Israeliani (ebrei e arabi) soddisfatti della loro vita

E’ quanto emerge dall’ultima indagine a campione che ha valutato reddito, lavoro, sicurezza, sanità, alloggio, istruzione, ambiente e impegno civile

Quasi 90 israeliani su 100 si dichiarano soddisfatti della propria vita. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio diffuso dall’Ufficio Centrale di Statistica israeliano.

Secondo l’indagine, intitolata 2015: indicatori nazionali di benessere, sostenibilità e resilienza, il 91% dei cittadini ebrei intervistati è “soddisfatto” o “molto soddisfatto” della propria vita, così come l’82% dei cittadini arabi (in entrambi i casi, dai 20 anni in su).

Le categorie utilizzate per valutare i vari indicatori sono state: qualità del lavoro, sicurezza personale, assistenza sanitaria, alloggio, istruzione e specializzazione, benessere personale e sociale, ambiente, impegno civile e ricchezza materiale.

Il numero di persone che si sono dichiarane soddisfatte della propria occupazione è passato dall’81,5% del 2002 all’88,4% del 2015.

La speranza di vita è aumentata, tra il 2000 e il 2015, di 3,4 anni (da 76,7 a 80,1) per gli uomini, e di 3,2 anni (da 80,9 a 84,1) per le donne.

La ricerca ha rilevato che il 71% degli israeliani si dichiara soddisfatto dei servizi sanitari ricevuti. Di questi, il 56% % li definisce “buoni” e il 15% “molto buoni”. Circa il 60% afferma che, in caso di grave malattia, il sistema sanitario israeliano garantirebbe loro il miglior trattamento possibile: il 18% dice di esserne “fortemente” convinto; il rimanente 42% di esserne “abbastanza” convinto.

Circa l’81% degli intervistati (90% degli uomini e 72% delle donne) dichiara di sentirsi al sicuro camminando da soli di notte nella zona dove abita. A Gerusalemme la percentuale scende a 71.

Le risposte si dividono lungo linee socio-economiche quando si tratta delle spese legate alla casa, relative al 2014. Circa il 55% delle famiglie nel decile più povero ha speso almeno il 30% del proprio reddito netto in spese per l’abitazione, cifra che scende al 14% per le famiglie del decile più ricco. Complessivamente, il 33,5% delle famiglie israeliane spende il 30% o più del proprio reddito per questa voce di spesa.

Nel 2015, il numero di 26enni che hanno conseguito un diploma quinquennale si attestava al 48,4%, con i giovani cittadini ebrei più numerosi di quelli arabi, e le donne più numerose dei maschi.

Nel rapporto, l’Ufficio Centrale di Statistica rileva che, stando alla ricerca del Programma Ocse per la valutazione internazionale degli allievi, la percentuale di israeliani che ha difficoltà con la matematica è diminuita del 2% nel periodo 2012-2015, ma attestandosi al 23% rimane ancora più elevata rispetto alla media dei paesi Ocse.

Secondo l’indagine, il numero di israeliani che partecipano ad attività di volontariato è progressivamente aumentato dal 15% al 21% negli anni dal 2002 al 2015.

L’indagine rileva inoltre che nel 2015 il reddito netto pro-capite si è attestato a 97.828 shekel (circa 25.330 euro), pari a un incremento del 2,8% rispetto all’anno precedente.

(Da: Israel HaYom, 28.2.17)