Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ottenuto una dichiarazione congiunta dei leader di 18 paesi che hanno cittadini trattenuti in ostaggio da Hamas a Gaza, in cui si chiede al gruppo terrorista palestinese di liberarli immediatamente. Firmatari sono i leader di Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Tailandia e Regno Unito. Israele non è stato incluso poiché l’obiettivo era garantire il sostegno internazionale all’iniziativa. “Chiediamo il rilascio immediato di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza da oltre 200 giorni, tra cui nostri concittadini – affermano i leader – Il destino degli ostaggi e della popolazione civile di Gaza, che sono protetti dal diritto internazionale, è motivo di preoccupazione a livello internazionale. Sottolineiamo che l’accordo sul tavolo per il rilascio degli ostaggi porterebbe a un cessate il fuoco immediato e prolungato a Gaza, che faciliterebbe un’ondata di ulteriore assistenza umanitaria e condurrebbe alla cessazione credibile delle ostilità. Gli abitanti di Gaza potrebbero tornare alle loro case e alle loro terre. Sosteniamo fortemente gli sforzi di mediazione in corso per riportare a casa la nostra gente. Ribadiamo il nostro appello a Hamas affinché rilasci gli ostaggi e metta fine a questa crisi in modo che collettivamente possiamo concentrare i nostri sforzi per portare pace e stabilità nella regione”. Un alto funzionario Usa ha spiegato ai giornalisti che gli Stati Uniti avevano tentato di arrivare a una dichiarazione simile all’inizio della guerra, ma disaccordi tra i paesi riguardo al testo ne avevano impedito la pubblicazione. Ora la Casa Bianca ha condiviso con gli altri paesi gli elementi dell’accordo sul tavolo, che Israele ha accettato ma Hamas rifiuta. “C’è un accordo sul tavolo che porterebbe immediatamente a un cessate il fuoco a Gaza con il rilascio di donne, feriti, anziani e ostaggi malati, ed è pronto. Abbiamo elaborato la cosa nei minimi dettagli e Hamas l’ha respinta. Per questo a Gaza sono ancora in corso combattimenti”, ha detto l’alto funzionario.
“Non è chiaro chi abbia dettato quello dice nel video. La parte su cui sto concentrato è l’ultima quando Hersh, seppure leggendo un foglio, ha parlato direttamente a me e Rachel, e alle nostre figlie Libby e Orly”. Lo ha detto alla tv pubblica Kan Jon Polin, padre dell’ostaggio di Hamas Hersh Goldberg-Polin apparso in un video di propaganda diffuso mercoledì dal gruppo terroristico. Alla fine del video di quasi tre minuti, Hersh si rivolge alla sua famiglia dicendo che sa che stanno “facendo di tutto affinché io possa tornare a casa il prima possibile”, e chiede loro di rimanere forti per lui e di continuare a battersi. “Abbiamo lavorato per 200 giorni per riportare Hersh a casa e, dopo ieri, sentiamo ancora più forte che non possiamo fermarci ora, dobbiamo continuare – dice il padre – Fino a ieri non sapevamo neanche se fosse vivo. Speravamo che lo fosse, ma non lo sapevamo. Seduti a guardare il video più e più volte, io e mia moglie abbiamo pianto. C’erano così tante emozioni, ma alla base c’è che per la prima volta dopo 200 giorni lo abbiamo visto e sentito”.
