Le bellicose voci dei palestinesi “moderati”

“Crimine contro l’umanità” la partita fra ragazzini ebrei e palestinesi, “estremismo sionista” riconoscere la storia ebraica in terra d’Israele

1 settembre 2014, kibbutz Dorot – L'ex presidente israeliano Shimon Peres al calcio d’inizio della prima ”partita della convivenza”, fra giovani isarelianbi e palestinesi

1 settembre 2014, kibbutz Dorot – L’ex presidente israeliano Shimon Peres al calcio d’inizio della prima ”partita della convivenza”, fra giovani israeliani e palestinesi (clicca l’immagine per ingrandire)

Jibril Rajoub, vice segretario del Comitato Centrale di Fatah e capo del Consiglio Supremo Palestinese per lo sport e la gioventù, ha condannato una recente partita di calcio giocata tra giovani israeliani e palestinesi in un kibbutz del sud di Israele definendola “un crimine contro l’umanità”.

Rajoub ha affermato che l’incontro, organizzato dal Centro Peres per la Pace come un evento a favore della coesistenza, ha rappresentato “un tentativo da parte degli israeliani di nascondere i loro crimini contro gli atleti [palestinesi]”. “Qualsiasi attività di normalizzazione sportiva con il nemico sionista costituisce un crimine contro l’umanità” ha detto Rajoub in un post diffuso su Facebook lo scorso 6 settembre, rilanciato l’8 settembre dal quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestines Al-Hayat Al-Jadida.

La partita, la prima di una serie, si è disputata il primo settembre nel kibbutz Dorot nel tentativo di costruire ponti tra giovani israeliani e palestinesi dopo un’estate di combattimenti nella striscia di Gaza e di tensioni in Cisgiordania. Più di 600 ragazzini provenienti da Israele e territori palestinesi parteciperanno nel corso dell’anno agli incontri organizzati nell’ambito del programma di gemellaggio scolastico-calcistico “Twinned Peace Soccer Schools” tra città israeliane e palestinesi. Sderot e il Consiglio regionale Sha’ar HaNegev, due località israeliane del sud molto vicine al confine con Gaza, sono già gemellate con la città palestinese di Yatta, che si trova a sud di Hebron, in Cisgiordania. “Mi piace quando giochiamo insieme in questo modo – ha detto un ragazzino palestinese all’agenzia AFP dopo il primo incontro – Spero che un giorno ci sarà la pace tra arabi ed ebrei e che non ci saranno più guerre e morte”.

Jibril Rajoub, vice segretario del Comitato Centrale di Fatah e capo del Consiglio Supremo Palestinese per lo sport e la gioventù

Jibril Rajoub, vice segretario del Comitato Centrale di Fatah e capo del Consiglio Supremo Palestinese per lo sport e la gioventù

Altri esponenti di Fatah hanno fatto eco alla condanna di Rajoub denunciando i tentativi di “normalizzare” le relazioni con Israele. “Gli organizzatori [palestinesi] di questa partita hanno tradito il sangue dei martiri e dei bambini di Gaza”, ha affermato Abd al-Salam Haniyeh, membro del Comitato Olimpico palestinese, in un articolo pubblicato il 3 settembre dall’agenzia di stampa palestinese Sama. L’articolo prosegue chiedendo che Rajoub punisca i palestinesi di Yatta che hanno partecipato all’organizzazione della partita. Haniyeh scrive che bisogna “interrogarli immediatamente, saldare il conto con loro e perseguirli con l’accusa di alto tradimento contro il sangue dei martiri e di violazione delle decisioni prese dalla dirigenza della comunità sportiva palestinese”.

Anche la dirigenza di Fatah nella città di Yatta ha tenuto “un incontro urgente per discutere le conseguenze delle partite della normalizzazione” e ha “condannato con forza” l’evento. Il segretario di Fatah a Yatta, Kamal Makhamreh, ha dichiarato all’agenzia palestinese Ma’an (4.9.14) che la partecipazione alla gara “è stato un atto individuale, concepito da anime malate che hanno accettato di essere umiliate per una manciata di soldi”, e ha esortato “gli abitanti a sorvegliare i loro figli e tenerli lontani da questo tipo di attività, che danneggiano la nostra causa”. Secondo il portavoce di Fatah a Yatta Muhammad Al-Birawi, citato dall’agenzia Ma’an, Fatah “ha chiesto alle Forze di Sicurezza [palestinesi] di regolare i conti con questi dissennati”.

(Da: Times of Israel, PMW Bulletin, 8.9.14)

Secondo Hanan Ashrawi, autorevole membro del Comitato Esecutivo dell’Olp, riconoscere la storia ebraica in terra di Israele significa adottare “l’ideologia sionista estremista”, ed è molto “pericoloso” che lo abbia fatto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in un’intervista a Thomas Friedman del New York Times.

Queste le parole di Hanan Ashrawi, trasmesse dalla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese il 10 agosto 2014 (sottotitolate da PMW):

Traduzione. Hanan Ashrawi: “Si consideri la cosa più pericolosa che Obama ha detto a Thomas Friedman. Ancora una volta, ha adottato il discorso dell’ideologia sionista. Lo ha adottato quando è venuto in questa regione a parlare di ritorno degli ebrei alla loro terra, e che questo è uno stato ebraico, il sogno sionista e così via. L’adottare da parte di Obama il discorso dell’ideologia sionista estremista, e il fatto che ne faccia una base delle decisioni politiche, è pericoloso”.

(Da: PMW Bulletin, 28.8.14)