La frizzante risposta di Scarlett Johansson

L’attrice americana risponde per le rime a chi, in nome del boicottaggio, attacca la sua campagna per una ditta israeliana

Scarlett Johansson come donna-immagine per SodaStream

L’attrice Scarlett Johansson ha controbattuto con fermezza a chi la attacca per via della sua nuova campagna pubblicitaria per la SodaStream (ditta israeliana di macchine per produrre in casa bevande gasate), mettendo in chiaro che non intende affatto interrompere il suo rapporto con la società.

SodaStream è nel mirino degli attivisti anti-israeliani perché gestisce una grande fabbrica a Ma’aleh Adumim, cittadina che sorge pochi chilometri a est di Gerusalemme ed è considerata uno dei principali blocchi di insediamenti destinati a rimanere parte di Israele in qualsiasi futuro accordo di pace con i palestinesi.

Cinque anni fa la società israeliana del seltz fatto in casa si è lanciata sul mercato degli Stati Uniti ottenendo un vasto successo. Ma appena si è saputo che sarebbe stata testimonial di SodaStream, Scarlett Johansson è finita sotto attacco. “Johansson farebbe bene a rendersi conto che ‘normalizzare’ l’occupazione israeliana è un cattivo uso della sua celebrità”, ha scritto Forward, mentre il New Yorker affermava che la scelta della Johansson è in conflitto con le sue attività a favore di Oxfam e il New York Magazine definiva il prodotto in questione “bollicine insanguinate”.

La lettera scarlatta dell’infamia marchiata sulla fronte di Scarlett Johansson in un manifesto degli agit-prop per il boicottaggio anti-israeliano

La “lettera scarlatta” dell’infamia marchiata sulla fronte di Scarlett Johansson in un manifesto degli agit-prop per il boicottaggio anti-Israele

Oxfam International, una confederazione di 17 organizzazioni non governative che operano in più di cento paesi contro povertà e ingiustizia e di cui la Johansson è “ambasciatrice globale” dal 2005 contribuendo alla raccolta di fondi e alla sensibilizzazione sulla povertà nel mondo, ha contestato la scorsa settimana la scelta dell’attrice perché il gruppo aderisce al boicottaggio di qualunque attività economica israeliana che abbia qualsiasi relazione con gli insediamenti al di là della ex linea armistiziale che divideva Israele dalla Giordania nel periodo 1949-’67.

“Anche se non ho mai inteso essere il volto di qualsiasi movimento o atteggiamento sociale o politico come parte della mia affiliazione con SodaStream – dice la Johansson in una dichiarazione rilasciata venerdì ad Huffington Post – dato il rumore suscitato da tale decisione preferisco chiarire le cose. Sono e rimango sostenitrice della cooperazione economica e dell’interazione sociale tra un Israele democratico e la Palestina. SodaStream è una società che si impegna non solo per l’ambiente, ma per la costruzione di un ponte di pace tra Israele e Palestina sostenendo vicini che lavorano fianco a fianco e riceveono pari retribuzioni, eguali benefits e uguali diritti. Questo è ciò che accade ogni giorno nella loro fabbrica a Ma’aleh Adumim”.

SodaStream impiega 900 palestinesi a cui vengono pagati gli stessi salari dei dipendenti israeliani.

Lavoratori palestinesi nella fabbrica SodaStream a Ma’aleh Adumim

“Credo nel consumo consapevole e nella trasparenza – continua il comunicato della Johansson – e confido che il consumatore sappia fare la scelta consapevole che ritiene più giusta. Come parte del mio impegno come ‘ambasciatrice’ di Oxfam sono stata testimone di prima mano dei progressi che vengono fatti quando le comunità si uniscono e lavorano fianco a fianco e si sentono fiere del risultato di tale lavoro, della qualità del loro prodotto, dell’ambiente di lavoro, dello stipendio che portano a casa alle loro famiglie e degli altri benefits che ricevono in modo eguale. Sostengo il prodotto SodaStream così come sono fiera dell’opera che ho svolto per Oxfam come ‘ambasciatrice’ per oltre otto anni. Anche se è un effetto collaterale del rappresentare SodaStream, mi fa piacere che si faccia luce su questo tema, nella speranza che un maggior numero di voci contribuisca al dibattito per una soluzione di pace a due stati nel prossimo futuro”.

“Uso io stessa i prodotti SodaStream e li regalo da molti anni – aggiunge la Johansson in un’intervista – L’impegno dell’azienda per un corpo più sano e un pianeta più sano mi si adatta perfettamente. Mi piace che il prodotto possa adattarsi a qualsiasi stile di vita e palato. La partnership tra me e SodaStream è cosa ovvia”.

SodaStream ha sempre vantato il suo lato ecologico. Non a caso, è proprio questo che causò il bando del suo primo spot per il Super Bowl americano del 2013. L’annuncio originale parodiava CocaCola e PepsiCo mostrando come i consumatori, utilizzando SodaStream, non sono costretti a buttare via migliaia di bottiglie di plastica. Quell’annuncio suscitò una gran quantità di polemiche, ma anche un sacco di pubblicità gratuita per l’azienda. Cosa che potrebbe ripetersi oggi coi tentativi di boicottaggio della campagna con Scarlett Johansson.

Mentre le altre grandi marche di produttori di soda offrono solo una manciata di sapori, SodaStream consente ai consumatori di scegliere tra più di 100 gusti. SodaStream dice che la sua miscela contiene generalmente due terzi in meno di zucchero e due terzi in meno di calorie delle soda normali, nessun sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio e niente aspartame. Attualmente i prodotti SodaStream sono disponibili in oltre 60mila punti vendita in 45 paesi (Italia compresa), e in circa 15mila negozi al dettaglio nei soli Stati Uniti.

(Da: YnetNews, Israel HaYom, MFA, 26.1.14)

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