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Con 357 voti favorevoli e 20 contrari, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna l’attacco senza precedenti dell’Iran con droni e missili contro Israele così come quelli condotti prima e durante l’assalto dai suoi gregari Hezbollah in Libano e Houthi nello Yemen e chiede l’imposizione di ulteriori sanzioni contro entità iraniane riconoscendo il ruolo di Teheran nella destabilizzazione del Medio Oriente attraverso la sua “rete di attori non statali”. La risoluzione, approvata durante l’ultima sessione prima delle imminenti elezioni europee, ribadisce la richiesta precedente di includere il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica nella lista delle organizzazioni riconosciute come terroristiche dall’Unione Europea, e chiede che anche Hezbollah nella sua interezza venga aggiunto alla lista. Chiede inoltre che l’attuale regime di sanzioni contro l’Iran venga ampliato, “sanzionando anche la produzione da parte del paese di droni e missili e la loro fornitura alla Russia e al Medio Oriente in generale”. Oltre a condannare l’attacco dell’Iran contro Israele, la risoluzione biasima anche l’attacco del primo aprile all’edificio annesso all’ambasciata iraniana a Damasco, che Iran e Siria hanno attribuito a Israele, ribandendo “l’importanza del principio dell’inviolabilità delle sedi diplomatiche e consolari”.
Dopo i lanci di razzi palestinesi di lunedì e martedì su Sderot, Ashkelon e Ashdod, le Forze di Difesa israeliane hanno avvertito la popolazione di due quartieri di Beit Lahia, nel nord della striscia di Gaza, di spostarsi verso aree familiari e sicure in vista di un’azione militare contro le basi di lancio.
In un discorso sulla tv Al Jazeera per i 200 giorni dall’inizio della guerra scatenata dalla carneficina del 7 ottobre, il portavoce delle Brigate al-Qassam di Hamas, Abu Obeida, ha chiesto martedì un’escalation su tutti i fronti. Nel video-messaggio, Abu Obeida elogia l’attacco senza precedenti lanciato dall’Iran contro Israele il 13 aprile e invoca un’escalation anche in Cisgiordania e Giordania definendoli “uno dei fronti arabi più importanti”. “Chiediamo al popolo giordano di intensificare le sue azioni e di alzare la voce” dice Abu Obeid, che intanto ribadisce le condizioni poste da Hamas nei colloqui in corso: che Israele cessi la controffensiva militare, che ritiri tutte le forze da Gaza, che permetta agli sfollati di tornare nel nord senza alcun controllo, che tolga i controlli ai valichi d’ingresso alla striscia, che scarceri terroristi palestinesi.
Le Forze di Difesa israeliane respingono le affermazioni secondo cui le truppe israeliane sarebbero coinvolte nella realizzazione di fosse comuni presso l’ospedale Nasser di Khan Younis, nel sud della striscia di Gaza. “L’affermazione secondo cui le Forze di Difesa israeliane avrebbero seppellito i corpi palestinesi è completamente priva di fondamento”, dicono i militari. Esponenti di Hamas hanno affermato d’aver “scoperto” una fossa comune con più di 200 corpi, sostenendo falsamente che quei palestinesi sarebbero stati sepolti dalle forze israeliane. In realtà, non si tratta di una “scoperta” dal momento che esistono filmati che mostrano i palestinesi che seppellivano i morti nell’area dell’ospedale prima che le truppe israeliane operassero nella zona. Nella risposta, l’esercito afferma che durante l’operazione nell’area dell’ospedale Nasser le truppe hanno esaminato i cadaveri che erano stati sepolti dai palestinesi nel terreno del centro medico “nel quadro delle ricerche per localizzare gli ostaggi”. Le forze israeliane affermano che “l’operazione è stata effettuata in modo mirato e senza danneggiare l’ospedale, i pazienti né il personale medico”, e solo dove disponevano di informazioni secondo cui gli ostaggi israeliani potevano essere stati sepolti. “Le ricerche sono state effettuate in modo ordinato, rispettando la dignità dei defunti e in modo rispettoso” e i corpi sono stati “rimessi al loro posto in modo ordinato e corretto”. A fine febbraio, le Forze di Difesa israeliane hanno effettuato un’operazione militare contro Hamas nell’area dell’ospedale Nasser dove hanno catturato circa 200 agenti terroristici rintanati nel centro medico e hanno trovato depositi di armi nonché medicinali destinati agli ostaggi israeliani ma rimasti inutilizzati.
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