L’Autorità Palestinese serve solo a pagare stipendi

I palestinesi hanno perso fiducia nella sua capacità di imporre legge e ordine

Da un articolo di Khaled Abu Toameh

image_1713Molti palestinesi hanno da tempo perso ogni fiducia nella capacità dell’Autorità Palestinese di imporre legge e ordine. Di conseguenza oggi la considerano soltanto un organismo che paga stipendi e gestisce gli affari civili quotidiani. Oggi l’Autorità Palestinese non appare molto diversa dall’Amministrazione civile israeliana che operava in Cisgiordania e striscia di Gaza prima della firma degli Accordi di Oslo. A parte pagare stipendi a più di 150.000 dipendenti pubblici, l’Autorità Palestinese continua a gestire scuole e ospedali. Ma per quanto riguarda la sicurezza, la sensazione del palestinese della strada è che essa non eserciti più alcun controllo.
La continua lotta di potere fra Fatah e Hamas ha creato una situazione in cui i palestinesi sono soggetti a più autorità: quella di Fatah in Cisgiordania e quella di Hamas a Gaza. La mancanza di sicurezza è particolarmente evidente nella striscia di Gaza dove oggi comandano decine di milizie affiliate a varie fazioni e clan. Nel corso dell’ultimo anno le forze leali al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) sono state ripetutamente umiliate da gangster e miliziani armati. Nei recenti combattimenti con Hamas, i sostenitori di Abu Mazen hanno subito più vittime e molti importanti esponenti di Fatah oggi hanno paura a dormire nelle loro case.
Le dimissioni lo scorso week-end di Rashid Abu Shabak, un alto comandante della sicurezza di Fatah nella striscia di Gaza, sono state viste da molti palestinesi come un’ulteriore prova del collasso della struttura di sicurezza dell’Autorità Palestinese. Shabak se n’è andato pochi giorni dopo che i miliziani di Hamas avevano preso d’assalto la sua villa nella città di Gaza uccidendo sei delle sue guardie del corpo. L’attacco alla casa di Abu Shabak non era il primo di questo genere contro un alto ufficiale della sicurezza di Fatah nella striscia di Gaza. Almeno altri sette alti comandanti di Fatah sono stati uccisi da miliziani di Hamas nel corso dell’ultimo anno in quel territorio.
Le dimissioni di Shabak sono anche considerate da molti palestinesi come un duro colpo al parlamentare e signore della guerra Muhammed Dahlan, accusato da Hamas di cospirare con Stati Uniti e Israele contro il governo guidato da Hamas. Molti leader di Fatah oggi hanno paura a sfidare apertamente Hamas, le cui forze continuano a spadroneggiare nelle strade e a gestire posti di blocco in varie località della striscia di Gaza.
Molti palestinesi, compresi ufficiali di Fatah, accusano Abu Mazen per quella che essi chiamano la disintegrazione dell’Autorità Palestinese. Dicono che la sua incapacità di esercitare le qualità di un leader carismatico hanno trasformato l’Autorità Palestinese in una “barzelletta” agli occhi di molti suoi elettori. E sottolineano che il vero problema di Abu Mazen non è la mancanza di denaro o di soldati, ma la sua incapacità di prendere decisioni difficili. Abu Mazen e i suoi aiutanti a Ramallah hanno perduto gran parte della loro influenza sulle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, per non dire della quantità di milizie controllate da Fatah che sono responsabili, fra l’altro, dell’attuale stato di caos e anarchia. In queste circostanze, i milioni di dollari che gli Stati Uniti stanno investendo per addestrare e armare la ”guardia presidenziale” si riveleranno sforzi inutili. Una forza di sicurezza che non è in grado di arrestare un ladro d’auto non potrà mai contrapporsi a Hamas.

(Da: Jerusalem Post, 30.05.07)