Israele vede con favore la bozza di risoluzione franco-Usa

La bozza accoglierebbe alcune importanti richieste israeliane

Da un articolo di Aluf Benn

image_1336Israele ha evitato sabato di prendere una posizione ufficiale sulla bozza di risoluzione presentata da Stati Uniti e Francia al Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite, che chiede una totale cessazione delle ostilità fra Israele e Hezbollah.
Il silenzio non è casuale. La versione finale della risoluzione non è stata ancora approvata e potrebbe subire ancora dei cambiamenti. Una eccessiva dimostrazione di favore da parte di Gerusalemme per la bozza potrebbe influenzare alcuni membri del Consiglio di Sicurezza, che potrebbero proprio per questo chiedere delle modifiche negative per Israele.
A livello ufficioso, tuttavia, le fonti diplomatiche israeliane hanno espresso la propria soddisfazione per la bozza, sottolineando che Israele è stato ascoltato durante il processo di stesura.
Da dove nasce tale soddisfazione? Primo, perché Hezbollah viene indicata come responsabile dello scoppio delle ostilità. Secondo, per l’atteggiamento non neutrale verso le parti in conflitto. A Hezbollah viene chiesto di rilasciare immediatamente i soldati israeliani tenuti in ostaggio, mentre il rilascio di detenuti libanesi viene citato con meno urgenza. La bozza chiede alle Forze di Difesa israeliane di fermare gli attacchi ma afferma che Israele ha diritto di difendersi, mentre a Hezbollah, in quanto aggressore, viene detto semplicemente di cessare il fuoco.
La bozza accoglie la richiesta israeliana di imporre un embargo alle forniture di armi verso le milizie non governative presenti in Libano, così come la richiesta di smilitarizzare l’area di Libano che si estende a sud del fiume Litani (fino al confine con Israele).
Fonti a Gerusalemme si dicono favorevoli anche alla richiesta contenuta nella bozza di disporre lo schieramento di una forza internazionale, i cui dettagli dovrebbero essere definiti con una successiva apposita risoluzione del Consiglio di Sicurezza.
Meno entusiaste, le fonti diplomatiche israeliane, per il riferimento indiretto alla necessità di delineare il confine con il Libano, un’indicazione che potrebbe preludere alla richiesta che Israele si ritiri dall’area delle Fattorie Shebaa (il pretesto accampato da Hezbollah, Siria e Libano per tenere aperto il conflitto con Israele anche dopo che, nel 2000, lo stesso Consiglio di Sicurezza aveva riconosciuto il completo ritiro di Israele sul confine internazionale).
Una difficoltà, nella bozza, sta nel fatto che chiede una cessazione immediata delle ostilità, il che significa che le Forze di Difesa israeliane potrebbero restare sulle posizioni raggiunte nel sud del Libano fino a un successivo accordo. Ciò può essere considerato un successo israeliano, giacché si tratta di posizioni perse da Hezbollah e che potrebbero essere usate come carta territoriale negoziale per impedire a Hezbollah di tornare sul confine con Israele prima del dispiegamento della forza internazionale. D’altra parte, una prolungata permanenza in una rinnovata “fascia di sicurezza” nel Libano meridionale potrebbe non essere vantaggiosa per Israele e dare a Hezbollah un ulteriore pretesto per “lottare contro l’occupazione” anziché disarmarsi. Ci si domanda quanto potrebbe durare una tale tregua.
Un’altra difficoltà, per Israele, è che la bozza cerca di soddisfare entrambe le parti dando ai libanesi l’idea di poter ottenere il rilascio dei loro detenuti (condannati per terrorismo) e l’area della Fattorie Shebaa, distanziandosi in questo dalla posizione presa dal G-8 nei primi giorni della crisi.
Israele ha fatto una grossa concessione nei colloqui che hanno preceduto la stesura della bozza quando ha accettato che, nelle prime fasi, la forza internazionale venga definita come un rafforzamento delle forze Onu UNIFIL (già presenti in Libano dal 1978). Inizialmente il primo ministro israeliano Ehud Olmert era contrario al rafforzamento dell’UNIFIL, considerata una forza del tutto inefficace, e chiedeva invece una nuova forza con uno specifico mandato del Consiglio di Sicurezza. Olmert ha cambiato idea quando si è capito che Beirut, che ha diritto di veto sul tipo di forze internazionali sul suo suolo, dopo l’incidente di Qana si è rimangiato la sua iniziale disponibilità per una forza diversa.

(Da: Ha’aretz, 6.08.06)

Nella foto in alto: Soldati israeliani al rientro da uno scontro contro terroristi Hezbollah