questo non è stato sufficiente per spostare il voto arabo. La delegazione siriana si è opposta a qualunque iniziativa sul tema finché Israele non garantirà “accesso umanitario” ai cittadini siriani sulle alture del Golan, sotto controllo israeliano dal 1967. “L’opposizione del blocco arabo potrebbe far naufragare tutto il processo”, ha dichiarato domenica il portavoce del Magen David Adom, Yerucham Men.
La disputa sull’emblema risale al XIX secolo, poco dopo la fondazione della Croce Rossa ad opera di filantropi svizzeri con lo scopo di garantire assistenza alle vittima della guerra. Le società islamiche che entrarono nel movimento si opposero all’uso della croce rossa dicendo che richiamava quella dei Crociati, sebbene il movimento garantisse che l’emblema non era altro che l’immagine a colori invertiti della bandiera svizzera, senza alcun sottinteso religioso. All’epoca vennero adottate delle clausole per permettere l’uso della mezzaluna rossa. Ma quando nel 1949 Israele si presentò con la sua società della Stella Rossa di Davide (fondata nel 1930), il movimento internazionale non volle ammettere un nuovo emblema, e Israele venne lasciato alla porta.
“Stiamo parlando di una rettifica storica, dopo una lunga battaglia per il riconoscimento internazionale iniziata nel 1949, quando la domanda di includere il Magen David Adom venne respinta con uno stretto margine di voti – ha detto domenica Noam Yifrach, oggi a capo della Stella Rossa di Davide – Da allora il Magen David Adom ha continuato a battersi per superare il rifiuto, e ottenere il riconoscimento internazionale per le sue importanti attività umanitarie in tutto il mondo”.

(Da: Ha’aretz, 19.06.06)