La scala che fa contenti (quasi) tutti

È risaputo che la proposta russa per lo smantellamento delle armi chimiche siriane significa la continuazione della spietata guerra civile che imperversa nel paese

Di David Shein

La proposta russa di compromesso (Damasco cederebbe alla comunità internazionale il controllo sulle sue armi chimiche per evitare un attacco militare) è la scala che consente a tutti di scendere dagli alberi su cui si sono arrampicati. Da una parte, Bashar Assad potrà rimanere al potere in Siria, mentre Iran e Russia potranno preservare la loro rete di relazioni in Medio Oriente, vantare una reputazione diplomatica e rafforzare la loro posizione internazionale. Dall’altra, Israele si sentirà al sicuro dalla minaccia delle armi chimiche siriane. E per il momento gli attivisti di al-Qaeda, che non piacciono a nessuno, non riusciranno ad assumere il controllo sulla Siria. I membri del Congresso americano non dovranno decidere su un’altra guerra in Medio Oriente a cui non sono interessati, e Barack Obama non avrà bisogno di prendere iniziative che contrastano con la sua filosofia liberal e giustificherebbe – per inciso – l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace. E forse sarà la volta per John Kerry di vincere il premio.

Così tutti quanti potranno uscire dall’angolo.

Gli unici che non saranno affatto contenti per l’accoglimento della proposta russa sono i cittadini siriani. È chiaro a tutti che accettare la proposta significa la continuazione della spietata guerra civile che imperversa nel paese. In effetti, dietro a tutti i sorrisi di sollievo e alle foto trionfali, verrà mantenuto lo status quo: come se non ci fosse mai stato l’uso di armi chimiche contro la popolazione civile, e come se i bambini siriani non fossero ogni giorno martoriati e uccisi con armi convenzionali.

E la domanda etica “ma il mondo non dovrebbe fare di tutto per porre fine alla carneficina in Siria?” resta la domanda a cui nessuno intende rispondere.

(Da: Ma’ariv, 10.9.13)