La lezione della storia

La ricorrenza di Tisha Be'av offre motivi di riflessione alla vigilia dello sgombero da Gaza

Alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_836Scrive Ha’aretz: La distruzione del Secondo Tempio [del 70 e.v., ricordata nella giornata di Tisha Be’av, che quest’anno ricorreva il 14 agosto] non rappresentò soltanto il crollo fisico del Tempio di Gerusalemme, ma anche il crollo del focolare nazionale ebraico. La distruzione effettiva venne compiuta da forse straniere, ma furono i ciechi zeloti, saturi di una megalomane sete di potere, che pretesero di guidare il minuscolo stato ebraico secondo la loro scelta estremista, voltando le spalle alla realtà politica e parlando in nome di un unico principio: la religione secondo la loro particolare interpretazione… Oggi ha fatto nuovamente la sua comparsa un gruppo di rabbini zeloti estremisti, irresponsabili e megalomani, che prende a calci la sovranità dello stato e la possibilità di condurre una vota equa e normale all’interno della famiglia delle nazioni, minacciando di far crollare tutto l’edificio se non potranno fare alla loro maniera… Perciò quest’anno la ricorrenza di Tisha Be’av comporta un profondo bilancio spirituale. Alla luce della lezione della storia che essa evoca, lo stato ebraico deve corazzarsi per la lotta da affrontare nel nome della sua sovranità e per evitare una terza distruzione del focolare nazionale.

Scrive il Jerusalem Post: La necessità cruciale è che entrambe le parti interiorizzino il fatto che i concittadini israeliani con cui si trovano in forte disaccordo sono comunque concittadini che perseguono lo stesso obiettivo: il bene di Israele. Perché cruciale? Perché la storia che precede Tisha Be’av indica come sia proprio il genere di spaccatura interna che vediamo oggi in Israele, più che le conseguenze di questa o quella particolare scelta politica così appassionatamente sostenuta dalle parti divise, ciò che offre ai nostri nemici le più grandi possibilità di successo.

Scrive Hatzofeh: Oggi è Tisha Be’av, il giorno della distruzione del Primo e del Secondo Tempio, e noi ci troviamo alla vigilia di una nuova distruzione, la distruzione delle comunità di Gush Katif [nella striscia di Gaza]. Anche l’espulsione di tutti gli ebrei dalla Spagna nel 1492 ebbe luogo nel giorno di Tisha Be’av. Oggi, poco più di cinquecento anni dopo, ancora una volta degli ebrei vengono espulsi dalle loro case.

Scrive Yediot Aharonot: Dopo anni di esercizio virtuale della leadership, questa settimana Israele verrà messo alla prova dalla dura realtà nel momento in cui cercherà di dare corso alla legittima decisione del proprio governo e del proprio parlamento. Il disimpegno non può più essere evitato. Sia l’opinione pubblica che le forze impegnate nello sgombero devono saper distinguere fra la grande maggioranza degli israeliani della striscia di Gaza che hanno già traslocato o che lo faranno nella calma quando verrà loro ordinato, e quella “minoranza militante” di coloni o di manifestanti giunti nella striscia di Gaza da fuori che vogliono inscenare un dramma politico e creare un trauma sulla scorta del disimpegno. In fondo, chi sono coloro che sono incaricati di attuare lo sgombero? Ricordiamoci sempre che sono figli e figlie di tutti noi. Come paese, Israele ha già guadagnato dal piano di disimpegno.

(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post, Hatzofeh, Yediot Aharonot, 14.08.05)

Nella foto in alto: Tisha Be’av 5765 a Gerusalemme