La tragica guerra contro i terroristi nascosti fra i civili

Farsi scudo coi civili è considerato crimine di guerra dal diritto internazionale

image_1325“Esprimo il più profondo rincrescimento di tutto Israele e delle Forze di Difesa israeliane per la morte dei civili a Qana – ha detto domenica il primo ministro israeliano Ehud Olmert – Niente potrebbe essere più lontano dalle nostre intenzioni, e anche dai nostri interessi, di questa tragica morte di civili. Lo capirebbe chiunque. Quando colpiamo dei civili – ha aggiunto Olmert – tutti sanno che si tratta di un tragico incidente del tutto involontario, al contrario dei terroristi Hezbollah che lanciano i loro missili col preciso intento di uccidere quanti più civili innocenti possibile in Israele”.
Olmert ha detto che la lotta contro Hezbollah dovrà continuare, nonostante la tragedia di Qana: “Hezbollah, come tutti i movimenti terroristi islamisti – ha detto – minaccia ogni civiltà. Quando abbiamo deciso di reagire, sapevamo che avremmo dovuto essere forti di fronte alle enormi difficoltà poste dalla situazione”. Olmert ha ricordato che la zona di Qana è un luogo da cui sono stati lanciati moltissimi razzi Katyusha contro le città israeliane.
“Stiamo operando in un luogo da dove vengono lanciati molti razzi – ha detto il capo di stato maggiore israeliano Dan Halutz – e avevamo avvertito gli abitanti. Purtroppo sono stati colpiti dei civili che si erano radunati in quel luogo e della cui presenza noi non eravamo a conoscenza. Purtroppo le organizzazioni terroristiche usano la popolazione civile come copertura”.
Un alto ufficiale israeliano ha spiegato che le forze aeree israeliane bersagliavano la zona da tre giorni, dopo che da essa erano state lanciate molte decine di razzi Katyusha, e che per questo gli abitanti erano stati ripetutamente avvertiti di abbandonare l’area. Nell’edificio in questione era stata segnalata con precisione la presenza di combattenti Hezbollah e dei loro lanciarazzi Katyusha. “Miriamo soltanto a luoghi da dove vengono sparati i razzi – ha ribadito l’ufficiale – e quell’edificio era vicinissimo a un punto trasformato da Hezbollah in postazione di lancio contro Israele. I terroristi Hezbollah si rifugiano regolarmente dentro strutture civili, spesso con razzi e lanciarazzi”. Le Forze di Difesa israeliane avevano avvertito che restare nel villaggio era estremamente pericoloso proprio a causa di queste attività Hezbollah. “Seguivamo le attività nel villaggio e sembrava che fosse ormai abbandonato dai civili, per cui si decise avviare le operazioni contro le cellule terroristiche, certo non contro il villaggio in se stesso”.

Hezbollah ha negato sia d’aver usato Qana come base di lancio di razzi e missili, sia d’aver usato edifici civili per nascondere le piattaforme di lancio mobili. Le Forze di Difesa israeliane domenica hanno mostrato alla stampa filmati aerei che smentiscono Hezbollah. Di veda ad esempio:

http://www1.idf.il/DOVER/site/mainpage.asp?sl=EN&id=7&docid=55356.EN

Si veda anche:

