Israele è semplicemente Israele

L’immagine negativa diffusa nei circoli politicizzati non corrisponde al sentire della gente comune.

Di Izzy Ein Dor

image_2884“Solo, non dire che sei israeliano”. Così mi avevano detto in parecchi, quando mi accingevo a partire per il Sudafrica per seguire il campionato mondiale. Inizialmente avevo dato ascolto al consiglio, cercando di evitare la questione della nazionalità. Tuttavia, il secondo giorno, un tipo del posto mi ha sentito parlare in ebraico con un amico e mi ha chiesto se fossi israeliano. “Sì” ho risposto, e i suoi occhi si sono illuminati. “Oh, io amo Israele. Voi vivete in un paese complicato e nessuno capisce la vostra situazione”, ci ha detto mentre si presentava come Hector. È poi saltato fuori che il fratello di Hector vive e lavora in Israele. “Mi ha raccontato quanto è bello il vostro paese – ha continuato – e io sogno di venire a Tel Aviv alla prima occasione possibile”. Hector si è poi messo a parlare della storia di Israele come se fosse uno di noi. Ha parlato di organizzazioni terroristiche, che talvolta si nascondo dietro la copertura di gruppi pacifisti; ci ha parlato di similitudini fra il Sudafrica di oggi e il nostro minuscolo paese; ha persino dimostrato una sorprendente familiarità con le nostre squadre sportive.
Il giorno dopo sono andato all’aeroporto per informarmi sui prezzi di un volo interno. Dopo aver scoperto che era alquanto caro, ho notato un piccolo cartello di una compagnia di autobus gestita dal ministero del turismo sudafricano. Questa volta non ho celato la mia nazionalità quando mi è stata chiesta da un’impiegata. “Vengo da Israele. Lo conosce?”, ho chiesto. “Certo – mi ha risposto la donna – Noi amiamo Israele. Come il Sudafrica, anche il vostro paese è vittima di un’immagine negativa e sbagliata”; e di nuovo mi ha sorpreso con la sua conoscenza del mio paese: “Tutti pensano che Israele sia solo guerre e bombe e terrorismo, ma io ho saputo che non è affatto così”. Lo ho detto che aveva ragione, e che anch’io avevo sentito raccontare cose terribili sul Sudafrica e invece ho trovato gente simpatica, schietta e gentile.
Insomma, è saltato fuori che Israele piace ai sudafricani che hanno patito così tanto sotto il regime dell’apartheid, quel regime che qualcuno ogni tanto ama accostare a Israele.
Più tardi, quello stesso giorno, poco prima della partita Stati Uniti-Ghana, i miei amici ed io abbiamo incontrato gente di altri paesi che pure manifestava simpatia nei nostri confronti. Quelli del Ghana ci facevano un sacco di domando mentre, di nuovo, mostravano di conoscere molto bene le squadre di calcio israeliane. Difficile, poi, non restare impressionati dal numero di fan arrivati dagli Stati Uniti. Chris ci ha detto che si sente al nostro fianco nella guerra contro il terrorismo, Amy ci ha detto d’essere già stata in Israele, e Jonathan è venuto fuori che è ebreo. Tutti molto amichevoli con noi.
Poi è stata la volta di due ragazze portoghesi che volevano imparare qualche parola di ebraico. E nel campo d’allenamento della squadra tedesca, i giornalisti sorridevano quando dicevo d’essere israeliano. Più tardi, un giornalista italiano ci ha raccontato con calore della sua visita allo stadio di Ramat Gan in occasione di una partita giocata da una squadra italiana in Israele.
Ad essere onesti, sembra quasi che siamo gli unici a preoccuparci così tanto della questione della legittimità di Israele. La maggior parte della gente comune non ha una convinzione così precisa su Israele, e semplicemente ci tratta come qualunque altra nazionalità. Non so da dove ci venga l’impressione che tutto il mondo ce l’ha con noi, ma se c’è una cosa che ho imparato in Sudafrica è che il problema sta nell’immagine che circola su di noi solo in certi ambienti.
In fin dei conti, dobbiamo soltanto continuare ad essere quello che siamo: sorridenti, intelligenti e calorosi, senza cercare di essere qualcosa di diverso. Quelli che ci odiavano prima dell’embargo anti-Hamas su Gaza, e prima del raid sulla flottiglia turca, e prima di qualche altro scontro o battaglia, continueranno ad odiarci comunque. Ma per la maggior parte della gente comune, Israele è semplicemente Israele.

(Da: YnetNews, 1.7.10)