Le colpe del gruppo estremista che controllava la Marmara

Barak: Non è un caso se solo in quella nave, su sei, i soldati hanno incontrato tale violenza.

image_2841“Ci rincresce molto per le vittime, ma la responsabilità ricade interamente su chi ha voluto e organizzato questa navigazione”. Lo ha detto lunedì mattina il ministro della difesa israeliano Ehud Barak in conferenza stampa, insieme al capo di stato maggiore Gabi Ashkenazi e al comandante della marina Eliezer Marom, a proposito del tragico epilogo del tentativo di forzare il blocco anti-regime di Hamas sulla striscia di Gaza.
Barak ha sottolineato che le Forze di Difesa israeliane avevano già assunto il controllo di cinque delle imbarcazioni coinvolte nel tentativo, senza incontrare nessuna violenza e dunque senza che si verificasse alcun incidente. Ma sulla nave principale, la Marmara, controllata dalla Humanitarian Relief Foundation turca, descritta da Barak come “un’organizzazione estremista e violenta che sostiene il terrorismo”, le cose sono andate in modo tragicamente diverso.
“Lo stato d’Israele – ha continuato Barak – aveva fatto appello agli organizzatori sin da prima che le imbarcazioni salpassero, invitandoli ad approdare al porto di Ashdod per trasferire il loro carico di aiuti umanitari, dopo i necessari controlli di sicurezza”, attraverso i normali valichi via terra quotidianamente usati per far arrivare nella striscia di Gaza i generi di prima necessità. “Ma tutti i nostri appelli sono stati respinti – ha detto Barak – e i soldati, una volta arrivati sulla Marmara (con circa 600 persone a bordo), sono stati attaccati con estrema violenza e alcuni sono stati feriti anche in modo grave. Conosco bene questo tipo di operazioni e i loro possibili sviluppi, e conosco le unità che hanno operato in questa occasione e i loro comandanti. E so che sono fra degli uomini migliori che abbiano”, ha spiegato il ministro della difesa. “Trovandosi sotto seria minaccia di morte, i soldati hanno dovuto usare strumenti antisommossa ed anche armi da fuoco”. Barak ha ricordato che alcuni dei soldati sono stati feriti da armi da fuoco.
Secondo Barak, l’organizzazione Humanitarian Relief Foundation, che aveva il controllo dell’unica nave dove sono scoppiate le violenze, “è un gruppo estremista e violento che opera sotto la copertura dell’attività umanitaria. Ma questo è il momento in cui bisogna esercitare tutti la massima responsabilità: faccio appello a tutti perché si agisca col massimo autocontrollo e buon senso, senza lasciare che un’organizzazione filo-terrorista ed elementi estremisti riescano ad approfittare di questo tragico fatto di sangue”.

(Da: YnetNews, 30.5.10)