La piaga dei delitti d’onore nella società araba

Aumento in Medio Oriente dei casi di donne uccise dai parenti con l’accusa d’aver disonorato la famiglia.

Da un articolo di Joseph Mayton

image_3378Sarah, una studentessa universitaria di 23 anni di Assuan, ricorda bene il giorno in cui venne a sapere che sua cugina era stata uccisa. “Ero all’università, qui al Cairo, l’estate scorsa, quando mi chiamò mia madre”. Sono passati mesi, ma finora Sarah ne aveva parlato ben poco e le vengono le lacrime agli occhi al solo tentativo di raccogliere i ricordi. “Mia madre – continua – mi disse che mia cugina, con cui ero cresciuta e con cui avevo sempre giocato, era stata uccisa”. Ma come e in quali circostanze, sua madre non glielo volle dire. Ci volle qualche giorno prima che a Sarah a poco a poco apparisse chiaro che sua cugina era stata vittima di un genere di omicidio così vergognoso che nelle famiglie viene taciuto e non viene denunciato alla polizia. La cugina di Sarah era stata vittima di un cosiddetto “delitto d’onore”: l’assassinio di una donna ad opera di un parente maschio per aver disonorato la reputazione della famiglia con una relazione sessuale “illecita”. Sarah riuscì infine a mettere insieme i pezzi della storia: era stato il fratello di sua cugina a pugnalare la propria sorella. La madre di Sarah non riusciva a dirlo alla figlia, e sei mesi più tardi Sarah stessa deve farsi forza per parlarne con un giornalista. “Era chiaro quello che era successo – ricorda Sarah – perché pochi mesi prima mia cugina aveva avuto una relazione con un musulmano in città, e questo alla sua famiglia non piaceva. Circolavano voci e cose del genere. Io non ci avevo fatto molto caso perché la nostra famiglia è istruita e benestante, ma quando ho saputo la notizia mi è stato tutto chiaro”.
Effettivamente la famiglia di Sarah è cristiana, mentre i delitti d’onore vengono solitamente associati ai musulmani e spesso considerati – erroneamente – un uso islamico. Ma quella che ci racconta in un appartamento del Cairo è una storia che sta diventando sempre più comune nelle zone rurali d’Egitto. I delitti d’onore, spiega, riguardano tutte le donne. Sarah ha accettato di raccontare la storia di sua cugina dopo che alla fine di febbraio altre due donne sono state uccise in villaggi egiziani presso Alessandria, la seconda città del paese.
La prima donna, una 24enne, è stata pugnalata a morte dal fratello nella casa di famiglia, nel villaggio di Ameriya, dopo che gli erano giunte delle voci circa il suo comportamento, stando al resoconto del giornale egiziano Al-Badeel. La madre della vittima assistette all’uccisione, ma la polizia venne chiamata solo dopo che il corpo era stato portato in un ospedale, ed era stato l’ospedale a far partire la denuncia alle autorità. Alla fine, la madre della vittima è crollata sotto le domande degli investigatori e ha ammesso che l’assassino era suo figlio. Il figlio è stato arrestato e ha confessato il delitto, giustificandolo con “l’immoralità” di sua sorella. Nello stesso villaggio, nel settembre scorso, una famiglia era stata tratta in arresto con l’accusa d’aver ucciso una ventenne per una presunta relazione.
La seconda donna, di 22 anni, è stata trovata morta sulla strada costiera di Marsa Matrouh, vicino a Borg al-Arab, con un cappio intorno al collo, completamente vestita e sanguinante. Durante l’identificazione del cadavere e l’interrogato della famiglia, lo zio della donna ammise che il fratello della vittima, un operaio disoccupato, aveva ucciso la sorella minore accusandola si essere scappata con uno sconosciuto.
Molti delitti d’onore non arrivano mai sotto i riflettori. “Siamo una società chiusa e non ci piace parlare di queste cose. Ma se non lo facciamo le cose continueranno allo stesso modo, proprio come è successo alle due ragazze ad Alessandria – dice Sarah, che si rifiuta di tornare a casa per paura – Non tornerò dalla mia famiglia. C’è molto pericolo in questo paese per le giovani donne, perché anche le voci ti possono far ammazzare”.
In Medio Oriente e Nord Africa i delitti d’onore risultano in aumento. Nell’Alto Egitto, dove è stata uccisa la cugina di Sarah, gruppi locali per i diritti umani segnalano una serie di casi di donne violentemente picchiate per aver “sgarrato” dalle regole della famiglia. Se la Giordania è particolarmente famosa per i delitti d’onore contro le donne, i casi più recenti in Egitto dimostrano che non si tratta di un problema solo giordano. L’attivista egiziano-americana Salma Ibrahim dice di essere “sempre molto spaventata dal ruolo che gioca il concetto di onore” in questa regione. “Il modo in cui a volte vengono trattate le donne è orrendo. L’idea che una donna rimasta incinta possa essere uccisa perché è fuggita con l’uomo che ama è ripugnante” dice Salma Ibrahim.
Il governo giordano, dal canto suo, ha chiesto ai giudici di trattare i cosiddetti “delitti d’onore” allo stesso modo degli altri delitti. Tuttavia, con un parlamento a predominanza beduina, la cosa si rivela difficile. “Ma la maggioranza delle gente con cui ho parlato in Giordania vorrebbe davvero vedere finire questo fenomeno” dice Rana Husseini, giornalista e autrice di un libro sui delitti d’onore.
In Cisgiordania l’uccisione, l’anno scorso, di una donna palestinese ad opera dello zio e di tre altri uomini, con l’accusa d’aver disonorato la famiglia, ha finalmente suscitato un ampio dibattito sulla secolare pratica dei delitti d’onore. Aaya Barad’iyya, 21 anni, studentessa del villaggio di Surif vicino a Hebron, venne annegata in un pozzo vicino casa nell’aprile 2010, ma il suo corpo venne trovato più di un anno dopo. Oggi, il movimento delle donne palestinesi si augura che l’accordo di riconciliazione a lungo atteso tra i movimenti Hamas e Fatah apra la strada a un legittimo parlamento palestinese che sia in grado di approvare una legge volta ad abolire le clausole legali tuttora in vigore che rendono facile, per i colpevoli di delitti d’onore, sottrarsi alla giustizia. Mediamente ogni anno nei territori palestinesi vengono uccise una dozzina di donne a causa dell’onore, stando alla stima di Rawdah Baseer, attivista del movimento femminista palestinese.
Il delitto d’onore non ha nulla a che fare con la religione, afferma Rana Husseini. “Non è specifico della Giordania e non ha niente a che fare con la cultura islamica – dice – tanto è vero che alcune vittime in Giordania erano cristiane”.
Il parlamento egiziano è stato sollecitato a stabilire pene più severe per i delitti d’onore, ma i legislatori si mostrano riluttanti sostenendo che farlo porterebbe a un aumento della “promiscuità”. Spesso vengono anzi comminate condanne leggere agli uomini che uccidono le loro parenti donne, e i giudici tendono a trattare questi casi con clemenza.
“Perché ci riempiamo tanto la bocca dell’onore delle donne nell’Egitto odierno – si chiede Sarah – se poi continuiamo a voltare la testa dall’altra quando le nostre ragazze vengono assassinate?”

(Da: Jerusalem Post, 06.03.12)