http://www.mfa.gov.il

Una prima indagine delle Forze di Difesa israeliane ha rilevato che l’edifico di tre piani di Qana (Libano meridionale) colpito domenica dalle forze aeree è crollato circa otto ore dopo essere stato colpito. “L’attacco alla struttura nel villaggio di Qana ha avuto luogo tra la mezzanotte e l’una del mattino – ha detto domenica ai giornalisti Amir Eshel, capo del quartier generale delle forze aeree a Tel Aviv, dopo il tragico incidente (55-60 morti, fra cui più di 20-30 bambini) – Il lasso di tempo tra l’orario dell’attacco e l’orario del crollo dell’edificio non è chiaro”.
Eshel ha spiegato che, al momento del crollo, verso le 8.00 del mattino, l’edificio non era sotto attacco. Le Forze di Difesa israeliane ritengono probabile che materiale esplosivo dei terroristi Hezbollah possa essere all’origine del crollo dell’edificio, usato come rifugio per libanesi sfollati del Libano meridionale ma anche come base delle attività terroristiche. Una seconda possibilità, meno probabile, è che l’edificio sia rimasto in piedi pericolante per diverse ore, per poi crollare definitivamente.
“Può darsi che all’interno dell’edificio fosse immagazzinato qualcosa che alla fine può aver causato un’esplosione, qualcosa che non eravamo riusciti a distruggere nel primo attacco e che forse è rimasto là dentro”, dice Eshel, e aggiunge: “Lo dico con molta cautela, perché al momento non abbiamo alcuna indicazione su quale possa essere la spiegazione di quel lasso di tempo”.
Eshel spiega che alle 7.30 del mattino c’è stato un ulteriore attacco aereo, ma contro altri edifici. “E’ stato un attacco – dice – contro tre edifici a 460 metri di distanza dalla struttura di cui stiamo parlando. Sono state lanciate quattro bombe, tutte documentate dalle telecamere a bordo degli aerei e hanno colpito tutte i rispettivi bersagli. Abbiamo anche fatto un sorvolo nel pomeriggio per filmare il villaggio e si vede che i tre edifici sono stati colpiti. Abbiamo conferma che i colpi sono andati a segno. Un precedente attacco, alle due del mattino, ha preso di mira due obiettivi a 400 metri dall’edificio in questione. Anche in quel caso centrati e distrutti. L’attacco che ha interessato la zona dell’edificio della tragedia ha avuto luogo fra le 12 e l’una del mattino, e i colpi sono stati precisi. Quello che ci stiamo domandando è cosa sia avvenuto fra l’una di notte e le otto del mattino. A quanto pare, l’edificio sarebbe stato colpito fra le 12 e l’una, otto ore prima di collassare”.
“Fin dall’inizio dei combattimenti – ha spiegato ancora Eshel – erano stati lanciati contro città israeliane almeno 150 razzi da parecchie postazioni di lancio poste nel villaggio di Qana e dintorni”. E i lanciarazzi Hezbollah si nascondevano sistematicamente negli edifici civili del villaggio, come si vede anche in alcuni filmati mostrati alla stampa dalla Forze di Difesa israeliane.
“All’interno del villaggio – continua l’ufficiale – abbiamo individuato tutta una gamma di attività connesse ai lanci di razzi, a partire dalle unità di comando operativo, giacché tali lanci hanno bisogno di una continua direzione operativa, fino ai vari siti logistici necessari per i lanci. Dal diallagio di Qana venivano lanciato razzi contro Israele praticamente ogni giorno”.

“Quelle attaccate forze aeree israeliane la mattina di domenica 30 luglio – si legge in un comunicato delle Forze di Difesa israeliane –erano basi di lancio di missili nella zona del villaggio di Qana, un’area da dove sono stati lanciati centinaia di razzi e missili verso la città israeliana di Nahariya e altri località civili della Galilea occidentale. Gli abitanti di questa zona, e in particolare quelli di Qana, erano stati avvertiti più volte nei giorni precedenti di lasciare il villaggio. Le Forze di Difesa israeliane continueranno a difendere i cittadini di Israele dagli attacchi di Hezbollah: la responsabilità delle vittime civili ricade interamente su Hezbollah che ha trasformato interi centri abitati del Libano in un fronte di guerra, sparando deliberatamente i suoi missili da luoghi ed edifici abitati da civili”.

Nell’esprimere il proprio profondo rincrescimento per la perdita di vite innocenti nel corso della campagna contro i terroristi Hezbollah, un comunicato del ministero degli esteri israeliano afferma che Israele “indagherà in modo approfondito ed esauriente le circostanze del tragico incidente di oggi nel villaggio di Qana”, e ricorda che “durante le scorse settimane Israele si è trovato impegnato nella difesa dei propri cittadini da incessanti attacchi da parte di Hezbollah sulle città e i villaggi di tutto il nord del paese. Nel corso di tutte queste operazioni – continua il comunicato – le Forze di Difesa israeliane hanno fatto il massimo sforzo per cercare di evitare di colpire i civili libanesi, cosa che sarebbe totalmente contraria ai valori della società israeliana. Purtroppo, e con nostro grande rammarico, Hezbollah usa continuamente la popolazione civile libanese come scudi umani per i propri attacchi terroristici. La tragedia di oggi non può che confermare di fronte alla comunità internazionale l’esigenza di trovare una soluzione alla crisi che passi attraverso la completa applicazione della risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Israele non accetterà di tornare a una situazione in cui a Hezbollah venga permesso di tenere in ostaggio la stabilità dell’intera regione”.

Il diritto internazionale considera un crimine di guerra l’uso di scudi umani per proteggere obiettivi militari dai colpi nemici. La Quarta Convenzione di Ginevra proibisce infatti la pratica di trincerarsi dietro ai civili. Recita l’articolo 28: “Nessuna persona protetta [non combattente] potrà essere utilizzata per mettere, con la sua presenza, determinati punti o determinate regioni al sicuro dalle operazioni militari”. (Geneva Convention Relative to the Protection of Civilian Persons in Time of War, August 12, 1949, 6 U.S.T. 3516, 75 U.N.T.S. 287, art. 28)

“Vi scongiuro di non fare il gioco di Hezbollah – ha detto l’ambasciatore d’Israele all’Onu Dan Gillerman rivolgendosi al Consiglio di Sicurezza – Per noi ogni bambino libanese morto è un tragico errore motivo di lutto e dolore; per Hezbollah ogni bambino israeliano morto è una vittoria da celebrare con gioia”.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, Foreign Minister’s Bureau, IDF Spokesman, israele.net, 30.07.06)