L’avreste mai detto? È tutta colpa di Israele…

Secondo certi opinionisti, chi prende in ostaggio tre ragazzini è un campione della pace e della convivenza

Ben-Dror Yemini

Ben-Dror YeminiNon riescono proprio a trattenersi. Non era passato nemmeno un giorno dal sequestro dei tre adolescenti israeliani che già vari esperti di questioni mediorientali e di pace sulla Terra ci avevano informato che quel che è accaduto è tutta colpa nostra. Abbiamo sbagliato a non accettare di fare un paio di più concessioni in più al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Abbiamo sbagliato a non accettare di scarcerare altre migliaia di criminali detenuti. Abbiamo sbagliato a non accogliere con favore la mano tesa in pace da Hamas (una mano che in realtà non abbiamo mai visto, ma questo non importa). In breve, il sequestro dei tre ragazzi è colpa di Israele. Secondo questo modo di vedere i terroristi in generale, e i sequestratori in particolare, sono in realtà attivisti per la pace e campioni della difesa dei diritti umani. È vero che fanno parte integrante della jihad con la sua consolidata tradizione di massacrare bambini e persone innocenti. Ma secondo gli esperti, questi assassini in realtà sono a favore della coesistenza, sono a favore di una soluzione a due stati, si battono per un nuovo Medio Oriente. Solo noi, ciechi sionisti, non li abbiamo visti sfilare venerdì scorso, con un ramo d’ulivo in mano, a difesa dei diritti delle minoranze alla parata Gay Pride di Tel Aviv.

E allora diciamolo chiaro e forte: i terroristi non sono a favore della pace e non sono a favore di nessun accordo. Non lanciano razzi da Gaza allo scopo di liberarsi di una qualche sorta di “occupazione”. Prendono di mira persone innocenti perché sono devoti a un’ideologia oscurantista carica di odio. Non sono interessati alla scarcerazione di detenuti ai fini della riconciliazione: sono interessati alla scarcerazione di assassini per rafforzare le forze del male. Non fanno parte del campo della pace. Sono sempre a favore di terrorismo e rapimenti. E ogni tanto ci riescono.

Vignetta pubblicata il domenica scorsa sul quotidiano xx dell’Autorità Palestinese per celebrare il sequestro dei tre adolescenti israeliani: il logo della Coppa del Mondo 2014 (in cui tre mani si stringono a formare il prestigioso trofeo) viene distorto a formare tre mani che tengono “il trofeo” rappresentano da tre persone con le mani alzate in segno di resa. Al posto della parola "Brasil", la parola "Khalil" (nome arabo di Hebron, la città presso la quale i giovani israeliani sono stati rapiti).

Vignetta pubblicata domenica 15 giugno dal quotidiano Al-Hayat Al-Jadida dell’Autorità Palestinese per celebrare il sequestro dei tre adolescenti israeliani: il logo della Coppa del Mondo 2014 (in cui tre mani si stringono a formare il prestigioso trofeo) viene distorto in tre mani che tengono “il trofeo” rappresentano da tre persone con le mani alzate in segno di resa. Al posto della scritta “Brasil”, la parola “Khalil” (nome arabo di Hebron, la città presso la quale i giovani israeliani sono stati rapiti).

Israele ha lasciato la striscia di Gaza, ma questo non ha ridotto il livello del terrorismo. Chi governava a Gaza avrebbe potuto farne un esempio che avrebbe incoraggiato Israele a ritirarsi anche dalla Cisgiordania. Hanno scelto la strada opposta. Non vogliono affatto “liberare” i palestinesi. Al contrario, li vogliono schiavi di un tetro impero islamico.

È una faccenda globale. Questa gente appartiene alla stessa galassia delle organizzazioni della jihad globale, al cui apice vi sono i taglia-gole che stanno dilagando in Siria e Iraq. Sono a favore della riconciliazione e della pace quanto lo sono i membri di Boko Haram in Nigeria, quelli che hanno rapito centinaia di studentesse.

Dobbiamo batterci per un accordo di pace sulla base di un compromesso doloroso. Dobbiamo criticare la politica israeliana che talvolta si infila in un vicolo cieco. Ma quelli che offrono giustificazioni a terrorismo e sequestri di persona non fanno che incoraggiare l’intransigenza palestinese, la jihad, l’ideologia delle tenebre.

(Da: YnetNews, 16.6.14)

Elizabeth Browder, autrice di questo articolo

Elizabeth Browder, autrice di questo articolo

Scrive Elizabeth Browder, su Times of Israel: «Voglio dirlo chiaro: quei tre ragazzi sono stati presi di mira perché sono ebrei. Erano andati a una yeshiva (seminario di studi talmudici) e indossavano la kippà (papalina). Bisogna smetterla di dire che è per qualche altro motivo. Sì, sono israeliani, ma sono stati presi di mira perché sono ebrei. Non sono stati sequestrati perché i negoziati di pace sono naufragati. Non sono stati sequestrati a causa di questa o quella politica, di questo o quel governo. Sono stati sequestrati perché sono ebrei. È l’odio verso l’ebreo che ha generato il rapimento. Lo stesso odio che spinge Hamas a mandare in onda, nelle trasmissioni per bambini, dei teneri pupazzi animati che dicono ai ragazzini che gli ebrei sono subumani e meritano di essere uccisi. Lo stesso odio che spinge Hamas a sparare a freddo razzi contro la popolazione israeliana. Lo stesso odio con cui l’Autorità palestinese esorta la sua gente a cancellare i filmati delle telecamere di sorveglianza per evitare che possano aiutare le forze di sicurezza israeliane a rintracciare i ragazzi in ostaggio. Non so perché continuo a sorprendermi, forse perché trovo la propaganda di Fatah e Hamas così ripugnante. Le stesse bugie continuamente ripetute. Non è molto diversa dalla propaganda nazista usata da Joseph Goebbels, solo che ora è confezionata come odio per gli ebrei in salsa pro-palestinese. Non è una cosa condivisa da tutti i palestinesi. In realtà, quel che ha fatto Hamas ha reso la loro vita peggiore, e loro lo sanno. Israele non si fermerà fino a quando non avrà ritrovato quei tre ragazzini. Solo allora, forse, potremo tornare a dormire». (Da: Times of Israel, 16.6.14)