Le violenze palestinesi non hanno bisogno di scuse

I tentativi di uccidere ebrei non cesserebbero quand'anche tutti i detenuti venissero scarcerati.

Di Noah Klieger

image_3672Siamo onesti, i palestinesi non hanno bisogno di nessuna scusa particolare per inscenare disordini e attaccare gli ebrei. L’attuale ondata di tumulti, che era in corso da un paio settimane, non è iniziata in seguito allo sciopero della fame intrapreso da quattro detenuti (due dei quali, detto per inciso, hanno ripreso a mangiare). Lo sciopero è soltanto un pretesto, giacché è chiaro che se anche i due rimanenti riprendessero a mangiare, i loro fratelli continuerebbero i disordini nei territori. La verità è che i nostri vicini semplicemente non ci vogliono. In parole semplici, non è che vogliono un paese accanto a Israele; vogliono un paese al posto di Israele. È un dato di fatto, che è stato comprovato numerose volte.
Sia Ehud Barak che Ehud Olmert hanno offerto ai palestinesi uno stato quasi sulle linee del ’67, e loro non l’hanno accettato. Lo sgombero forzato di migliaia di israeliani e di decine di insediamenti dalla striscia di Gaza, voluto da Arik Sharon, non ci ha avvicinati di un centimetro alla possibilità di un accordo. Al contrario la concessioni non hanno fatto che incoraggiare i palestinesi, che hanno iniziato a lanciare razzi su comunità e città all’interno di Israele al solo scopo di uccidere ebrei. I capi di Gaza hanno proclamato innumerevoli volte, anche di recente, che il loro obiettivo è uccidere ebrei e distruggere “l’entità sionista”. Alla luce di queste dichiarazioni, quand’anche domani venissero scarcerati tutti i detenuti compresi assassini e terroristi, i tentativi di uccidere ebrei non cesserebbero. Anzi.
Dunque, e anche questo è un dato di fatto, non c’è alcun nesso fra qualunque politica o decisione di Israele e il desiderio, o meglio la smania dei palestinesi di attaccare Israele e i suoi cittadini. Coloro che non lo capiscono, o non lo vogliono capire, nonostante i dati di fatto comprovati per decenni, sono semplicemente ingenui o ciechi rispetto a ciò che accade sul terreno.
E non mi si dica che è stata la politica israeliana ha spingere i palestinesi ad agire in questo modo. Mio zio, Natan Klieger, venne assassinato da agitatori arabi a Haifa nel 1939. Se non sbaglio, a quell’epoca non c’era nessuna occupazione né alcuna politica del governo israeliano. Golda Meir un giorno ebbe a dire che un accordo con i palestinesi sarà possibile solo quando loro ameranno i loro figli più di quanto odino gli ebrei. Aveva ragione.

(Da: YnetNews, 26.2.13)

Nella foto in alto: Noah Klieger, sopravvissuto ad Auschwitz, autore di questo articolo

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