Israele si prepara per un possibile attacco da Siria e Hezbollah nel 2007

Cinque i settori di maggior attenzione militare segnalati dallo stato maggiore

Da un articolo di Amir Oren

image_1422É probabile che Siria e Hezbollah lancino una guerra contro Israele già la prossima estate. Questa la valutazione che emerge nello stato maggiore israeliano dopo una serie di riunioni delle ultime settimane. Benché non esista una previsione precisa sui tempi del potenziale attacco, tuttavia la difesa israeliana sta valutando tutti i preparativi necessari per garantirsi la massima preparazione prima dell’inizio dell’estate 2007. Tuttavia, dal momento che non è stata ancora completata l’analisi di tutte le esperienze tratte dalla guerra in Libano, per il momento si è deciso di considerare il 2007 come un periodo transitorio e di prendere solo alla fine dell’anno le maggiori decisioni concernenti la pianificazione pluriennale del build-up militare israeliano.
Nel frattempo sono state comunque prese due importanti decisioni: quella di sviluppare entro tre anni un sistema capace di intercettare missili terra-terra da 220 e 302 mm del tipo usato da Hezbollah per colpire Haifa e altre città del nord di Israele durante l’ultimo conflitto, e quella di soprassedere prima di prendere l’eventuale decisione di cancellare la linea di produzione dei carri Merkava.
Il sistema di intercettazione dei missili verrà sviluppato sulla base di quelli esistenti e secondo i futuri sviluppi di queste piattaforme.
Circa il Merkava, un’analisi dell’uso di questi carri durante i combattimenti in Libano nella campagna di luglio-agosto, e in particolare la prestazione del Merkava Mark-4, indica che, se schierato in modo appropriato, questo mezzo può garantire all’equipaggio migliore protezione che in passato. La conclusione è che le Forze di Difesa israeliane avranno ancora bisogno di una fornitura annuale di decine di carri avanzati per rimpiazzare le versioni più vecchie e vulnerabili ancora in servizio.
Inoltre è stato deciso di far slittare di un anno la decisione presa dal precedente ministro della difesa Shaul Mofaz sull’accorciamento di 4-8 mesi della durata del servizio militare, decisione che sarebbe dovuta entrare in vigore nel marzo 2007. Mantenere la lunghezza attuale della leva permetterà il necessario addestramento per preparare le divisioni al combattimento ed elevarne le prestazioni.
Le Forze di Difesa israeliane vorrebbero anche cedere il controllo del Fronte Interno, trasferendo a un organismo civile la responsabilità di coordinare fra polizia e altre autorità competenti. Questo suggerimento è stato presentato dalle Forze di Difesa israeliane al Consiglio di Sicurezza Nazionale, che potrebbe essere incaricato di supervisionare tale coordinamento.
Al termine di una serie di incontri a livello di stato maggiore sulle capacità strategiche israeliane di medio e lungo periodo, durante i quali ci si è avvalsi anche delle valutazioni dell’intelligence militare , il capo di stato maggiore Dan Halutz ha indicato cinque principali campi, o scenari, che devono stare al centro dell’attenzione.
1) Preparativi in vista di una conflagrazione al nord, cioè di una guerra iniziata da Siria e Hezbollah (insieme o separatamente), con il sostegno dell’Iran. Non è improbabile che una tale conflagrazione possa esplodere entro i prossimi due anni, e in particolare nei mesi dell’estate 2007. Fra le ragioni di tensione: la crescente sensazione di “successo” che alligna fra le forze nella regione schierate contro Israele e l’occidente. L’eventuale decisione di Washington di ritirare la maggior parte delle sue forze dall’Iraq contribuirebbe a questa atmosfera e costringerebbe a prendere in seria considerazione l’ipotesi che l’Iraq possa entrare a far parte di un fronte orientale comprendente Iran e Siria. Secondo la stima dell’intelligence militare, vi sono ancora 5.000 razzi Katyusha nel Libano meridionale anche dopo le operazioni delle Forze di Difesa israeliane.
2) Combattimento asimmetrico: stati arabi ostili, con la Siria in testa, e organizzazioni paramilitari, in primo luogo Hezbollah, hanno abbandonato – già prima degli scontri in Libano e a maggior ragione dopo di essi – l’opzione di un confronto diretto con Israele. Dal loro punto di vista, la superiorità di Israele in forze aeree e corazzate impedisce qualunque possibilità di successo in un attacco frontale. Al suo posto hanno optato per una guerra di attrito continuo, con l’impiego di truppe di fanteria ben equipaggiate di armi anti-carro, unità di commando, armi balistiche e tunnel di accesso. Nel contrastare questo tipo di schieramento, le Forze di Difesa israeliane ritengono di dover sviluppare la necessaria preparazione, in parte alla luce del sole, per perseguire forme di dissuasione preventiva o, nel caso tale deterrenza fallisse, per poter conseguire rapidamente significativi vantaggi militari secondo i parametri di volta in volta fissati dalla dirigenza politica.
3) Terrorismo, cioè lo sforzo incessante sul fronte palestinese di realizzare attacchi terroristici sotto la direzione sempre più scoperta del governo Hamas. Ciò pone pesanti interrogativi circa l’intenzione delle Forze di Difesa israeliane, dopo il sequestro di Gilad Shalit, di sviluppare rapporti operativi con il governo di Hamas volti a garantire una qualche forma di cessate il fuoco di lungo respiro. Il continuo riarmo di Hamas negli ultimi mesi nella striscia di Gaza e il persistente rifiuto di accogliere i termini fissati dal Quartetto Usa-Ue-Russia-Onu (riconoscimento di Israele, ripudio della violenza, accettazione degli accordi firmati fra Olp e Israele) dà maggior forza all’ipotesi di adottare una strategia offensiva. In ogni caso, la decisione ultima su questa questione spetta alla leadership politica. L’attesa escalation terroristica comprende anche il ruolo, limitato ma crescente, di elementi jihadisti globali e di un movimento regionale affiliato ad al-Qaeda già attivo in Egitto, Giordania, Libano e altri stati.
4) Sfide ad ampio raggio: il punto focale, qui, è soprattutto l’Iran, considerato una minaccia crescente anche se non pone un pericolo immediato per l’anno venturo. Il suo posto nella lista delle priorità è ancora relativamente basso per via del fatto che non sussiste la necessità di modificare immediatamente le unità di cielo, di mare e di intelligence per farvi fronte.
5) Sofisticati strumenti militari occidentali agli eserciti della regione, cioè aerei, navi, missili, blindati destinati ad eserciti di paesi mediorientali i cui governi hanno firmato trattati di pace con Israele, o perlomeno non hanno nell’immediato politiche ostili a Israele, ma che potrebbero diventare minacce incombenti se dovessero cadere sotto regimi ostili nel quadro di una lotta di successione o in seguito al crollo dei loro regimi attuali.

(Da: Ha’aretz, 6.11.06)

Nella foto in alto: Esercitazioni missilistiche in Iran giovedì scorso in una zona desertica nel centro del paese