La negazione di Israele e il solito assordante silenzio della comunità internazionale

Per la radio e la tv dell’Autorità Palestinese, Israele non esiste (e comunque deve scomparire)

Tutta la pubblicistica palestinese (come questo poster di Fatah) rappresenta sempre la “Palestina” con mappe che cancellano Israele dalla carta geografica

Il mondo, che si precipita a condannare Israele ogni volta che viene annunciata la costruzione di qualche unità abitativa negli insediamenti già esistenti in Cisgiordania, resta sempre inspiegabilmente silenzioso mentre i mass-media controllati dall’Autorità Palestinese continuano ad alimentare l’indottrinamento contro Israele e a invocare la sua cancellazione dalla carta geografica. Lo ha sottolineato ancora una volta lunedì scorso Mark Regev, portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

La presa di posizione di Regev, alla vigilia del secondo round di colloqui di pace (previsti a Gerico, ma che poi si sono tenuti martedì a Gerusalemme), è stata innescata dalle frasi pronunciate da una conduttrice della radio ufficiale dell’Autorità Palestinese “Voce della Palestina”, che ha salutato gli ascoltatori arabo-israeliani augurandosi che “un giorno” Israele non esista più e “la Palestina sarà di nuovo Palestina”.

Regev ha anche citato, fra i vari esempi possibili, una fiction mandata in onda dalla televisione dell’Autorità Palestinese in cui venivano mostrati dei palestinesi che, dopo un’ipotetica riconciliazione tra Hamas e Fatah, aggrediscono un ebreo ortodosso e gli tagliano i tradizionali riccioli alle tempie (pe’ot). “Questa continua istigazione all’odio cade nel silenzio assordante della comunità internazionale – ha commentato Regev – Quando Israele costruisce in aree che tutti sanno che resteranno parte di Israele anche nel quadro dell’accordo di pace finale, questo fatto viene immancabilmente additato come un grave ostacolo per la pace. Ma quando i palestinesi indottrinano la loro gente con l’odio verso gli ebrei e verso il loro Stato, minando alla base le possibilità di riconciliazione e coesistenza fra i due popoli, la cosa viene ignorata e passa sotto silenzio. Ciò che dovrebbero fare i leader in questa fase – ha concluso il portavoce israeliano – è preparare l’opinione pubblica al rispetto e alla riconciliazione. Invece quello che vediamo sul versante palestinese è esattamente il contrario: persistente demonizzazione, esaltazione degli obiettivi massimalisti e descrizione di Israele come di una creazione illegittima destinata a scomparire”. (Da: Jerusalem Post, 20.8.13)

Clicca per sentire il brano della trasmissione (con sottotitoli in inglese):

Conduttrice di Voce della Palestina, radio ufficiale dell’Autorità Palestinese (8 agosto 2013): «Un saluto a tutti i nostri ascoltatori e buon feste a voi, la nostra gente della Palestina occupata [Israele], la Palestina del 1948, i territori del 1948 [anno di nascita di Israele]. Un saluto al nostro popolo ad Acri, a Nazareth, a Tiberiade, a Haifa e a Giaffa [tutte città israeliane]. Che la vostra identità palestinese sia radicata nel vostro cuore e nella vostra mente. Ad Allah piacendo, un giorno la Palestina sarà di nuovo la Palestina!» (Da: PMW Bulletin, 19.8.13)

 

All’inizio di questo mese, PMW (Palestinian Media Watch) ha documentato una trasmissione a quiz mandata in onda durante il Ramadan dalla televisione dell’Autorità Palestinese, nella quale venivano poste delle domande a palestinesi fermati per la strada. Le domande sottintendevano un mondo dove non esiste lo stato di Israele, giacché per aggiudicarsi il premio in denaro bisognava riconoscere come “appartenenti alla Palestina” le città israeliane di Giaffa, Safed e Ashdod, il Monte Meron, il mare di Galilea (Tiberiade), il lago di Hule. (Da: PMW Bulletin, 4.8.13)