Israele ricorda i suoi caduti

Come ogni anno, alla vigilia della giornata dell’indipendenza

Cade il 22 aprile, quest’anno, Yom HaZikaron: la giornata dedicata al ricordo degli israeliani caduti nelle guerre per la difesa del paese e in attentati terroristici.

Le celebrazioni prendono avvio la sera precedente con una cerimonia dedicata ai 116 soldati deceduti negli ultimi dodici mesi, 67 dei quali caduti nell’operazione anti-terrorismo “Margine protettivo” della scorsa estate a Gaza. Uno di questi, il sergente Oron Shaul della Brigata Golani, ucciso nel quartiere Shejaiya di Gaza, non è stato ancora sepolto perché Hamas non ne ha mai restituito la salma.

I 116 nomi nuovi comprendono 35 ex-combattenti disabili, periti nel corso dell’anno per le conseguenze delle ferite riportate in guerre precedenti.

I 116 soldati morti nel corso dell’ultimo anno lasciano in lutto 131 genitori, 187 fratelli, 11 vedove e 26 figli, due dei quali nati dopo che la morte del padre. Complessivamente si contano oggi in Israele 9.753 genitori in lutto, 4.958 vedove e 2.049 orfani (sotto i 30 anni), per un totale di 16.760 persone.

Con quelli di quest’anno, il numero totale degli israeliani caduti in guerra o vittime del terrorismo a partire dal 1860, data d’inizio della moderna impresa sionista, è salito a 23.320. Di 553 di questi, non è conosciuto il luogo di sepoltura.

Mercoledì circa 1,5 milioni di persone visiteranno i 52 cimiteri militari in tutto il paese, da Kiryat Shmona a Eilat. Tradizionalmente le Forze di Difesa israeliane provvedono a porre su ogni singola tomba una bandierina israeliana, una corona di fiori e una candela ricordo. Il Ministero della difesa fa mettere una sedia accanto a ogni tomba per rendere la visita più facile ai genitori in lutto.

Come da tradizione, mercoledì mattina alle 11.00 (ora locale) tutto il paese si ferma per due minuti al suono delle sirene.

Come ogni anno, la giornata si conclude mercoledì sera con l’inizio dei festeggiamenti di Yom HaTzamuth, la Giornata dell’indipendenza.

(Da: Israel HaYom, YnetNews, Jerusalem Post, 17.4.15)