La nazione start-up

Rapide riflessioni su un fenomeno che continua a stupire

Di Ronn Torossian

Uno degli aspetti più sorprendenti di Israele è il boom di tecnologia e di idee che vi si registra da vent’anni. Da aziende start-up come la FST 21 gestita dal leggendario Ze’ev Farkash alla Beyond Verbal sostenuta da Yuval Rabin e altri, dai grandi fondi d’investimento a investitori come Ami Mesika, da società come Bizzabo a quelle del biotech, sono veramente tante le cose che accadono praticamente ogni giorno sul fronte tecnologico in Israele.

Ecco una breve rassegna di recenti citazioni a proposito di Israele vista sotto il profilo di “nazione start-up”:

• “Israele è il più grande e promettente fulcro di investimenti al di fuori degli Stati Uniti”. Warren Buffett

• “Il World Economic Forum colloca Israele tra i paesi più importanti del mondo per innovazione tecnologica e imprenditoriale”. Wall Street Journal

• “Quando un israeliano vuole uscire con una donna, le chiede di uscire quella sera stessa. Quando un israeliano ha un’idea imprenditoriale, inizia a lavorarci quella stessa settimana. L’idea che uno debba accumulare credenziali prima di lanciare un’iniziativa semplicemente non esiste. Il che in effetti è un bene, nel mondo dell’impresa. Lasciar passare troppo tempo serve solo a far venire in mente quel che può andare storto, non quello che può essere innovativo”. Mark Gerson

• “E’ tutto un passaparola. Qui il diagramma sociale è molto semplice: tutti conoscono tutti, ognuno ha fatto il servizio militare con il fratello di qualcuno, la madre è stata insegnante nella scuola di quell’altro, lo zio è stato comandante nell’esercito dell’unità di un altro ancora. Nessuno può nascondesi. Se non ti comporti bene, non puoi sparire nello Wyoming o in California. C’è un elevato grado di trasparenza”. Yossi Vardi

• “L’esercito ti prende in giovane età e ti insegna che quando hai un compito, sei responsabile di tutto quello che accade e di quello che non accade”. John Lowry

• “Israele ha il migliore capitale umano. Ciò che spinge il successo aziendale e il ritorno in investimenti sono le idee. E le idee vengono dalle persone. Il bacino nazionale di talenti intellettuali in Israele, dall’economia alla tecnologia di punta, è così proporzionalmente ampio e profondo che la nazione ha il maggior numero al mondo di aziende start-up per abitante”. Yuval Steinitz

• “C’è qualcosa nel DNA dell’innovazione israeliana che appare inspiegabile”. Gary Shainberg

• “L’innovazione in atto in Israele è cruciale per il futuro dell’impresa tecnologica”. Bill Gates

• “Israele è diventato una destinazione popolare fra i Governatori statunitensi che sperano di stimolare l’economia dei loro rispettivi Stati attingendo alla tecnologia di un paese che non per caso alcuni chiamano la nazione start-up”. USA Today

• “Innumerevoli regioni del mondo hanno cercato di imitare l’impareggiabile performance tecnologica della Silicon Valley, con vari gradi di successo. Con il suo tasso di start-up pro capite più alto di qualsiasi altro paese al mondo, la ‘Silicon Wadi’ israeliana sembra aver scoperto la ricetta segreta”. Entrepreneur.com

• “Israele ha più società alla borsa tecnologica NASDAQ di qualsiasi altro paese al di fuori degli Stati Uniti: più di tutta l’Europa e l’India messe insieme. E l’innovazione israeliana non si limita ai computer, alla sicurezza e alle comunicazioni. Lo stato ebraico è leader mondiale nei brevetti per dispositivi medici ed è un protagonista globale nelle eco- e bio- tecnologie”. Start-Up Nation (trad. it. Laboratorio Israele, di Dan Senor e Saul Singer)

• “Israele, a poco più di 60 anni d’età e con una popolazione di poco più di 7 milioni di abitanti, è emerso come un modello di imprenditorialità che paesi in tutte le fasi di sviluppo hanno cercato di imitare”. Freakonomics.com

(Da: Times of Isreael, 4.9.13)

«Com’è possibile che un paese con poco più di sette milioni di abitanti, privo di risorse naturali, travagliato da continue guerre, riesca ad aumentare la sua crescita economica di cinquanta volte in sessant’anni e a diventare il centro propulsore dell’hi-tech? E’ la domanda a cui risponde Laboratorio Israele, il saggio che Dan Senor e Saul Singer, profondi conoscitori dell’area mediorientale, dedicano al miracolo economico della nazione ebraica. Israele può vantare la massima concentrazione a livello mondiale di innovazione e imprenditorialità, con un numero di imprese start-up, avanguardie della sperimentazione, superiore a quello di Cina, Gran Bretagna, Canada, Giappone e India, e con la più alta presenza di aziende nel NASDAQ, dopo gli Stati Uniti. Queste sorprendenti performance si fondano su una serie di fattori chiave: il ruolo delle forze armate, dove i giovani, nel lungo servizio di leva, acquisiscono vere e proprie competenze manageriali da reinvestire nel civile; la percentuale di Pil destinata a ricerca e sviluppo, per la quale Israele detiene il primato mondiale; la politica dell’immigrazione, considerata da sempre una risorsa da valorizzare. A legare tra loro questi aspetti e a fare la differenza, però, è la capacità degli israeliani di trasformare, sin dagli albori della loro storia nazionale, le debolezze e le avversità in punti di forza.»

(Dan Senor, Saul Singer, Laboratorio Israele. Storia del miracolo economico israeliano, Mondadori, 2012)